Nelle carceri americane si continua a torturare senza sosta, con l’ausilio di agenti ustionanti, cani addestrati ad affondare le zanne nella carne umana, scariche elettriche approvate dalle autorità penitenziarie, ecc. Sono molti i documenti e le immagini che testimoniano come la sofferenza sia divenuta ormai il mezzo di controllo d’elezione nei penitenziari, che l'hanno eredita dal Pentagono. Chi tortura detenuti e prigionieri di guerra non solo non è perseguito dalla legge ma può permettersi di raffinare i propri metodi grazie alle sofisticate attrezzature in dotazione e ai cani addestrati nei centri cinofili delle forze armate e destinati alle zone di guerra ed ai penitenziari.

Un anno fa, il mondo rimase inorridito davanti alle immagini di Abu Ghraib, ma esistono altri video dove si vedono chiaramente agenti di custodia picchiare selvaggiamente detenuti completamente nudi, costretti a strisciare e picchiati selvaggiamente, l'unica differenza è che sono stati girati nelle prigioni invece che nei luoghi dei conflitti perchè, per quanto riguarda i metodi, non esistono varianti.

I regolamenti carcerari prevedono che le guardie che sottopongono i reclusi a "trattamenti punitivi" si assicurino di filmarli in modo da dimostrare che tutto avviene "nel rispetto della legge", ma le brutalità più atroci vengono puntualmente occultate.

Lo ha scoperto la BBC, che è riuscita a venire in possesso di alcuni video dove l'orrore è tanto palese da rendere inutile qualsiasi eventuale smentita da parte del governo Bush. Dopo i noti fatti di Abu Ghraib, la Casa Bianca negò infatti che la tortura e le pratiche disumane sui prigionieri di guerra avessero mai fatto parte della mentalità americana. Immediatamente, l'avvocato Frank Carlson smantellò le falsità di Rumsfeld e dello stesso Bush denunciando l'uso quotidiano di metodi brutali su soggetti inermi nei penitenziari USA.

Recentemente, anche altri avvocati hanno rivelato che le amministrazioni approvano pienamente i maltrattamenti a danno dei reclusi. Nei video che la BBC è riuscita a farsi consegnare, si vedono scene terribili di uomini lasciati morire dopo essere stati torturati. I detenuti, nudi e con gli occhi coperti da bende nere vengono legati alla sedia di contenzione già agonizzanti e abbandonati al loro destino.

In stati come Florida ed Arizoona, il disprezzo per la vita umana dimostrato dalle guardie è impressionante. Nel 2001, proprio in Arizona, Charles Agster, trascinato da quattro guardie, venne immobilizzato su una sedia di contenzione. Le riprese lo mostrano mentre viene malmenato mentre è già legato ed incapacitato a difendersi. Dopo averlo picchiato, le guardie se ne vanno lasciando l'uomo, malato di mente, ad agonizzare e morire. Una denuncia da parte della madre di Angster contro i torturatori del figlio non servì a nulla, tanto che pochi giorni dopo un altro recluso, Scott Norberg, perse la vita esattamente allo stesso modo.

L'unica variante è stata che la famiglia di Norberg è riuscita a farsi riconoscere un risarcimento con grande sdegno da parte dello sceriffo della contea. Linda Evans è un'altra madre che ha perso il figlio a causa dei "trattamenti" in vigore nel carcere dove era detenuto.

Brian Evans è stato legato e malmenato sino ad avere il collo spezzato, ma le guardie della Florida respingono ogni accusa dicendo che loro non fanno che applicare i regolamenti. Risulta però che ci sono stati casi di aggressione fisica anche a danno di reclusi degenti nelle infermerie ed esiste un video che lo conferma il cui sonoro permette anche di sentire i lamenti dell'uomo sottoposto a scariche elettriche. L’avvocato del detenuto torturato nell’infermeria del carcere della Florida è molto risentito con le autorità, perché il suo cliente è malato di mente. Per non avere noie, l'amministrazione ha smesso di filmare i “provvedimenti corporali”, il che non vuol dire che non continueranno ad essere praticati.

Anzi, i gas urticanti sono usati con una frequenza impressionante e, per assicurarsi la sofferenza dei detenuti “trattati” gli agenti arrivano ad infilare dei pezzi di cartone negli aeratori, in modo che l’aria delle celle si saturi di agenti offensivi. Le torture non sono riservate solo a chi ha commesso azioni violente, ma anche a chi viene sorpreso a far rumore o rifiuta la la somministrazione di un medicinale, ma, soprattutto, a chi denuncia la brutalità degli agenti di custodia.

Nel 2000, in una cella del braccio della morte della Florida venne rinvenuto il corpo di Frank Valdes, un condannato a morte odiato dalle guardie per la sua determinazione nel denunciare i loro metodi. L'autopsia rivelò che gli erano state spezzate tutte le costole e un capitano della polizia penitenziaria fu talmente sconvolto dalla violenza dei suoi uomini da lasciarsi poi morire a sua volta in preda al rimorso.

Ma l'aspetto più paradossale della tortura è che essa rende inutile ogni discorso sulla riabilitazione per legittimare invece il senso di vendetta collettivo che condiziona la giustizia penale americana. Nei giorni scorsi, un detenuto dell'Ohio ha perso un occhio in seguito a gravi maltrattamenti.

Ma molte altre horror-stories in arrivo dalle carceri USA fanno sorgere il dubbio che lo stesso Hitler sarebbe stato invidioso dei sistemi usati nel paese per "disciplinare" i detenuti

Bianca Cerri
b.cerri@reporterassociati.org