OSH (KIRGIZISTAN) - Il Kirgizistan è sull'orlo della guerra civile. Almeno dieci persono sono morte in scontri tra la polizia e attivisti dell'opposizione nella zona meridionale del Kirgizistan. «Non siamo in grado di dare un numero esatto delle persone morte, ma riteniamo che siano una decina» hanno detto fonti della polizia della città di Jalal Abad. Da giorni in Kirgizistan si susseguono le dimostrazioni dell'opposizione contro il presidente Askar Akayev e le autorità kirkize accusate di aver falsificato i risultati delle elezioni del 27 febbraio - 13 marzo. Secondo i dati diffusi all'opposizione vanno sei seggi sui 75 del parlamento.
Le forze di sicurezza sono intervenute domenica per sgomberare i manifestanti che avevano occupato gli uffici delle amministrazioni regionali ad Jalal Abad e ad Och. Ma questa mattina il palazzo dell'amministrazione regionale è stato di nuovo occupato da una folla di circa 1000 persone. Akaiev ha più volte ammonito l'opposizione di non tentare di ricreare in Kirghizistan uno scenario di tipo ucraino dove l'opposizione di piazza è riuscita a rovesciare il verdetto delle urne considerato frutto di brogli. Gli osservatori ritengono che l'opposizione kirghiza abbia poche possibilità di prendere il potere, soprattutto perchè non è in grado di mobilitare la capitale Bishkek.
Il presidente kirghizo ha successivamente ordinato alla Commissione elettorale di avviare una verifica dei presunti brogli elettorali contestati dall’opposizione per le legislative del 27 febbraio-13 marzo.
Akaiev ha chiesto sia alla Commissione elettorale che alla Corte Suprema di condurre un’inchiesta sulle presunte violazioni che hanno scatenato la protesta dell’opposizione. Akayev ha poi ordinato alla Commissione e alla Corte di "prestare particolare attenzione alle circoscrizioni dove i risultati del voto hanno provocato reazioni pubbliche estreme", in modo da "dire con chiarezza alla gente chi ha ragione e chi ha torto", cita un comunicato della presidenza.
21 marzo 2005