il "totus tuus" di Wojtyla contrapposto al "totus meus" dell'Autoprescritto.In Origine Postato da MrBojangles
Si è DECISO (sul CHI ha deciso ti lascio la "riflessione") di privilegiare la propaganda ed il business a DIFFERENZA degli "altri".
il "totus tuus" di Wojtyla contrapposto al "totus meus" dell'Autoprescritto.In Origine Postato da MrBojangles
Si è DECISO (sul CHI ha deciso ti lascio la "riflessione") di privilegiare la propaganda ed il business a DIFFERENZA degli "altri".
In Origine Postato da DrugoLebowsky
il "totus tuus" di Wojtyla contrapposto al "totus meus" dell'Autoprescritto.
Don Vespa, per farsi perdonare da tre giorni ha inondato la prima serata tv con il suo Porta a Porta (di Bronzo).
Poteva pensarci prima.
Inutile tutto questo suo attivismo papale postumo.
Wojtyla e l'isteria mediatica
Confesso che non avrei voluto scrivere, ancora, della morte di Karol Wojtyla. Ma è praticamente impossibile. Quella che viviamo è un'isteria mediatica che, in sé, meriterà d'essere meditata. Da tutte le parti si reclama un pezzo del pontefice morto: dalla versione vernacolare e ridicola dei partiti italiani che corrono ad attaccare manifesti d'impudico cordoglio, alla versione, francamente raccapricciante, di quanti, in Polonia, non potendo avere il corpo vorrebbero almeno il cuore (nel senso fisico di muscolo cardiaco) del loro connazionale.
Cos'ha, tutto questo, a che vedere con la fede? Semmai abbiamo sotto gli occhi un fenomeno d'idolatria mediatica, che esige il rivoluzionamento del palinsesto, ma rispetta religiosamente lo spazio della pubblicità.
I giornali di sabato sono arrivati in ritardo, attendendo di stampare la notizia di una morte non sopravvenuta, ma il loro condolente cordoglio non ha impedito la distribuzione degli inserti patinati, contenitori esclusivi di pubblicità, come al solito propinata a suon di cosce ed altri quarti di femmina.
Non ho i numeri per impartire lezioni, e neanche consigli, di fede. Ma ho seguito con la massima attenzione il dialogo interreligioso avviato da Giovanni Paolo II, così come anche le numerose volte in cui chiese scusa a nome del cattolicesimo: per le persecuzioni antisemite, per la violenza oscurantista usata nel tentativo di far tacere la scienza. Credo sempre con rispetto, con spirito critico, talora con ammirazione. Di queste cose torneremo a scrivere e discutere, anche perché saremo attenti a cogliere, nel suo successore, i sintomi della continuità o della rottura. Quanti, invece, di quelli che si scapicollano a raccontare i loro personali incontri con Wojtyla, torneranno ad occuparsene, non dico fra dieci anni, ma anche solo fra tre mesi?
La morte, quando è un dolore vero, si accompagna al silenzio. Per credenti e non credenti è comunque un passaggio misterioso (ricordo ai tanti che oggi predicano certezze, se non addirittura prefigurano scenografie d'incontri celesti, che Gesù dubitò, sulla croce). Ho sotto gli occhi, invece, una gazzarra funeraria che di calpestare la teologia non s'accorge, perché non la conosce, ma travolge anche il buon gusto. Insomma, quando leggo, sulla prima pagina di un quotidiano, che il messaggio dei bambini (bambini? oh, poveri pargoli) al defunto è: salutaci Padre Pio e Madre Teresa, penso, da laico: abbiate un po' di rispetto.
Davide Giacalone
http://www.davidegiacalone.it
4 aprile 2005
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tratto da "Il Portale di Nuvola Rossa"
http://www.nuvolarossa.org/modules/n...hp?storyid=746