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Discussione: Esequie del Papa

  1. #21
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    Il presidente della commissione europea José Manuel Barroso

    Il principe Carlo d'Inghilterra

    Il re Alberto II e la regina Paola del Belgio

    Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva con la moglie Marisa Leticia

    Il presidente siriano Bashar Al Assad

    Il segretario generale della Lega araba Amr Mussa

    Il primo ministro dello Sri Lanka, Mahinda Rajapakse

    Il presidente dello Zimbawe Robert Mugabe

  2. #22
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    Il presidente iraniano Mohammad Khatami

    Il presidente ucraino Viktor Yushchenko

    Il presidente dell'Afghanistan Hamid Karzai

    Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika

  3. #23
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    Predefinito I preparativi per la cerimonia














  4. #24
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    Ecco un'istantanea dei leaders delle false religioni che hanno partecipato al rito funebre

  5. #25
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    QUI l'elenco delle delegazioni "religiose" che avevano annunciato la loro presenza. Ovviamente, si tratta di scismatici, eretici, apostati ed adoratori di idoli.
    QUI, invece, le delegazioni ufficiali dei governi mondiali.

    Forse è stato poco notato. Ma a Roma, nella giornata di oggi, tirava un forte vento, che, oltre, a far svolazzare casule, pianete e zucchetti, sfogliava il libro dei Vangeli posto sulla cassa del Papa. Curiosamente, verso la fine della Celebrazione esequiale, il vento ha chiuso il libro, non riaprendolo più. Che fosse questo un segno?

  6. #26
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    Predefinito Ovviamente si esalta questo Papa e si "abbassano" alcuni predecessori

    La mole di materiale e testimonianze che deve essere vagliata
    è più ingente e richiede tempi lunghissimi prima della conclusione

    "Karol Wojtyla santo subito"
    Ma per i papi il processo è più lungo


    Giovanni XXIII è diventato beato nel 2000, dopo quasi trent'anni
    Per Pio XII istruttoria ancora aperta: pesa il silenzio sull'Olocausto

    ROMA - Lo vorrebbero santo subito. Erano decine gli striscioni in San Pietro e nelle altre piazze di Roma dove i pellegrini giunti nella capitale hanno assistito alle esequie di Giovanni Paolo II. Un desiderio comprensibile sebbene l'emotività popolare debba in verità fare i conti con una procedura severa e, soprattutto, lunghissima, che nel caso di un pontefice scomparso rende molto più complicato avviare il processo di canonizzazione. E questo, non perché esista una qualche norma scritta che stabilisca un iter speciale per i papi. Piuttosto - come già accaduto per Giovanni XXIII, o per Pio XII - è necessario più tempo perché più ingente è la mole di materiale, fra documenti e testimonianze, da vagliare, vista la quantità di responsabilità e di decisioni prese da un pontefice durante il suo regno.

    Il processo di canonizzazione, come per tutti i candidati, non può iniziare prima di cinque anni dalla morte. Deve avere innanzitutto una fase diocesana, poi può approdare al vaglio della Congregazione delle cause dei santi. Un esempio evidente è quello di Angelo Roncalli, divenuto beato nel 2000, dopo un processo canonico lungoo quasi trent'anni, di contro ad alcuni altri "semplici" servi di Dio, che in poco più di dieci anni sono diventati beati.

    I processi sui papi, rispetto agli altri, presentano dunque una complessità oggettiva e sostanziale, dovuta alla singolarità del ministero che i pontefici hanno svolto nella Chiesa, alle circostanze particolari in cui hanno esercitato le virtù cristiane, e all'importanza e molteplicità di responsabilità e decisioni che hanno dovuto prendere. Quindi è naturale che esigano molte più indagini.

    La Chiesa, poi, per tradizione non è generalmente propensa a santificare in tempi rapidi. Unica eccezione, quella fatta proprio da Papa Wojtyla per Madre Teresa di Calcutta, canonizzata in 5 anni dalla sua morte, avvenuta nel 1997. Per tutti i pontefici dell'ultimo mezzo secolo sono stati avviati dopo la loro morte i processi di beatificazione. Paolo VI, nel 1965, a conclusione del Concilio Vaticano II, promosse contemporaneamente la causa di beatificazione dei suoi due predecessori, Pio XII e Giovanni XXIII.

    Se per il "Papa buono" il processo di canonizzazione si è concluso positivamente dopo 35 anni, per Eugenio Pacelli è ancora in corso, nonostante i quarant'anni trascorsi dall'inizio della causa e le centinaia di testimonianze raccolte. Questo perché sulla sua memoria gravano ancora ombre pesanti, come quella di aver taciuto sull'Olocausto degli ebrei.

    Tant'è che, nel 1999, l'ambasciatore dello Stato d'Israele presso la Santa Sede aveva chiesto ufficialmente la sospensione, per almeno 50 anni, del processo di beatificazione. Il Vaticano rispose che non avrebbe accettato ingerenze, il postulatore della causa è andato avanti e lo scorso marzo ha consegnato gli atti alla Congregazione vaticana per le cause dei santi. Il processo di beatificazione di Paolo VI, in sede diocesana, si è chiuso nel marzo 1999. Sta arrivando a conclusione anche l'istruttoria di beatificazione di Giovanni Paolo I.

    (8 aprile 2005)

    Fonte: Repubblica

  7. #27
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  8. #28
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    UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE

    NOVENDIALI IN SUFFRAGIO DEL ROMANO PONTEFICE DEFUNTO
    GIOVANNI PAOLO II


    «Secondo un’antica consuetudine, per nove giorni consecutivi si svolgono particolari celebrazioni dell’Eucaristia in suffragio del Romano Pontefice defunto, a partire dalla Messa esequiale, fissata dalla Congregazione dei Cardinali (cf. Universi Dominici Gregis, n. 13 e 27).

    Ogni giorno la celebrazione è aperta a tutti. Essa tuttavia è affidata ogni giorno a un gruppo diverso, tenuto conto dei suoi legami con il Romano Pontefice. Questa varietà di assemblee mostra in un certo modo sia l’ambito del ministero del supremo Pastore sia l’universalità della Chiesa di Roma» (Ordo Exsequiarum Romani Pontifici, n. 133).

    La Messa esequiale del defunto Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, avrà luogo l’8 aprile 2005 alle ore 10 sul sagrato di San Pietro, mentre nella Basilica Vaticana, nei giorni 9-16 dello stesso mese, continueranno le celebrazioni dei Novendiali, in suffragio del Papa defunto, nel modo seguente:

    1° giorno: Messa esequiale.

    2° giorno: sabato, 9 aprile, ore 17: i fedeli della Città del Vaticano.

    La concelebrazione sarà presieduta dall’Em.mo Cardinale Francesco Marchisano, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana.

    3° giorno: domenica, 10 aprile, ore 17: la Chiesa di Roma.

    La concelebrazione sarà presieduta dall’Em.mo Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la Diocesi di Roma, e concelebrata dal clero di Roma.

    4° giorno: lunedì, 11 aprile, ore 17: i Capitoli delle Basiliche Patriarcali.

    La concelebrazione sarà presieduta dall’Em.mo Cardinale Bernard Francis Law, Arcivescovo emerito di Boston, Arciprete della Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore.

    5° giorno: martedì, 12 aprile, ore 17: Cappella Papale.

    La concelebrazione sarà presieduta dall’Em.mo Cardinale Eugênio Sales de Araújo, Arcivescovo emerito di São Sebastião do Rio de Janeiro, Protopresbitero del Collegio Cardinalizio.

    6° giorno: mercoledì, 13 aprile, ore 17: la Curia romana.

    La concelebrazione sarà presieduta dall’Ecc.mo Mons. Leonardo Sandri, Arcivescovo tit. di Cittanova, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.

    7° giorno: giovedì, 14 aprile, ore 17: le Chiese Orientali.

    La Divina Liturgia in Rito orientale sarà presieduta da Sua Beatitudine Pierre Sfeir Nasrallah, Patriarca di Antiochia dei Maroniti.

    8° giorno: venerdì, 15 aprile, ore 17: i Membri degli Istituti di Vita consacrata e delle Società di Vita apostolica.

    La concelebrazione sarà presieduta dall’Ecc.mo Mons. Piergiorgio Silvano Nesti, C.P., Arcivescovo emerito di Camerino-San Severino Marche, Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

    9° giorno: sabato, 16 aprile, ore 17: Cappella Papale.

    La concelebrazione sarà presieduta dall’Em.mo Cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Protodiacono del Collegio Cardinalizio.

    Città del Vaticano, 7 aprile 2005

    Per mandato del Collegio Cardinalizio

    † PIERO MARINI
    Arcivescovo Tit. di Martirano
    Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

  9. #29
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    08 aprile 2005

    Cerimonia funebre di Giovanni Paolo II: partecipazione mai vista di fedeli

    "Santo, santo": l'ultimo abbraccio della folla

    Oltre 300mila persone in piazza San Pietro, cori e applausi. Per il cardinale Ratzinger: «E' alla finestra del Padre e ci benedice»


    ROMA - Quando la bara lascia la piazza affollata da almeno trecentomila persone, i rintocchi della campana di San Pietro si mescolano al coro dei «Papa boys» che battendo ritmicamente le mani scandiscono: «Giovanni Paolo». Sembra fuori luogo quel modo «da stadio» di vivere un funerale, il più partecipato e sentito funerale della storia. Eppure quel coro è il segno di come proprio Karol Wojtyla abbia lasciato il segno nella storia del mondo e nel cuore di milioni di persone a Roma e nel resto del pianeta, gli hanno detto addio. Perché proprio così, con quei cori, centinaia di migliaia di giovani erano abituati ad acclamarlo durante gli incontri delle Giornate della Gioventù. E tutta la cerimonia, seguita in diretta nel mondo da tv, radio e siti web , è stata caratterizzata dalla voce dei fedeli, giunti a Roma con bandiere e striscioni con scritte dedicate a Wojtyla («Subito santo» la più frequente) e che si sono fatti sentire applaudendo a lungo e soprattutto scandendo un coro: «Santo, santo...». Non era mai accaduto che l'addio a un Papa avesse una partecipazione così ampia e soprattutto che la folla dei fedeli avesse una parte così diretta, sentita ed espressa in questi modi.

    LA BARA SUL SAGRATO - Alle 10, quando il funerale comincia, il vangelo viene deposto aperto sulla bara di cipresso, come era accaduto per Paolo VI: il Vangelo simboleggia la semplicità. Anche Wojtyla ha voluto abolire tutti i segni d’onore e di sfarzo che erano propri dei pontefici defunti. La bara viene portata a spalla sul sagrato di San Pietro: l'applauso della folla, lunghissimo, lo sventolare delle bandiere listate a lutto, rendono l'idea della partecipazione collettiva che nel mondo si sta vivendo in quel momento. Ci sono i potenti della Terra (sono 200 le delegazioni ufficiali) ma pare ci sia davvero tutto il mondo stretto nel cerchio del colonnato di San Pietro, dove sventolano bandiere di decine di Paesi, con la netta prevalenza del bianco-rosso del vessillo polacco. Il vento forte accresce l'effetto simbolico dell'inizio della cerimonia, con le bandiere distese, le pagine del libro sacro che vengono mosse come se una mano invisibile le voltasse una a una fino a richiudere la copertina rossa e le stole dei cardinali vengono scosse e gonfiate dalle raffiche.

    LA MESSA - Comincia la celebrazione della messa. La prima lettura è in spagnolo, declamata da Alejandra Correa: è un brano degli Atti degli Apostoli: «Cristo è costituito da Dio giudice dei vivi e dei morti». Dopo il salmo responsoriale in latino (il numero 22, «Il Signore è il mio pastore non manco di nulla») cantato da Marcos Pavan, la seconda lettura è letta in inglese da John G. McDonald: dalla lettera di San Paolo Apostoli ai Filippesi, il testo sacro ricorda che «Cristo trasformerà il nostro corpo e lo formerà al suo corpo glorioso». Il Vangelo, invece, è letto in latino da un diacono: il testo di Giovanni ricorda quando Gesù risorto disse a Pietro, «Tu Seguimi».

    L'OMELIA E I CORI - Poi è il momento dell'omelia di Ratzinger: «Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre!». Un'invocazione diretta a Giovanni Paolo II, che ha rappresentato uno dei passaggi più commoventi della cerimonia religiosa per il rito delle solenni esequie. Per tredici volte il cardinale viene interrotto dall'applauso della piazza e al termine dell'omelia si alza dalla folla un coro che è insieme un'invocazione: «Santo, santo». Il coro accompagnato da un battimani si propaga come un'onda nella piazza. Dura parecchi minuti l'applauso che lo accompagnai. Ecco il battimani e il coro dei giovani, «Giovanni Paolo», che si riascolterà alla fine.

    LE PREGHIERE - Dio «accolga benigno» Giovanni Paolo II «nel suo regno di luce e di pace» è la prima preghiera dei fedeli, pronunciata in francese. La seconda preghiera, in swahili, è dedicata alla Chiesa, la terza in filippino alla pace tra le nazioni. In polacco la preghiera per tutti i pontefici defunti, mentre quella in tedesco ha ricordato tutti i defunti. L'offertorio è aperto da una coppia polacca, con i vestiti tradizionali. La processione è stata seguita poi da altre coppie dei vari continenti, mentre una suora ha chiuso il rito dei doni. Poi la distribuzione della Comunione da parte di un gruppo di sacerdoti, che è arrivato anche in via della Conciliazione. Lunghe e silenziose le file per l'eucarestia.

    LE SUPPLICHE E LE CHIESE ORTODOSSE - Il cardinale Ratzinger e il cardinale Camillo Ruini leggono le suppliche nel momento più solenne delle esequie. «O Dio, che dai la giusta ricompensa agli operai del Vangelo, accogli il tuo servo e nostro Papa Giovanni Paolo, perché contempli in eterno il mistero di pace e di amore che egli, come successore di Pietro e pastore della Chiesa, dispensò fedelmente alla tua famiglia» ha detto Ruini. Finita la supplica, i patriarchi, gli arcivescovi maggiori e i metropoliti delle Chiese Metropolitane orientali cattoliche hanno eseguito cori rivolti all'altare. Poi una preghiera silenziosa e la benedizione della salma. Infine l’incensazione da parte di Ratzinger, accompagnata dai canti della schola. Al termine della messa l’orazione, ancora di Ratzinger: «Alla Chiesa, privata del suo Pastore, dona il conforto della fede e la forza della speranza».

    L'ULTIMO APPLAUSO - Alle 12,37 la bara di Giovanni Paolo II lascia il sagrato di San Pietro per essere portata dentro la basilica e essere poi tumulata nelle Grotte Vaticane, nella nuda terra comune ha voluto Wojtyla, nel luogo dove era prima Giovanni XXIII fino alla beatificazione. Il feretro, portato a spalla da 12 «sediari pontifici» si allontana preceduto da una processione dei cardinali, chiusa dal cardinale decano, Joseph Ratzinger. La bara viene rivolta un'ultima volta alla folla, poi entra nella basilica salutata da un ritmico e quasi interminabile applauso. Tante le mani agitate in segno di saluto, anche da parte di molti vescovi presenti sul sagrato. Il campanone di San Pietro comincia a suonare con i rintocchi a morto.Il portale della basilica viene chiuso, San Pietro resterà serrata fino alla mattina di sabato, alle 7. La folla nella piazza comincia a defluire, i capi di stato, i rappresentanti di governi e religioni, i sovrani presenti al funerale, cominciano a muoversi e a lasciare i loro posti. Il rito delle esequie è durato in tutto poco più di due ore e mezza. L'emozione di chi l'ha vissuto durerà per sempre.

    LA TUMULAZIONE - Il rito della tumulazione è presieduto dal cardinale Camerlengo Eduardo Martinez Somalo. La cassa di cipresso con le spoglie del pontefice viene legata con nastri rossi, sui quali vengono impressi i sigilli della Camera Apostolica, della prefettura della Casa pontificia, dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del pontefice e del Capitolo vaticano. La bara viene collocata nella cassa di legno zincata, che immediatamente viene saldata; su di essa sono impressi i sigilli degli Uffici suddetti. Sul coperchio ci sono la croce e lo stemma del pontefice defunto. Mentre la bara viene deposta nel sepolcro, si canta l’antifona: «Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza, e speranza nostra, salve». Alle 14 e 20 la cerimonia di sepoltura di Giovanni Paolo II è terminata. Sulla tomba nella terra è stata posta la lapide con inciso il nome e le date di nascita e morte di Wojtyla. Non sia ancora quando i fedeli potranno accedere alle grotte per visitarla.

    Fonte: Corriere della Sera

  10. #30
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    Predefinito Non mancano le polemiche nei confronti di un principe della Chiesa

    Monsignor Law avrà l'onore di celebrare le messe funebri per il Papa

    Dopo i casi di pedofilia, era stato costretto alle dimissioni da arcivescovo di Boston

    Promosso il cardinale dello scandalo
    Polemiche Usa sulle scelte vaticane


    Il caso sollevato da un articolo del New York Times: "Riaperte vecchie ferite"

    ROMA - Dall'onta delle dimissioni sulla scia dello scandalo per i casi di pedofilia nella diocesi di Boston all'onore di essere uno dei nove cardinali che avranno l'onore di celebrare le messe funebri per Giovanni Paolo II. E' la sorte di Bernard Law, ex arcivescovo di Boston e attuale arciprete di Santa Maria Maggiore a Roma, una delle quattro basiliche patriarcali.

    Sorte che in molti in America, dove nel 2002 la vicenda degli abusi sessuali da parte di diversi sacerdoti ebbe un eco enorme, non hanno apprezzato affatto. Così il New York Times si è fatto interprete di questi sentimenti stigmatizzando la scelta della Santa Sede.

    "E' un altro esempio del gap tra come vede le cose il Vaticano e come le vede la Chiesa americana", ha commentato al quotidiano Usa il gesuita Keith Pecklers, docente all'Università Gregoriana a Roma. "Una scelta - ha aggiunto - che può riaprire ferite che avevano appena cominciato a rimarginarsi".

    Il NYT non si limita a sottolineare la discutibile parabola di monsignor Law, ma ricorda come una volta arrivato a Roma dopo il fango piovutogli addosso in America, il Vaticano lo ha accolto a braccia aperte, concedendogli anche una sontuosa residenza, oltre che un incarico di prestigio per quanto onorifico.

    Del resto Law, sottolinea il quotidiano, agli occhi della Santa Sede prima ancora che un cardinale accusato di aver tollerato la presenza di sacerdoti pedofili nella sua diocesi, è un potente kingmaker negli equilibri interni della Chiesa e il Vaticano in passato lo ha sempre accontentato nelle sue richieste.

    Law, scrive ancora il New York Times, pronuncerà un'omelia che molti osservatori vaticani esamineranno per avere indicazioni sul pensiero dei cardinali sul successore di Giovanni Paolo II. Inoltre, fa notare ancora polemicamente il giornale, l'aver messo Law sotto la luce dei riflettori è stato da parte dei cardinali un modo di ricordare ai cattolici americani che l'ultimo doloroso capitolo della loro storia "in Vaticano è stato appena registrato".

    Un portavoce dell'associazione delle vittime dei preti pedofili di Boston ha fatto anche appello a Law perché rifiuti l'invito, ma per il momento da parte vaticana si è fatto semplicemente notare che per tradizione la Santa Sede non aveva alternative alla scelta di Law. E' infatti costume che gli arcipreti delle tre basiliche patriarcali di Roma oltre San Pietro (San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore) celebrino le messe dei novendialia.

    (9 aprile 2005)

    Fonte: Repubblica

 

 
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