Rai, polemiche per la mancata diretta
Diverse proteste per la decisione di proseguire con la messa in onda di «Porta a porta» registrato nel pomeriggio

ROMA - È polemica in Rai e negli ambienti politici per le decisioni assunte in tema di programmazione nella tarda serata di giovedì. Diverse proteste riguardano la decisione di proseguire con la messa in onda del programma di Bruno Vespa, 'Porta a porta', registrato nel pomeriggio, piuttosto che passare a uno speciale in diretta sull'aggravarsi delle condizioni del Papa.

Le polemiche riguardano anche la decisione di chiudere l'estemporanea diretta creatasi sulla rete Tre, all'interno della trasmissione 'Primo piano', per tornare alla normale programmazione.


Molto dura, al riguardo, la presa di posizione del segretario dell'Usigrai, Roberto Natale: «Neanche il dramma che si sta consumando in Vaticano induce questa Rai a svincolarsi, almeno per una volta, dal suo asservimento politico. La decisione di mandare in onda egualmente il "Porta a porta" registrato con il presidente del consiglio ha impedito al Tg1 di fare quello che tutti i tg del mondo stavano facendo ed ha attirato sulla Rai pesanti e giustificate critiche. Al tempo stesso - come ha denunciato il comitato di redazione del Tg3 - si è di fatto impedito a 'Primo piano' di continuare la diretta per evitare che gli spettatori del premier potessero distrarsi. Persino di fronte ad un evento epocale come la fine di Giovanni Paolo II prevalgono al vertice della Rai grette speculazioni politiche. C'è da vergognarsi».


«Siamo indignati e sgomenti - si legge in una nota del comitato di redazione del Tg3 - per quanto è accaduto giovedì sera quando sono arrivate le prime notizie sull'aggravarsi delle condizioni di salute del papa. Il Tg3 - si legge nel comunicato - stava andando in onda con Primo Piano, raccontando quanto stava avvenendo, quando i vertici aziendali, hanno chiamato il direttore del Tg3 Di Bella, chiedendogli di togliere la scritta che stava andando in sovrimpressione "Il Papa è grave". Gli stessi vertici hanno imposto di chiudere la diretta per lasciare il posto a un programma di rete, per giunta in replica. Mentre tutte le Tv del mondo stavano aprendo i loro notiziari con la notizia proveniente dal Vaticano, il Tg3 ha dovuto chiudere per coprire la scelta di mandare in onda su Rai1 la trasmissione registrata di Vespa con Berlusconi. È una vergogna per la Rai e per la nostra professione di giornalisti. Per questo - conclude il cdr del Tg3 - dissentiamo profondamente da quanto avvenuto e chiediamo conto delle responsabilità del vertice aziendale».

Immediata la replica dell'azienda al cdr del Tg3: «Sono prive di fondamento le illazioni fatte nel suo comunicato dal Comitato di Redazione del TG3, che con scarsa sensibilità per il particolare momento tenta di sollevare una polemica su quella che è una prassi abituale in certe particolari occasioni, adottata per garantire nel breve un'informazione straordinaria su tutte e tre le reti. Si tratta - spiega una nota della Rai - di una sorta di staffetta tra i tre TG resa necessaria, nell'immediatezza dell'evento, dall'impossibilità di garantire a tutti i necessari collegamenti e l'utilizzo delle linee di trasmissione. Si deve anche ricordare che la rubrica Primo piano è durata quasi un'ora, cioè ben oltre la sua durata fissata in 20 minuti, e che successivamente il TG3 ha trasmesso due edizioni straordinarie. Non è certo questo il momento della polemica e quindi altri chiarimenti e risposte saranno dati in tempi più consoni», conclude la nota.

01 aprile 2005