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Discussione: La tv non conta?

  1. #11
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    umbria
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: La tv non conta?

    In Origine Postato da estewald
    il lavoro di Mentana era di fioretto, B. ha pensato che servisse un'ascia...
    Ti ricordi che mentre Prodi otteneva risultati abbatendo il deficit lui parlava solo di cronaca? e ti ricordi l'intervista a Rutelli nel 2001 in cui alla frase di Rutelli sulla crescita della borsa italiana grazie all'Ulivo egli disse perfido:
    "come no l'Ulivo ha fatto crescere le borse di tutto il mondo"
    Rutelli non è un grande e non rispose.
    Bastava dire che in quei 5 anni anni la borsa italiana era quella cresciuta di più al mondo (aspetto smentite documentate)...
    al contrario degli ultimi 4 anni
    come dimenticare...ogni giorno si parlava di rapine nelle ville..tanto per rassicurare la pubblica opinione....ora se ne parla solo quando ci scappa il morto o il ferito grave....sai che sega se c'era ancora l'ulivo e la criminalità (in generale) aumentava, come sta aumentando adesso e i crimini impuniti sono sempre di più....
    passerà la nottata.....

  2. #12
    sono felice e tanto mi basta
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    Predefinito Re: La tv non conta?

    In Origine Postato da estewald
    di
    Pierluigi Battista

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    INVIA QUESTO ARTICOLO
    Ma se in Italia la tv non avesse quell’influenza cruciale sui destini politici ed elettorali che tutti le riconoscono? La domanda, già apparentemente stravagante in un Paese in cui il premier è anche un magnate della televisione, può sembrare addirittura paradossale quando la spettacolare irruzione di Berlusconi nell’arena televisiva di «Ballarò» segna una svolta nella strategia politico-mediatica del centrodestra ferito a morte nelle ultime elezioni. E anche impropria, quando i leader del centrosinistra, da Prodi a Veltroni, indicano nella nomina bipartisan di un inedito consiglio d’amministrazione della Rai l’obiettivo simbolico della nuova stagione politica scaturita dall’ultimo responso delle urne. Ma è una domanda che da almeno un ventennio dispone di una base cospicua e coerente di esempi che militano a suo favore e che oggi forse non si perderebbe tempo a prendere in considerazione, per evitare illusioni, ma anche scontri feroci e crociate apocalittiche nel nome dello spoils system.
    E allora, conta davvero così tanto la tv nelle elezioni italiane oppure è il caso di dire che non c’è storicamente nessuna coincidenza meccanica e necessaria tra il controllo della tv pubblica e i comportamenti politici ed elettorali dei cittadini italiani? Il primo esempio risale alla seconda metà degli anni Ottanta, quando la conquista da parte del Pci di una rete Rai e di un telegiornale non seppe impedire l’inesorabile declino elettorale di quel partito.
    Perché infatti non stava crollando il comunismo, non c'era la Prestroika, l'Italia era fuori dal resto del mondo.
    Povero Battista.
    Prosegue, a cavallo tra la fine degli Ottanta e i primi anni del Novanta, con il controllo ferreo da parte del «Caf» sulla televisione pubblica, che non riuscì ad arginare il rovinoso crollo
    Certo, perché quello che avevano fatto DC e PSI non era gravissimo, quindi le televisioni avevano anche il potere di addolcire la verità.
    Povero Battista.
    dei partiti centrali della Prima Repubblica (penalizzati dalle urne prima ancora che dalle decisive inchieste giudiziarie)
    Falsissimo, il crollo alle elezioni del '92 avvenne dopo le prime inchieste.
    Povero Battista.
    e nemmeno a frenare la tumultuosa ascesa della Lega di Bossi, totalmente assente, non solo dagli assetti manageriali, ma addirittura dagli schermi della tv di Stato
    Anche se non ricordo molto perché cominciavo a seguire la politica in quegli anni, ricordo che Formentini per le comunali di Milano del '93 in tv ci andava e come.
    (fenomeno che si replicherà sette anni dopo, quando la straordinaria performance di Emma Bonino ebbe a compiersi nel vuoto assoluto di presenze nei programmi di informazione politica).
    Già, infatti la Bonino non fece una campagna mediatica faraonica per finanziare la quale vendette radioradicale2 e senza la quale avrebbe preso il 2%, come al solito.
    Povero Battista.
    Gli anni della crisi della Prima Repubblica azzerarono il profilo della «lottizzazione» proporzionalistica della Rai e introdussero nei suoi assetti la logica spietata del bipolarismo ma non smentirono, anzi accentuarono, la divaricazione tra controllo dei gangli della tv di Stato e risultati elettorali effettivamente conseguiti. Tra il ’93 e il ’94, con la Rai dei «professori», i tg e i talk show politici, forse fiutando i venti della stagione «nuovista», vennero affidati quasi esclusivamente a esponenti della sinistra. Eterogenesi dei fini: vinse, avventurosamente ma vinse, Berlusconi.
    E vinse senza le televisioni, certo. Non fece mai spot e non stava mai in televisione.
    Povero Battista.
    Ma quando il centrodestra andò al potere, anche quello della Rai cambiò subito segno e colore.
    Eppure alle elezioni del ’96 vinse Prodi, e perse lo schieramento che in quel momento deteneva le leve della televisione di Stato.
    Non anche perché creò il centrosinistra, che fino a quel momento non esisteva, sommando la maggior parte dei voti popolari. Le analisi vanno fatte confrontando i risultati di schieramenti ormai assestati, non si possono prendere in considerazione periodi di assestamento del sistema politico, nei quali li cose si evolvono dal punto di vista delle alleanze e della composizione dei poli.
    Povero Battista.
    Coincidenze, forse. Eppure lo scenario viene replicato con impressionante ripetitività negli anni successivi. L’Ulivo trionfante impose nuovi equilibri nella Rai, ad esso ovviamente favorevoli. E quanto più ulivizzava la Rai tanto più subiva scacchi elettorali (dalle elezioni europee del 1999 fino alle regionali del 2000) per arrivare al tonfo elettorale delle consultazioni del 2001, che videro trionfare Berlusconi.
    E tutto questo non anche perché Berlusconi martellava giorno e notte con le sue televisioni e con quella parte di rai che gli era stata lasciata, Vespa e Mimun in primis.
    Povero Battista.
    Il quale Berlusconi, assieme ai partiti del centrodestra, non risparmiò blindature alla Rai governata nel nuovo quadro politico. Ma da quando esercita il suo controllo sul servizio pubblico, il centrodestra ha fatto in tempo a perdere ben tre tornate elettorali, fino al tracollo rovinoso dei giorni scorsi, quarto e sinora ultimo passaggio elettorale in cui i comportamenti politici degli italiani non sembrano assecondare le geometrie imposte a Viale Mazzini.
    Come se la Rai fosse l'unica azienda televisiva italiana.
    Povero Battista.
    Non esiste, in questo breve excursus sui destini paralleli delle vicende televisive e dei risultati elettorali, un solo esempio che contrasti la sensazione che gli italiani, magari voteranno per le più bizzarre motivazioni, ma non certo sulla base dei desiderata di chi di volta in volta detiene le leve del potere della televisione pubblica. E allora: davvero la tv conta così tanto sulla politica italiana?
    08 aprile 2005
    Come sopra, come se la tv pubblica fosse l'unica tv italiana.
    Povero Battista.

    Non c'è che dire, il collegio editoriale del corrierino dei piccoli è proprio di alto livello:
    l'intelligentissimo Battista...
    l'intelligentissimo Galli Della Loggia...
    l'intelligentissimo Panebianco...

    Con questa gente ci possono fare davvero il corriere dei piccoli.

  3. #13
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    Predefinito

    non sapevo (o meglio non ricordavo) che Battista era stato designato da B. per sostituire Biagi.
    E' evidente che è in malafede allora e parla per proprio esclusivo interesse denotando la assoluta mancanza di deontologia ed etica professionale che contraddistingue i servi di B.

  4. #14
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    Predefinito Re: Re: La tv non conta?

    In Origine Postato da Pericle

    Non c'è che dire, il collegio editoriale del corrierino dei piccoli è proprio di alto livello:
    l'intelligentissimo Battista...
    l'intelligentissimo Galli Della Loggia...
    l'intelligentissimo Panebianco...

    Con questa gente ci possono fare davvero il corriere dei piccoli.
    Non offendiamo i piccoli lettori del Corriere dei piccoli neanche loro meritano questi pennivendoli

  5. #15
    illuminista eretico
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    Predefinito Re: Re: Re: La tv non conta?

    In Origine Postato da Mauam
    Non offendiamo i piccoli lettori del Corriere dei piccoli neanche loro meritano questi pennivendoli
    certe situazioni storiche e sociali fanno uscire fuori il peggio che è dentro di noi...
    solo che alcuni di noi diventano come i gerarchi fascisti e gli altri si azzuffano tra loro come i prigionieri politici nelle prigioni del fascismo (chi ha visto il film sulla vita di Gramsci sa di cosa parlo).
    Per fortuna quando si tocca il fondo nasce sempre una nuova speranza, chi ha usato la violenza viene emarginato e che ha fallito nel trovare ragioni comuni inizia a trovare i punti di intesa

  6. #16
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: La tv non conta?

    In Origine Postato da estewald
    certe situazioni storiche e sociali fanno uscire fuori il peggio che è dentro di noi...
    solo che alcuni di noi diventano come i gerarchi fascisti e gli altri si azzuffano tra loro come i prigionieri politici nelle prigioni del fascismo (chi ha visto il film sulla vita di Gramsci sa di cosa parlo).
    Per fortuna quando si tocca il fondo nasce sempre una nuova speranza, chi ha usato la violenza viene emarginato e che ha fallito nel trovare ragioni comuni inizia a trovare i punti di intesa
    Concordo

  7. #17
    Il cinismo ci salverà
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    In Origine Postato da Mauam
    Giustissimo e comunque in Italia di veri liberali non ce ne sono più!
    Non ce ne sono mai stati. Sono/siamo tutti cattocomunisti in vario modo declinati forzatamente causa sistema maggioritario che obbliga a logiche bipolari...

  8. #18
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    In Origine Postato da Logos
    Non ce ne sono mai stati. Sono/siamo tutti cattocomunisti in vario modo declinati forzatamente causa sistema maggioritario che obbliga a logiche bipolari...

    ... oddio.. benedetto croce, a parte la sottovalutazione iniziale del fascismo... un po' liberale lo era... un po' come pannella.

  9. #19
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    In Origine Postato da estewald
    amici, vi sottopongo questo articolo per sottolineare alcuni aspetti che trovo particolarmente inquietanti.
    Il primo riguarda la superficialità e l'ignoranza di giornalisti come questo Battista. E' stato capace di scrivere alcune falsità storiche per argomentare una tesi sciocca con una leggerezza impressionante...
    Sul principale e più autorevole giornale italiano...
    La prima che mi viene mente è questa:
    "ma addirittura dagli schermi della tv di Stato (fenomeno che si replicherà sette anni dopo, quando la straordinaria performance di Emma Bonino ebbe a compiersi nel vuoto assoluto di presenze nei programmi di informazione politica)."
    Mi verrebbe di dirgli: "ma sei scemo?"
    La Bonino fece una campagna di spot a tambur battente favolosa con la scusa dell'elezione per il presidente della Repubblica proprio in quei giorni.
    Se mi dici che andare da Vespa non paga più posso in parte essere d'accordo, ma se mi dici che gli spot non funzionano allora non hai capito un cazzo.

    Un'altro elemento di una superficialità terrificante riguarda il "o tutti o nessuno"
    Nessun sano di mente dice che il 100% è condizionabile dalla TV, ma il 5-6% come minimo si! E in una situazione di equilibrio ti pare poco????

    E' chiaro che la propaganda non paga quando il paese è allo sfascio perchè la realtà viene toccata con mano, ma in situazioni confuse come quelle degli anni novanta la TV ha avuto un peso enorme per orientare masse disorientate, chi lo nega o è in malafede o è da ricovero.

    Nel 95-96 c'era il governo Dini non Berlusconi prima che arrivasse Prodi
    quindi questa frase è totalmente falsa:
    "Eppure alle elezioni del ’96 vinse Prodi, e perse lo schieramento che in quel momento deteneva le leve della televisione di Stato."

    Nel 2001 le trasmissioni di Biagi Santoro e Luttazzi spostarono milioni di voti per questo B. gliela ha fatto pagare, altrimenti sarebbero rimasti dove erano! Infatti lui temeva l'incredibile rimonta del csx nel 2001 (lo ha detto anche Rutelli a Ballarò) e non accettò confronti televisivi on Rutelli

    Domanda:
    DOVE VUOLE ANDARE A PARARE QUESTO GIORNALISTA?

    vuole far credere che si può e si deve abbassare la guardia sulla RAI?

    Ma con chi crede di avere a che fare con degli idioti?
    Battisti è il classico terzista che per non voler prendere posizione finisce coll'appoggiare berlusconi. E' così da anni: questi commentatori han perdonato di tutto a berlusconi mentre sono sempre molto severi con il centrosinistra.

  10. #20
    Il cinismo ci salverà
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    In Origine Postato da RomagnaRossa
    ... oddio.. benedetto croce, a parte la sottovalutazione iniziale del fascismo... un po' liberale lo era... un po' come pannella.
    Sulle percentuali infinitesimali possiamo discutere...

 

 
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