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    Ecogiustiziere Insubre
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    Question Unto, mostri gli attributi? Troppo tardi, forse...

    BERLUSCONI, FARMI DA PARTE? CHI LO DICE NON MI CONOSCE
    »AN E UDC CHIEDONO SVOLTA, MA BERLUSCONI LI GELA


    ROMA - Elezioni anticipate? Un suicidio. Io un passo indietro? Non mi conoscono. Il rapporto con la Lega? Non cambia nulla e le riforme non si toccano. No, no e no. E' la risposta che Silvio Berlusconi fa recapitare a meta' pomeriggio agli alleati di An e Udc che gli chiedono la ''grande svolta'' nell'azione di governo e maggioranza dopo lo schiaffone delle regionali. La svolta sono io, manda a dire il premier, dopo che gli stessi concetti erano stati diffusi all'ora di pranzo da Roberto Calderoli, che lo aveva incontrato a Palazzo Grazioli.

    Berlusconi arriva alla Camera per la seduta di commemorazione del Papa. Davanti al banco del governo e' una processione di deputati della maggioranza. Che si fa? Come se ne esce? Il premier non mostra incertezze: ci rimbocchiamo le maniche, torniamo a lavorare sodo, un anno e' lungo, possiamo recuperare. Niente scorciatoie. E' li' che, raccontano, Berlusconi avrebbe raccontato: Fini oggi mi ha proposto elezioni anticipate, gli ho detto che sarebbe un suicidio.

    Parole diverse, ma stesso contenuto pochi minuti dopo, rispondendo alle domande dei giornalisti alla Camera. Niente elezioni anticipate, niente cambi nella squadra di governo. ''Io che cedo il passo a qualcun altro? Dopo tanto tempo che mi seguite, se me lo chiedete vuol dire che non avete capito nulla di me...'', taglia corto Berlusconi. D'altra parte, aggiunge, gli alleati non discutono la mia leadership. Almeno ''non davanti a me... se poi lo fanno alle spalle, bisogna che di premier ce ne sia un altro...''.

    La domanda sulla premiership fa riferimento all'incontro della prima mattina, nello studio di Casini alla Camera, con Fini e Follini. Le voci del Transatlantico raccontano sia andato malissimo e che si sia concluso muro contro muro. Il premier ora offre un'altra versione. ''E' andata bene, un colloquio piano sui risultati del voto e, soprattutto, sulle prospettive future. Gli alleati irritati con me? Non mi risulta. La delusione, al contrario, deve essere di Forza Italia. L'avvertimento e' stato per tutta la coalizione, ma soprattutto per noi. Gli alleati hanno mantenuto i loro consensi, qualcuno li ha anche aumentati. Se si ragiona, si capisce che non ci deve essere nessuna irritazione''.

    An e Udc insistono pero' nella richiesta di cancellare l'asse del Nord. Un altro tema chiave dell'incontro di Montecitorio. Ma anche qui Berlusconi risponde picche. ''Con la Lega non cambia nulla, le riforme si fanno: dobbiamo portare avanti il programma e concluderlo''. D'altra parte, e' la piccola apertura che arriva dopo una telefonata a Bossi a meta' giornata, ''credo che la Lega abbia fatto tesoro di alcune cose e credo ci sia la massima disponibilita' a prendere atto anche delle ragioni della coalizione nella sua globalita'. Serve dialogo''.

    Sul rapporto con il Carroccio in Forza Italia hanno pochi dubbi. Tanto piu' dopo le regionali. Il blocco Fi-Lega, spiegano parlamentari vicini al leader, regge bene in alcune aree. L'ultima cosa al mondo che faremo e' allentarlo. Se gli alleati si chiamano fuori, facciano pure: alle elezioni anticipate, pero', andranno da soli...

    Ma la ferita delle regionali brucia. E Berlusconi vuole risollevare il morale della coalizione finito sotto i tacchi. ''Siamo tutti preoccupati per come sono andate le elezioni. Abbiamo ottenuto il 45,6% dei voti contro il 52%. Ma completeremo la legislatura e sono convinto che recupereremo un ampio consenso: sapranno scegliere tra una democrazia vera ed una democrazia matrigna come potrebbe essere se il potere fosse tutto nelle mani del centrosinistra''.

    Uscendo da Montecitorio, il premier cerca di lasciarsi alle spalle il fantasma della crisi che aleggia dalla mattina sulla Cdl. Si va avanti, ripete. Semmai il problema di governo e maggioranza e' ''comunicare'' di piu', far sapere ''il tanto che abbiamo fatto'', ''rafforzare il collegamento con la gente a livello locale''. C'e' tanto da fare anche in Forza Italia, il premier, ''da oggi'', ci si dedichera' in prima persona.

    Ma la campagna elettorale del 2006 e' gia' iniziata, seppure un po' pericolosamente, dal confronto di Ballaro' con D'Alema e Rutelli. I temi anche oggi non cambiano. ''C'e' uno stato parallelo con poteri come quello della scuola, dei sindacati del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale - ripete Berlusconi - e sarebbe pericoloso per i cittadini che la sinistra mettesse le mani sulla gestione dello Stato. Bisogna evitare questo sbilanciamento nel garantire tutti i cittadini''.

    © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 06/04/2005 21:45
    Iunthanaka
    Conte della Martesana

  2. #2
    Ecogiustiziere Insubre
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    Predefinito

    AN E UDC CHIEDONO SVOLTA, MA BERLUSCONI LI GELA
    ROMA - Non si tocca niente nel governo e nel programma e si va avanti fino a fine legislatura per vincere nel 2006. Silvio Berlusconi e' tornato a ripetere quello che gia' aveva detto dopo la sconfitta della Cdl alle regionali. Ma le parole del premier hanno oggi un ben diverso peso, visto che arrivano dopo un teso confronto con Fini, Casini e Follini, nel quale gli alleati della Cdl si sono spinti fino ad alludere, per la prima volta, ad un cambio di leadership per le politiche. O altrimenti elezioni anticipate a giugno.

    Nello studio di Casini a Montecitorio, al mattino, Berlusconi si e' trovato di fronte alla ferma richiesta di An e Udc di rinegoziare il patto di governo, con una svolta evidente che dovra' passare in primo luogo da un diverso rapporto con la Lega (e anche da un ripensamento della devolution). Se la Lega non dovesse accettare un cambiamento di linea politica, gli alleati hanno chiesto al premier di attrezzarsi anche all'uscita dal governo del Carroccio e ad un appoggio esterno di Bossi alla maggioranza.

    Ma se rinegoziare il patto di governo fosse impossibile, soprattutto Gianfranco Fini ha insistito sulla opportunita' di dare un ''vestito nuovo'' al governo, sollevando cosi' il nodo della premiership. E Follini in particolare ha sostenuto che e' preferibile interrompere bruscamente la legislatura piuttosto che sottoporsi ad un anno di logoramento. Quindi, elezioni anticipate a giugno.

    Berlusconi - che aveva esordito chiedendo fiducia e carta bianca agli alleati per una campagna elettorale vincente per il 2006 - si e' di fatto trovato di fronte ad un muro, con An e Udc impuntate sul necessario cambiamento di rotta. Il premier ha considerato quasi provocatorio il percorso che gli era appena stato indicato, ha detto a chiare lettere di non essere d'accordo e ha chiarito che nel caso dovranno essere Fini, Follini e Casini ad assumersi la diretta responsabilita' di una crisi, rimettendo cosi' loro il cerino in mano. E nel pomeriggio, ad un gruppo di deputati di An che lo avvicinano in aula, racconta: sapete che Fini mi ha proposto le elezioni anticipate? Il premier ha tranquillizzato i parlamentari spiegando di aver respinto questa idea, che sarebbe un suicidio collettivo, e ha raccolto consensi convinti.

    Piu' tardi Berlusconi ha messo pubblicamente in chiaro che non esiste l'ipotesi di elezioni anticipate e che dopo il voto ''con la Lega non cambia nulla''. Quanto all'ipotesi di cedere il passo, ha rimproverato i giornalisti: ''Dopo tanto tempo che mi seguite non avete capito nulla di me...''.

    Che lui non abbia nessuna intenzione di mollare lo avevano capito anche Roberto Calderoli e Roberto Maroni, ricevuti dal premier subito dopo il vertice con An e Udc. In tutta la mia vita - avrebbe detto loro il Cavaliere - non ho mai lasciato a meta' cio' che ho iniziato... Andiamo avanti, sono certo di recuperare, anche grazie ad una finanziaria che sara' assolutamente favorevole.

    Intanto la Lega, di fronte alle ultime mosse di An e Udc, rilancia la sfida. ''Vogliamo vedere dove vanno - dice un ministro del Carroccio - Al sud quasi non esistono piu', e al Nord noi e Forza Italia insieme valiamo da soli 50-60 collegi. Se tirano troppo la corda, Fini e Casini rischiano''. E ancora: ''Oggi parlano di elezioni anticipate? Il loro obiettivo non e' quello, visto che mancherebbero i tempi tecnici. Piuttosto loro vogliono togliersi dalle scatole Berlusconi e puntare a un governo istituzionale, magari proprio a guida Casini, per creare le condizioni di un recupero al centro, alle prossime politiche, senza piu' il Cavaliere come candidato premier''.

    Veleni. Che Berlusconi si butta alle spalle dicendo che ''il voto preoccupa ed e' soprattutto un avvertimento per Forza Italia, ma bisogna finire la legislatura''. Quanto agli alleati, il premier nega che nella Cdl si metta in dubbio la sua leadership. ''Almeno davanti a me no - dice - Non so se lo fanno alle spalle, pero' allora bisogna che ce ne sia un altro...''. La Lega poi, assicura Berlusconi, ''ha fatto tesoro di alcune cose ed e' disponibile a prendere atto anche delle ragioni della coalizione nella sua globalita'''.

    Ma intanto Calderoli - che insieme a Berlusconi e Maroni ha chiamato Bossi durante la riunione con il premier - ribadisce che ''le riforme non si toccano e neppure il programma di governo''. E Gianfranco Micciche', dopo il vertice di Forza Italia con il premier, descrive cosi' gli umori del Cavaliere: ''Berlusconi e' un leone, si e' svegliato il can che dorme''.


    © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 06/04/2005 22:00
    Iunthanaka
    Conte della Martesana

 

 

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