«Cernusco sul Naviglio non è un’isola felice»,
commenta il decano don Luigi Caldera

AGGREDITO IL PARROCO PER UNA MANCIATA DI EURO

Cernusco sul Naviglio

La sera di Pasqua don Giuseppe Cazzaniga, parroco di San Giuseppe Lavoratore di Cernusco sul Naviglio, è stato aggredito da alcuni giovani
in canonica in cerca di denaro.



di Luisa Bove

E' una brutta storia quella accaduta a Cernusco sul Naviglio la domenica di Pasqua a don Giuseppe Cazzaniga, parroco di San Giuseppe Lavoratore. Il prete è stato aggredito in canonica da alcuni giovani che cercavano denaro. Quando hanno chiesto la combinazione della cassaforte, il sacerdote 73enne non è stato in grado di ricordare i numeri. Era confuso e spaventato e a nulla sono servite le percosse, così alla fine i malviventi lo hanno chiuso in una stanza. Gli aggressori hanno poi dovuto accontentarsi degli euro frutto delle offerte degli ultimi giorni. Don Giuseppe è riuscito poi a chiedere aiuto e finalmente sono accorsi alcuni giovani. Inutile l’inseguimento degli aggressori, che sono fuggiti lasciando anche il bottino.

«La situazione sanitaria di don Giuseppe è assolutamente sotto controllo», assicura don Luigi Caldera, decano di Cernusco sul Naviglio, che l'altra sera ha fatto visita al parroco. «Il parroco ha riportato ferite alla testa e al volto, e ha la mano sinistra fasciata, forse presto sarà dimesso», ma più che altro «ha subito un forte shock ed è questo l’aspetto più preoccupante».

Non è la prima volta che un prete viene aggredito in canonica, e pur ammettendo che si tratta di «un fatto grave e pesante», don Caldera non vuole si drammatizzi. «Capita ai sacerdoti in canonica, ma purtroppo anche a tante persone nelle case», commenta, «quello che dico è di convivere con queste cose. Non che vadano bene e che non ci siano problemi, ma evitiamo di drammatizzare. Poi, certo bisognerà cercare dei rimedi». Tra i possibili rimedi per evitare che simili episodi si ripetano c’è quello di garantire più controlli, ma per il decano «occorre sicurezza per tutti, non solo per i preti». Dopo di che «mi fa molto piacere che il sindaco abbia chiesto un rafforzamento delle forze di polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, e che stia pensando di mettere telecamere a circuito chiuso davanti a tutte le chiese e alle case dei sacerdoti».

L’aggressione in realtà non ha colpito soltanto il parroco, ma «l’intera comunità», ha spiegato don Caldera. Oltre all’aspetto fisico e psicologico, il decano parla di “offesa” ai parrocchiani da parte di «responsabili che non hanno nessuna relazione con i nostri ambienti». Il parroco dall’ospedale continua a ripetere che si è trattato di italiani, non di stranieri. Don Giuseppe Cazzaniga ha avuto subito la comunità vicina, avvertita dell’accaduto durante le messe del lunedì dell’Angelo. Ieri per tutto il giorno c’è stato un “pellegrinaggio” all’ospedale di fedeli che volevano incontrare il loro parroco, alla guida della comunità cristiana da 29 anni. Da poche settimane don Giuseppe viveva solo, un mese fa infatti è morta la sua domestica. «Tranne uno, i preti di Cernusco sono tutti da soli in casa», spiega il decano, «pensare a forme di vita comune non serve, perché aggressioni avvengono anche nelle famiglie».

Ciò che resta dopo una vicenda come quella di domenica scorsa, ha commentato ancora don Caldera, «è la conferma che Cernusco non è un’isola felice (lo dice uno che è stato 18 anni a Cinisello Balsamo), insomma i problemi ci sono anche qui. E poi in queste cose spesso sono coinvolti anche i nostri ragazzi. Al di là dei parchi gremiti pieni di gente ieri, alle piazze stupende e alla vivibilità della città, qualche disagio c’è». Il decano non intende dare giudizi sugli aggressori del sacerdote, dice solo: «Li considero sfortunati, perché se si riducono così significa che non hanno avuto molto dalla vita». Ma questo non vuol dire giustificarli.


dal portale della Diocesi Ambrosiana