Sottoscrivo quanto detto da questo lettore di Dagospia.
Osservavo ieri il multicanale di SkyTG24 (a cui rivolgo il mio apprezzamento complessivo per l'atteggiamento tenuto nelle dirette dal Vaticano, apprezzamento che non sento di rinnovare per l'imbarazzante diretta elettorale alle 15 di ieri con Piepoli e Latella) e notavo con qualche turbamento la folla di fedeli in fila lungo la navata centrale di San Pietro; giunti in prossimità del catafalco su cui giaceva il Santo Padre, o se alcuni preferiscono Karol Wojtyla, i fedeli estraevano macchine fotografiche digitali, videocamere e telefonini e inondavano di flash la salma alla ricerca di immagini pruriginose e video magari da acquisire attraverso la fire-wire e riversare su qualsivoglia blog o da scambiare con il bluetooth.
Quale meccanismo compulsivo induce la necessità di uscire dalla Basilica con un trofeo simile? Quale miseria d'animo suggerisce un breve raccoglimento fatto di pixel e inquadrature a fuoco invece di una riflessione intima di qualche secondo al cospetto della salma di una persona, chiunque sia? Perché guardare attraverso un obiettivo fotografico o un display touch-screen con l'ansia di possedere una reliquia digitale, quando solo lo sguardo diretto, umano, oserei dire anagogico (proprio così, anagogico), può restituire un'immagine da imprimere ben più in profondità che su una pellicola?
Beniamino.
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Questi sono i "pellegrini" pii che vanno a vedere la salma del papa morto! Gente abituata a fare la fila per entrare dai Costantino di truno.
E' la giusta fine di una Chiesa che si è allineata totalmente al mondialismo imperante.
Requiem!