Dal Giornale di Brescia
Intellettuali sottoscrivono un appello per stigmatizzare le aggressioni subite da bianchi e francesi
Francia, nuova emergenza razzismo
PARIGI
Decine di studenti aggrediti, sbattuti a terra, rapinati di orologi e telefonini - durante le recenti manifestazioni contro la legge di riforma della scuola - al grido «sono francesi». Ed intellettuali che cercano di spiegare queste violenze, come «espressione di un odio, di un malessere sociale» che proviene dalle periferie delle metropoli. È un’analisi che ha fatto infuriare alcune personalità lontane, molto lontane da quell’estrema destra xenofoba che ha cercato subito di «impadronirsi» dei giovani vittime di aggressioni in cortei studenteschi a Parigi, le scorse settimane. Fra i sette che hanno firmato l’appello «contro le spedizioni punitive nei confronti dei bianchi» c’è per esempio l’ex ministro socialista della S anità e fondatore dei Medici senza frontiere, Bernard Kouchner. «Basta con questa socio-logia! Il sociale, sempre il sociale!», ha denunciato uno dei promotori del documento, il filosofo Alain Finkielkraut: « Diciamo le cose come stanno, qui c’è un movimento di odio, una francofobia che mette assieme e colpisce gli ebrei e i francesi». L’appello è stato preparato da Hachomer Atzair - un movimento giovanile ebraico, progressista - e da Radio Shalom. Accanto a quelle di un migliaio di studenti, il documento reca le firme di Kouchner, Fin-kielkraut, del teologo musulmano Galheb Bencheikh, del regista cinematografico Elie Chouraqui, dello scrittore di origine iraniana Chahdortt Djavann, dell’editorialista Jacques Julliard e del politologo Pierre-Andrè Taguieff. Nell’appello-documento si ricorda che due anni fa, a margine di una manifestazione contro la guerra in Iraq, quattro giovani erano stati aggrediti «perchè ebrei. Oggi - prosegue l’appello - le manifestazioni studentesche sono diventate, per alcuni, il pretesto per quelle che possono essere chiamate delle "spedizioni punitive" anti bianchi». «Scrivere questo appello è difficile - sottolineano Kouchner e gli altri - perchè le vittime sono "rapite" dall’estrema destra. Non si tratta di stigmatizzare una popolazione. È una questione di equità. Si è parlato di David, si è parlato di Kader, ma chi parla di Sebastien?». David, un nome per indicare i giovani ebrei, Kader gli arabi e Sebastien i francesi. «L’ultimo servizio che non si vuol rendere al Fronte nazionale - spiega Bernard Abouaf di Radio Shalom - è quello di non difendere Sebastien». Fra i giovani ebrei - racconta - si diffonde e cresce la paura di un aggravamento di manifestazioni di odio nei confronti dei francesi, che richiamano quelle antisemite. A protestare contro questa descrizione della realtà e contro l’appello è il sindacato studentesco. «È falso affermare - dice l’Unione nazionale degli studenti francesi - che queste violenze abbiano un carattere razzista. Sono prima di tutto l’immagine del malessere sociale e della frattura scavata tra i licei della periferia e quelli del centro della città». Critiche sono venute anche dal Movimento contro il razzismo e per l’amicizia fra i popoli e dalla Lega per i diritti dell’uomo.