Posto di seguito parte di un intervento (già pubblicato) del sottoscritto che si configurerebbe in sostanza come iun manifesto ad uso di "super-falchi" stanchi del solito, untuoso "politically correct".
Sono aperte le sottoscrizioni.
Saluti
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(...) Per fare chiarezza c'è bisogno di riconoscerlo: nella nostra meravigliosa famiglia convivranno in assoluta armonia conservatori liberali e anti-liberali. Non ho alcuna difficoltà ad inserirmi risolutamente nella seconda categoria convinto come sono (opinabile parere personale rispettosissimo di tutte le sensibilità) che conservatorismo e liberalismo rappresentino sponde politiche del tutto incomunicabili. Certo, ci scendiamo a patti, stringiamo alleanze (ci saranno pure più vicini delle truppe falciomartellate...) ma se dovessimo scavare nel merito delle rispettive quintessenze, beh il solco tra le due scuole sarebbe parecchio profondo.
Sono un convinto antiabortista, rigetto l'eutanasia e le devastanti inclinazioni anti-proibizionistiche per ciò che attiene al contrasto del fenomeno delle tossicodipendenze. Non intendo derogare per via legislativa (ergo coattiva) al naturale ordine delle cose in termini di coppie "alternative", apro con dovuta misurazione alla pena capitale, detesto quel coacervo di dittatorelli chiamato "Nazioni Unite", aborro i sindacati, auspico una radicale revisione dello stato sociale, disprezzo l'assistenzialismo "di Stato" e l'egualitarismo peloso che mortifica l' "aristocrazia dei migliori" salvaguardando ad ogni costo inetti e parassiti.
Trovo patetica quella stucchevole eurofilia venduta a pacchi da cento da un bel pò di scranni parlamentari (troppi). Predico la "tolleranza zero", la rigorosa regolamentazione dei flussi immigratori, l'estensione del carcere duro, l'assoluta certezza della pena che non abdichi a sconti di sorta.
Mi fa specie l' "accanimento diplomatico" e - si può dire senza nauseanti giretti di parole? - sì, sono un fiero militarista (nb. "individuo che nutre stima e considerazione nei confronti degli operatori di Difesa": suona più politically correct ma il tizio in questione non è forse un "militarista"?) che si batterà sempre per il raddoppiamento dei miseri fondi destinati attualmente a forze armate e corpi di polizia.
Non mi limito a condannare il radicalismo islamico ma denuncio l'oggettivo spirito oscurantista (e lesivo dei più elementari diritti umani; che vada a farsi benedire quel tranquillizzante ecumenismo benpensante) proprio dell'intero musulmanesimo (con le dovute distinzioni, ovvio: Al Zarqawi non è mica Re Abdallah...). Ah, domanda: il "Corrierone" nazionale e tutti gli altri quotidiani raziocinanti non compiono per caso il medesimo atto di denuncia - in termini più melliflui, è chiaro - quando ci parlano delle vessazioni subite da donne saudite, egiziane, siriane (non si parla mica dell'Afghanistan talebano...)? Farei entrare non più tardi di domani Tel Aviv all'interno dell'UE; sbarro risolutamente la strada ad Ankara; sento un texano molto più vicino di un tracotante parigino.
Prima di concludere, vi rivolgo un appello accorato: mi dispiacerebbe profondamente se il suddetto profilo venisse sbrigativamente archiviato nel fascicolo dei “populisti d’accatto” al tempo imprudenti e caricaturali. Intendo sottolineare infatti l’estrema serietà (e relativa credibilità) dell’eventuale proposta politica di una formazione che aspiri a smarcarsi dal “virtuoso moderatismo” svenduto un tanto al chilo da una pletora di “autorevoli statisti”. Chi intenda prenderne le distanze infatti, è visto – al meglio – come un pirla desideroso di spararle più grosse – per mero autocompiacimento – dell’ultimo che l’ha preceduto. Le cose evidentemente non stanno così: sul melenso panegirico filo-moderato non vince il radicalismo fine a sé stesso, vince il “d-e-c-i-s-i-o-n-i-s-m-o” (sempre opinioni personali…). A tal proposito vi giro un interrogativo: credete sul serio che la politica di George W. Bush sia “intimamente” – e fuor da ipocrita “politichese” – diversa da quella propagandata dal sottoscritto qualche riga fa? La mia risposta la conoscete e quindi mi domando: perché tirare fuori il solito (squallido e grottesco razzista) Borghezio e non già il titolare della Casa Bianca per denunciare la presunta dimensione “radicale” di proposte considerate “fuori dal coro”? Me la suono e me la canto: perché - a detta del sottoscritto – suonerebbe molto meno parodistico e offensivo.
Fine: giusto per chiamare le cose con il loro nome e senza untuosi cerchiobottismi. Giusto per non confondere cavoli e cicorie, destri e centristi.
Da parte di un orgoglioso conservatore antiliberale (che non intende affatto apparire un ridicolo depositario di "Verità Assolute", tutt'altro...)
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