Nelle società opulente, nonostante il grado di alfabetizzazione raggiunto, i disabili non sono che zavorra improduttiva e sorprende un po’ che il caso di Terry Schiavo abbia richiamato l’attenzione della stampa di tutto il mondo. A meno che, e abbiamo più di un motivo per sospettarlo, la controversa vicenda di questa donna, il cui cervello è morto già da 15 anni, non serva ai potenti di Washington per guadagnarsi nuovi consensi. Altrimenti, perché avrebbero fatto stampare un opuscolo, che in queste ore circola tra i banchi del Senato americano, dove si allude apertamente alla “grande opportunità politica” offerta dal caso Schiavo per ridare slancio al “movimento per la vita”?. E' forse giunto il momento di chiarire alcune cose.
George Bush e i senatori DeLay e Frist hanno persino indetto speciali riunioni al Congresso per accelerare l’approvazione di una legge che consenta alle Corti Federali d’intervenire in merito alla vicenda di Terry e, se la situazione non fosse drammatica, la loro solerzia nell’arringare il resto del governo e le folle sulla sacralità della vita farebbe francamente sorridere.
Soprattutto se si considera che in Texas è tuttora in vigore una legge firmata dallo stesso presidente americano che, solo pochi giorni fa, ha consentito all’ospedale pediatrico di Houston di staccare la spina che teneva in vita Sun Hudson. Il bambino è stato lasciato morire perché la legge di Bush, sostenuta da tutti i Repubblicani, stabilisce che una struttura medica non può accollarsi sine die le spese per tenere in vita un paziente. Per non far morire il piccolo Sun, la sua famiglia ha cercato di lottare ma è stata sconfitta. Ben 40 strutture pediatriche non hanno voluto ricoverare il piccolo e, facendosi forti della legge Bush, hanno sbattuto in faccia agli affranti genitori.
Oggi stesso o al più tardi entro sabato, i medici staccheranno la spina del respiratore che tiene in vita Spiros Nikolaus, un uomo di 68 anni, proprio mentre il presidente americano ed i suoi colleghi continuano ad atteggiarsi a cristiani devoti senza mai specificare che, quando un paziente in coma pesa sulla spesa pubblica, la decisione di mettere volontariamente fine alla sua esistenza viene presa molto rapidamente.
Quello che ha tenuto in vita sino ad oggi Terry Schiavo è probabilmente il fatto che le spese mediche sono state sostenute da un’assicurazione sottoscritta dalla stessa paziente quando era ancora in buona salute. Sorprende un po’ che molti giornalisti della RAI e di altri media si crogiolino nel presentare George Bush come un uomo di buon cuore, dimenticando che Terry Schiavo si trova nelle attuali condizioni dal 1990, senza che mai né Bush né altri esponenti politici si siano mai interessati di lei.
Se non fosse intervenuta la II Corte d’Appello della Florida nel 2000, dieci anni dopo l’inizio della morte cerebrale di Schiavo, la donna sarebbe morta già da cinque anni. In tanti anni di degenza, nessun politico ha mai considerato Terry Schiavo una persona, se non quando il suo caso ha acquisito una grande notorietà.
Una delle ipotesi più bieche, ma anche la più realistica, è che Bush si stia servendo della vicenda per spianare la strada verso la Casa Bianca all’attuale governatore della Florida, ovvero a suo fratello Jeb. Uno scenario futuro veramente spaventoso, che non ci sentiamo di commentare. Preferiamo augurare a Terry Schiavo di morire con dignità.
Visto che il buio della sua mente non autorizza a sperare in un recupero, che almeno la sua fine non diventi un ulteriore strumento nelle mani di una banda di assassini che si appellano alla sacralità della vita solo quando questo consente loro di continuare ad uccidere.
Bianca Cerri