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  1. #21
    Conservatorismo e Libertà
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    Predefinito Rif: Perchè non antifascista?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Rispondo alle vostre obiezioni. Chi mi deride perchè dico le cose come stanno si giudica da solo. Il Magistero infallibile di Santa Romana Chiesa dice che il liberalismo è contrario ai principi della religione e dell'etica cattolica. Chi dice il contrario non è cattolico.

    Chi afferma che non è totale la condanna del liberalismo afferma una castroneria.
    La Chiesa condanna in toto il liberalismo in tutte le sue implicazioni politiche e filosofiche. Visto che si cita Wikipedia, vi rimando a quanto riporta dell'enciclica Mirari vos.
    Condanna dell'indifferentismo religioso:
    Veniamo ora ad un’altra sorgente trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire l’indifferentismo, ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl’increduli si dilatò in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto

    Condanna della libertà di coscienza:

    Da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato

    Condanna della libertà d'opinione:

    ...pessima, né mai abbastanza esecrata ed aborrita "libertà della stampa" nel divulgare scritti di qualunque genere; libertà che taluni osano invocare e promuovere con tanto clamore. Inorridiamo, Venerabili Fratelli, nell’osservare quale stravaganza di dottrine ci opprime o, piuttosto, quale portentosa mostruosità di errori si spargono e disseminano per ogni dove con quella sterminata moltitudine di libri, di opuscoli e di scritti

    Condanna della separazione fra Stato e Chiesa:

    Né più lieti successi potremmo presagire per la Religione ed il Principato dai voti di coloro che vorrebbero vedere separata la Chiesa dal Regno, e troncata la mutua concordia dell’Impero col Sacerdozio. È troppo chiaro che dagli amatori d’una impudentissima libertà si teme quella concordia che fu sempre fausta e salutare al governo sacro e civile

    Ricordiamo, dopo Mirari Vos, cosa CONDANNA il Sillabo:

    X.
    ERRORI RIGUARDANTI
    IL LIBERALISMO ODIERNO.

    77. Ai tempi nostri non giova più tenere la religione cattolica per unica religione dello Stato, escluso qualunque sia altro culto.
    Alloc. Nemo vestrum, 26 luglio 1855.

    78. Quindi lodevolmente in parecchie regioni cattoliche fu stabilito per legge, esser lecito a tutti gli uomini ivi convenuti il pubblico esercizio del proprio qualsiasi culto.
    Alloc. Acerbissimum, 27 settembre 1552.

    79. Infatti è falso che la civile libertà di qualsiasi culto o la piena potestà a tutti indistintamente concessa di manifestare in pubblico e all'aperto qualunque pensiero ed opinione influisca più facilmente a corrompere i costumi e gli animi dei popoli e a propagare la peste dell'indifferentismo.
    Alloc. Numquam fore, 15 dicembre 1856.

    80. Il Romano Pontefice può e deve col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà venire a patti e conciliazione.
    Alloc. Jamdudum cernimus, 18 marzo 1861.


    Ricordo che Quanta Cura è considerata un atto di Magistero infallibile ed il Sillabo, in quanto appendice di Quanta Cura, è atto di magistero infallibile perchè insegnamento della Chiesa docente e appendice di un documento in cui il Papa "con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa".
    Anzichè leggere in merito wikipedia, sulla cui affidabilità sono scettico, direi che sia il caso di consultare qualcosa di più autorevole:
    Sillabo e definizione dell'infallibilit

    La Rivoluzione e il Sillabo

    Qui emerge che tutti i teologi - persino i più progressisti - hanno sempre considerato Quanta Cura atto di Magistero infallibile. La discussione è sul Sillabo, sulla cui infallibilità solo due teologi hanno espresso dubbi sul suo essere insegnamento infallibile. Questi stessi teologi hanno però detto che si tratta di un insegnamento papale comunque importante e vincolante per tutta la Chiesa, ferma restando l'infallibilità di Quanta Cura.

    Riporto dal secondo link:

    Il problema del valore giuridico e dogmatico del Sillabo e della Quanta cura, non può essere rimosso da chi voglia studiare il legato dottrinale di Pio IX. Per quanto riguarda il Sillabo un buon numero di autorevoli teologi concorda, sia pure con diverse motivazioni, per la sua infallibilità. Alcuni noti studiosi, come Franzelin, Mazzella, Schrader, Dumas, Scheeben, Pascal lo ritengono definizione ex cathedra, atto personale infallibile del Pontefice; altri fanno derivare la infallibilità dai documenti da cui sono tratte le singole proposizioni, come Rinaldi; altri ancora, come Hurter e Wernz, ritengono che sia divenuto norma infallibile in forza dell'adesione unanime dell'episcopato cattolico.

    Una diversa posizione è sostenuta dal gesuita Lucien Choupin, l'autore che forse ha studiato più profondamente la questione. Choupin ritiene che non si possa affermare con certezza che il Sillabo sia una definizione ex cathedra, o garantita in ogni sua parte dalla infallibilità della Chiesa, ma egli sostiene che si tratta, in ogni caso e senza possibilità di contraddizione, di un documento dottrinale emanante direttamente dal Magistero supremo(31) del Sovrano Pontefice a cui ogni cattolico è tenuto a dare l'assenso. I più sicuri teologi ritengono che questa ultima posizione sia il minimo che si possa affermare con certezza sul valore del Sillabo.

    Diverso è il discorso della Quanta cura. In questo caso, come hanno affermato pressoché tutti i teologi [anche di parte progressista] [...], ci troviamo di fronte a una delle rarissime encicliche da ritenere con tutta evidenza come documenti ex cathedra. La infallibilità della enciclica non può essere, infatti, negata senza contraddire la stessa dottrina della infallibilità pontificia, le cui quattro note qualificanti sono esplicitamente presenti nel documento(32).


    Se volete, posso fornire altra documentazione in merito alla totale condanna del liberalismo da parte cattolica.

    Mazzini non era un cattolico, giusto per fare un esempio.

    Su Mit Brennender Sorge: essa condanna le correnti neo-pagane e gli aspetti darwinisti e materialisti del razzismo biologico professati da alcuni esponenti del Terzo Reich come Rosenberg, non viene condannato in toto il Nazionalsocialismo. Si fanno rilievi, inoltre, sulla mancata applicazione del Concordato.
    Non c'è una condanna ideologica e totale al Nazionalsocialismo.
    Infatti, nell'enciclica Mit Brennender Sorge sta scritto:
    La moderazione da Noi finora mostrata, nonostante tutto ciò, non Ci è stata suggerita da calcoli di interessi terreni né tanto meno da debolezza, ma semplicemente dalla volontà di non strappare, insieme con la zizzania, anche qualche buona pianta;

    Dovrei fare un lungo discorso sulla situazione tedesca di allora e sui rapporti fra Chiesa e Stato in seguito al Concordato.
    Mi limito a dire che in Germania c'erano esponenti del Nazionalsocialismo che avevano o auspicato un ritorno alle antiche religioni pre-cristiane dei popoli indogermanici o la creazione di una 'chiesa nazionale tedesca' che considerasse il Mein Kampf un 'libro sacro', ultima parola della Rivelazione Divina, di dignità superiore allo stesso Vangelo di Cristo. Quest'ultima visione includeva una sostanziale negazione dell'Antico Testamento.
    Su tale visione concordavano esponenti di primo piano come Rosenberg, Frick e Bormann, che nella loro azione fecero di tutto per fare in modo che il Concordato fosse, nei fatti, lettera morta. Tali convincimenti, che ci crediate o meno, vedevano contrario Hitler, che da sempre cercò di mediare con la Chiesa.
    Infatti dopo Mit Brennender Sorge Hitler ordinò a Goering e Goebbels di evitare qualsiasi aperta manifestazione di simpatia verso movimenti cristiani che si ponessero al di fuori della Chiesa Cattolica e - quindi - di rimanere, in quanto battezzati, all'interno della comunità dei credenti.
    Il Movimento per la Fede Tedesca venne messo fuori legge e dopo una serie di trattative fra Chiesa e Reich si giunse ad una nuova pacificazione. Tant'è che quanto venne fatto un attentato contro Hitler, il Papa in persona mandò le sue felicitazioni al Fuhrer per lo scampato pericolo. Secondo voi il Papa avrebbe fatto lo stesso con Stalin?
    Questi però sono dati storici: Hitler mai venne scomunicato nè mai venne emessa una tale condanna per i nazionalsocialisti.

    E il Papa poteva benissimo farlo, essendo Hitler battezzato secondo rito cattolico.
    Non è obiettivamente ricavabile da Mit brennender sorge un pronunciamento di netta e totale condanna del NS come idea politica. Questo lo dico a prescindere dal giudizio di ciascuno di noi sul NS. Ed è questo il motivo per cui molti anti-clericali hanno sempre minimizzato i diversivi fra Chiesa e Terzo Reich, ossia non c'è mai una stata una piena condanna dottrinale, come invece per il comunismo e il liberalismo.
    Adesso non ne ho il tempo, ma vi riporterò un pronunciamento pubblicato dal clero tedesco cattolico sulla conformità del Nazionalsocialismo al Cattolicesimo.

    Detto questo, mi preme sottolineare che qua non è in discussione la compatibilità del Nazionalsocialismo col Cattolicesimo, questione ormai secondaria non esistendo più il NS come forza politica di rilievo.
    Ciò su cui mi preme discutere è il rispetto del Magistero infallibile di Santa Romana Chiesa su cui un cattolico non può nè deve avere dubbi.
    Non faccio considerazioni 'soggettive', come avete visto, ma mi limito a riportare proposizioni altrui, in tal caso di chi ha scritto gli atti di Magistero di cui ho parlato finora.
    "Per il fatto che l'autorità deriva da Dio non ne segue che gli esseri umani non abbiano la libertà di scegliere le persone investite del compito di esercitarla, come pure di determinare le strutture dei poteri pubblici e gli ambiti ento cui e i metodi secondo i quali l'autorità va esercitata, per cui la dottrina sovra esposta è pienamente conciliabile con ogni sorta di regimi genuinamente democratici"

    Enciclica Pacem in terris


    Non penso sia il caso di riprodurre tutte le enicliche, gli atti conciliari, i documenti e le affermazioni pontificie sul dialogo con il mondo contemporaneo, la collaborazione fra i popoli e gli uomini di buona volontà, la condanna dell'uso della forza e dell'imposizione costrittiva...
    Per quanto riguarda il nazismo, basti le parole pronunziate da Sua Santità nella recente visita al ben noto campo di concentramento.

  2. #22
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    Predefinito Rif: Perchè non antifascista?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Rispondo alle vostre obiezioni. Chi mi deride perchè dico le cose come stanno si giudica da solo. Il Magistero infallibile di Santa Romana Chiesa dice che il liberalismo è contrario ai principi della religione e dell'etica cattolica. Chi dice il contrario non è cattolico.

    Chi afferma che non è totale la condanna del liberalismo afferma una castroneria.
    La Chiesa condanna in toto il liberalismo in tutte le sue implicazioni politiche e filosofiche. Visto che si cita Wikipedia, vi rimando a quanto riporta dell'enciclica Mirari vos.
    Condanna dell'indifferentismo religioso:
    Veniamo ora ad un’altra sorgente trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire l’indifferentismo, ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl’increduli si dilatò in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto

    Condanna della libertà di coscienza:

    Da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato

    Condanna della libertà d'opinione:

    ...pessima, né mai abbastanza esecrata ed aborrita "libertà della stampa" nel divulgare scritti di qualunque genere; libertà che taluni osano invocare e promuovere con tanto clamore. Inorridiamo, Venerabili Fratelli, nell’osservare quale stravaganza di dottrine ci opprime o, piuttosto, quale portentosa mostruosità di errori si spargono e disseminano per ogni dove con quella sterminata moltitudine di libri, di opuscoli e di scritti

    Condanna della separazione fra Stato e Chiesa:

    Né più lieti successi potremmo presagire per la Religione ed il Principato dai voti di coloro che vorrebbero vedere separata la Chiesa dal Regno, e troncata la mutua concordia dell’Impero col Sacerdozio. È troppo chiaro che dagli amatori d’una impudentissima libertà si teme quella concordia che fu sempre fausta e salutare al governo sacro e civile

    Ricordiamo, dopo Mirari Vos, cosa CONDANNA il Sillabo:

    X.
    ERRORI RIGUARDANTI
    IL LIBERALISMO ODIERNO.

    77. Ai tempi nostri non giova più tenere la religione cattolica per unica religione dello Stato, escluso qualunque sia altro culto.
    Alloc. Nemo vestrum, 26 luglio 1855.

    78. Quindi lodevolmente in parecchie regioni cattoliche fu stabilito per legge, esser lecito a tutti gli uomini ivi convenuti il pubblico esercizio del proprio qualsiasi culto.
    Alloc. Acerbissimum, 27 settembre 1552.

    79. Infatti è falso che la civile libertà di qualsiasi culto o la piena potestà a tutti indistintamente concessa di manifestare in pubblico e all'aperto qualunque pensiero ed opinione influisca più facilmente a corrompere i costumi e gli animi dei popoli e a propagare la peste dell'indifferentismo.
    Alloc. Numquam fore, 15 dicembre 1856.

    80. Il Romano Pontefice può e deve col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà venire a patti e conciliazione.
    Alloc. Jamdudum cernimus, 18 marzo 1861.


    Ricordo che Quanta Cura è considerata un atto di Magistero infallibile ed il Sillabo, in quanto appendice di Quanta Cura, è atto di magistero infallibile perchè insegnamento della Chiesa docente e appendice di un documento in cui il Papa "con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa".
    Anzichè leggere in merito wikipedia, sulla cui affidabilità sono scettico, direi che sia il caso di consultare qualcosa di più autorevole:
    Sillabo e definizione dell'infallibilit

    La Rivoluzione e il Sillabo

    Qui emerge che tutti i teologi - persino i più progressisti - hanno sempre considerato Quanta Cura atto di Magistero infallibile. La discussione è sul Sillabo, sulla cui infallibilità solo due teologi hanno espresso dubbi sul suo essere insegnamento infallibile. Questi stessi teologi hanno però detto che si tratta di un insegnamento papale comunque importante e vincolante per tutta la Chiesa, ferma restando l'infallibilità di Quanta Cura.

    Riporto dal secondo link:

    Il problema del valore giuridico e dogmatico del Sillabo e della Quanta cura, non può essere rimosso da chi voglia studiare il legato dottrinale di Pio IX. Per quanto riguarda il Sillabo un buon numero di autorevoli teologi concorda, sia pure con diverse motivazioni, per la sua infallibilità. Alcuni noti studiosi, come Franzelin, Mazzella, Schrader, Dumas, Scheeben, Pascal lo ritengono definizione ex cathedra, atto personale infallibile del Pontefice; altri fanno derivare la infallibilità dai documenti da cui sono tratte le singole proposizioni, come Rinaldi; altri ancora, come Hurter e Wernz, ritengono che sia divenuto norma infallibile in forza dell'adesione unanime dell'episcopato cattolico.

    Una diversa posizione è sostenuta dal gesuita Lucien Choupin, l'autore che forse ha studiato più profondamente la questione. Choupin ritiene che non si possa affermare con certezza che il Sillabo sia una definizione ex cathedra, o garantita in ogni sua parte dalla infallibilità della Chiesa, ma egli sostiene che si tratta, in ogni caso e senza possibilità di contraddizione, di un documento dottrinale emanante direttamente dal Magistero supremo(31) del Sovrano Pontefice a cui ogni cattolico è tenuto a dare l'assenso. I più sicuri teologi ritengono che questa ultima posizione sia il minimo che si possa affermare con certezza sul valore del Sillabo.

    Diverso è il discorso della Quanta cura. In questo caso, come hanno affermato pressoché tutti i teologi [anche di parte progressista] [...], ci troviamo di fronte a una delle rarissime encicliche da ritenere con tutta evidenza come documenti ex cathedra. La infallibilità della enciclica non può essere, infatti, negata senza contraddire la stessa dottrina della infallibilità pontificia, le cui quattro note qualificanti sono esplicitamente presenti nel documento(32).


    Se volete, posso fornire altra documentazione in merito alla totale condanna del liberalismo da parte cattolica.

    Mazzini non era un cattolico, giusto per fare un esempio.

    Su Mit Brennender Sorge: essa condanna le correnti neo-pagane e gli aspetti darwinisti e materialisti del razzismo biologico professati da alcuni esponenti del Terzo Reich come Rosenberg, non viene condannato in toto il Nazionalsocialismo. Si fanno rilievi, inoltre, sulla mancata applicazione del Concordato.
    Non c'è una condanna ideologica e totale al Nazionalsocialismo.
    Infatti, nell'enciclica Mit Brennender Sorge sta scritto:
    La moderazione da Noi finora mostrata, nonostante tutto ciò, non Ci è stata suggerita da calcoli di interessi terreni né tanto meno da debolezza, ma semplicemente dalla volontà di non strappare, insieme con la zizzania, anche qualche buona pianta;

    Dovrei fare un lungo discorso sulla situazione tedesca di allora e sui rapporti fra Chiesa e Stato in seguito al Concordato.
    Mi limito a dire che in Germania c'erano esponenti del Nazionalsocialismo che avevano o auspicato un ritorno alle antiche religioni pre-cristiane dei popoli indogermanici o la creazione di una 'chiesa nazionale tedesca' che considerasse il Mein Kampf un 'libro sacro', ultima parola della Rivelazione Divina, di dignità superiore allo stesso Vangelo di Cristo. Quest'ultima visione includeva una sostanziale negazione dell'Antico Testamento.
    Su tale visione concordavano esponenti di primo piano come Rosenberg, Frick e Bormann, che nella loro azione fecero di tutto per fare in modo che il Concordato fosse, nei fatti, lettera morta. Tali convincimenti, che ci crediate o meno, vedevano contrario Hitler, che da sempre cercò di mediare con la Chiesa.
    Infatti dopo Mit Brennender Sorge Hitler ordinò a Goering e Goebbels di evitare qualsiasi aperta manifestazione di simpatia verso movimenti cristiani che si ponessero al di fuori della Chiesa Cattolica e - quindi - di rimanere, in quanto battezzati, all'interno della comunità dei credenti.
    Il Movimento per la Fede Tedesca venne messo fuori legge e dopo una serie di trattative fra Chiesa e Reich si giunse ad una nuova pacificazione. Tant'è che quanto venne fatto un attentato contro Hitler, il Papa in persona mandò le sue felicitazioni al Fuhrer per lo scampato pericolo. Secondo voi il Papa avrebbe fatto lo stesso con Stalin?
    Questi però sono dati storici: Hitler mai venne scomunicato nè mai venne emessa una tale condanna per i nazionalsocialisti.

    E il Papa poteva benissimo farlo, essendo Hitler battezzato secondo rito cattolico.
    Non è obiettivamente ricavabile da Mit brennender sorge un pronunciamento di netta e totale condanna del NS come idea politica. Questo lo dico a prescindere dal giudizio di ciascuno di noi sul NS. Ed è questo il motivo per cui molti anti-clericali hanno sempre minimizzato i diversivi fra Chiesa e Terzo Reich, ossia non c'è mai una stata una piena condanna dottrinale, come invece per il comunismo e il liberalismo.
    Adesso non ne ho il tempo, ma vi riporterò un pronunciamento pubblicato dal clero tedesco cattolico sulla conformità del Nazionalsocialismo al Cattolicesimo.

    Detto questo, mi preme sottolineare che qua non è in discussione la compatibilità del Nazionalsocialismo col Cattolicesimo, questione ormai secondaria non esistendo più il NS come forza politica di rilievo.
    Ciò su cui mi preme discutere è il rispetto del Magistero infallibile di Santa Romana Chiesa su cui un cattolico non può nè deve avere dubbi.
    Non faccio considerazioni 'soggettive', come avete visto, ma mi limito a riportare proposizioni altrui, in tal caso di chi ha scritto gli atti di Magistero di cui ho parlato finora.
    Allora anche il Fascismo é condannato. Non solo quello sporco, traditore e comunista della RSI, ma anche quello del ventennio.
    Paradosso che dal Vaticano di Mussolini dissero che era l'uomo della Provvidenza.

    Paradossale ancora di più per quanto riguarda lo stato liberale, Pio VI e Benedetto XVI hanno benedetto l'unità d'Italia, come aveva già fatto il bravissimo Pio XII.

  3. #23
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    Predefinito Rif: Perchè non antifascista?

    Citazione Originariamente Scritto da Tipo Destro Visualizza Messaggio
    ho capito,però allora dobbiamo considerare eretici anche il Manzoni,Gioberti e tutti i cattolici liberali del Risorgimento?
    Quindi però (e mi rivolgo a Gio) anche il nazismo è una cosa contraria alla dottrina cristiana a causa della mit brennender Sorge ...come mai allora non lo critici apertamente?

    oltretutto non è nemmeno chiaro se il Sillabo,ossia le sue disposizioni,siano da considerare effettivamente vincolanti,perchè "sprovvisto tanto dell'indicazione dell'autorità che lo promulga quanto della dichiarazione esplicita di condanna" (fonte:wikipedia),ma non perdiamoci in cose burocratiche.
    Quoto.

  4. #24
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    Predefinito Rif: Perchè non antifascista?

    Citazione Originariamente Scritto da FalcoConservatore Visualizza Messaggio
    "Per il fatto che l'autorità deriva da Dio non ne segue che gli esseri umani non abbiano la libertà di scegliere le persone investite del compito di esercitarla, come pure di determinare le strutture dei poteri pubblici e gli ambiti ento cui e i metodi secondo i quali l'autorità va esercitata, per cui la dottrina sovra esposta è pienamente conciliabile con ogni sorta di regimi genuinamente democratici"

    Enciclica Pacem in terris


    Non penso sia il caso di riprodurre tutte le enicliche, gli atti conciliari, i documenti e le affermazioni pontificie sul dialogo con il mondo contemporaneo, la collaborazione fra i popoli e gli uomini di buona volontà, la condanna dell'uso della forza e dell'imposizione costrittiva...
    Per quanto riguarda il nazismo, basti le parole pronunziate da Sua Santità nella recente visita al ben noto campo di concentramento.
    Sua Santità, con tutto il rispetto per la sua figura di Pastore della Chiesa e di tutti i credenti battezzati, può dire ciò che vuole del Nazionalsocialismo, ma finchè si limita a dare un'opinione, il suo sarà semplicemente un parere autorevole ma non vincolante a livello di Magistero.
    A livello di Magistero c'è Mit Brennender Sorge, oltre che un documento pubblicato dopo il Concordato con lo Stato tedesco in cui si afferma la compatibilità dei punti programmatici del partito nazionalsocialista con il cattolicesimo romano.
    Mit Brennender Sorge condanna determinate correnti in seno al nazionalsocialismo, non condanna il Terzo Reich e il governo di Hitler: me lo invento io? No.
    A dirlo è Pacelli.

    Come riporta in un suo articolo don Curzio Nitoglia:

    Molti hanno parlato dell’enciclica Mit brennender Sorge ed hanno cercato di darne un’interpretazione; ma pochi hanno citato la Nota del III Reich del 12 aprile 1937, consegnata dall’ambasciatore tedesco presso la S. Sede al Segretario di Stato Vaticano monsignor Eugenio Pacelli; e soprattutto la Risposta di monsignor Pacelli del 30 aprile 1937 all’ambasciatore tedesco. Monsignor Pacelli risponde, a nome di papa Pio XI, al governo tedesco, e dà un’interpretazione autentica dell’enciclica. Pacelli scrive che la Mit brennender Sorge non è un documento “ostile al popolo o allo Stato germanico”, anzi essa rappresenta una “diagnosi in vista della guarigione di essi” (primo paragrafo). Riconosce che l’enciclica ha parlato del “partito nazionalsocialista e non del governo tedesco (secondo paragrafo). Aggiunge che l’intenzione dell’enciclica “non era affatto di nuocere al popolo o al governo germanico, ma di sormontare i disordini che si verificano in Germania”; tuttavia Pacelli mette in guardia fermamente sul pericolo del partito nazionalsocialista e soprattutto su alcuni suoi settori radicali.

    Nel libro di Lewy 'I Nazisti e la Chiesa' troviamo scritto a p. 231:

    Uno scrittore cattolico ha detto che l'enciclica 'metteva in rilievo con notevole acume le stravaganze della dottrina nazista tedesca condannandole in un modo che non implicava la condanna del totalitarismo politico e sociale'. Una conferma di questo giudizio si trova nella risposta di Pacelli alla nota di protesta del governo tedesco. Il segretario di stato scrive in questa nota che "la Santa Sede, la quale mantiene rapporti amichevoli, corretti o per lo meno tollerabili con stati di diverse strutture costituzionali e di diversi orientamenti, non interferirà mai nella scelta di un popolo sulla forma di governo, che esso considera più adatta ai suoi bisogni e alle sue caratteristiche. Anche per quanto riguarda la Germania, la Santa Sede rimane fedele a tale principio e intende rimanervi fedele". In pratica, Pacelli diceva che se il governo del Reich avesse rinunciato alla sua politica di ostilità verso la Chiesa, la possibilità di ristabilire relazioni amichevoli non era preclusa.

    Sempre ne 'I Nazisti e la Chiesa' viene fatto notare come il Mein Kampf non venne mai messo all'indice dalla Chiesa Cattolica, per lo meno finchè Hitler fu in vita, e Hitler mai scomunicato.
    Ultima modifica di Giò; 23-11-09 alle 21:00

  5. #25
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    Predefinito Rif: Perchè non antifascista?

    Riguardo alla democrazia, la dottrina della Chiesa è giustamente e rettamente descritta in questo passo di Notre Charge Apostolique:

    [L’autorità politica non è delegata dal popolo]

    [21] Il Sillon situa in primo luogo la pubblica autorità nel popolo, da cui passa poi ai governanti, ma in modo tale che continua a risiedere in esso. Orbene, Leone XIII ha formalmente condannato questa dottrina nella sua Enciclica Diuturnum illud sul Principato politico, in cui dice "Un gran numero di moderni, seguendo le orme di quanti, nel secolo scorso, si diedero il nome di filosofi, dichiarano che ogni potere deriva dal popolo; di conseguenza, quanti esercitano il potere nella società, non lo esercitano come di loro propria autorità, ma come un’autorità a essi delegata dal popolo e a condizione di poter essere revocata dalla volontà del popolo, da cui l’hanno. Del tutto opposta è la convinzione dei cattolici, che fanno derivare da Dio, come dal suo principio naturale e necessario, il diritto di comandare" (4). Indubbiamente il Sillon fa discendere da Dio questa autorità che situa anzitutto nel popolo, ma in modo tale che "essa risale dal basso per andare in alto, mentre, nell’organizzazione della Chiesa, il potere discende dall’alto per diffondersi in basso" (5). Tuttavia, oltre il fatto che è cosa anormale che il mandato salga, perché è per sua natura discendente, Leone XIII ha confutato previamente questo tentativo di conciliare la dottrina cattolica con l’errore del filosofismo. Infatti, prosegue: "E’ importante sottolinearlo qui; quanti presiedono al governo della cosa pubblica possono certamente, in determinati casi, essere eletti dalla volontà e dal giudizio della moltitudine , senza che ciò ripugni o si opponga alla dottrina cattolica. Tuttavia, se questa scelta designa il governante, non gli conferisce l’autorità di governare; non delega il potere, ma designa la persona che ne sarà investita" (6).

    [22] D’altronde, se il popolo resta detentore del potere, che cosa diventa l’autorità? Un’ombra, un mito; non vi è più legge propriamente detta e non vi è più ubbidienza. Il Sillon lo ha riconosciuto; infatti, poiché pretende, in nome della dignità umana, la triplice emancipazione politica, economica e intellettuale, la città futura per cui esso lavora non avrà più né padroni né servitori; i suoi cittadini saranno tutti liberi, tutti compagni, tutti re. Un ordine, un precetto, sarebbe un attentato alla libertà; la subordinazione a una qualsiasi superiorità sarebbe una diminuzione dell’uomo, l’ubbidienza uno svilimento. La dottrina tradizionale della Chiesa, Venerabili Fratelli, ci presenta così le relazioni sociali nella città, anche la più perfetta possibile? Ogni società di creature indipendenti e disuguali per natura non ha forse bisogno di un’autorità che diriga la loro attività verso il bene comune e che imponga la sua legge? E, se nella società si trovano esseri perversi (e ve ne saranno sempre), l’autorità non dovrà essere tanto più forte quanto più minaccioso sarà l’egoismo dei cattivi? Inoltre, si può dire che un’ombra di ragione che vi è incompatibilità fra l’autorità e la libertà, a meno d’ingannarsi pesantemente sul concetto di libertà? Si può insegnare che l’ubbidienza è contraria alla dignità umana e che l’ideale consisterebbe nel sostituirla con "l’autorità consentita"? Forse l’apostolo San Paolo non aveva presente la società umana in tutte le sue possibili tappe, quando prescriveva ai fedeli di essere sottomessi ad ogni autorità? Forse l’ubbidienza agli uomini in quanto legittimi rappresentanti di Dio, cioè, in fin dei conti, l’ubbidienza a Dio abbassa l’uomo, e lo degrada al di sotto di sé stesso? Forse lo stato religioso fondato sull’ubbidienza sarebbe contrario all’ideale della natura umana? Forse i Santi, che sono stati gli uomini più ubbidienti, erano schiavi e degenerati? Infine, forse si può immaginare uno stato sociale in cui Gesù Cristo, tornato sulla terra, non darebbe più l’esempio dell’ubbidienza e non direbbe più: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio"? (7).

    [L’uguaglianza formale può far ammettere la democrazia solo come

    legittima forma di governo]

    [23] Dunque il Sillon, che insegna tali dottrine e le mette in pratica nella sua vita interna, semina fra la vostra gioventù cattolica nozioni erronee e funeste sull’autorità, sulla libertà e sull’ubbidienza. Non diversamente accade per la giustizia e l’uguaglianza. Dice di lavorare alla realizzazione di un’era di uguaglianza, che perciò stesso sarebbe un’era di migliore giustizia. Quindi, per esso, ogni disuguaglianza di condizione costituisce un’ingiustizia, o, almeno, una giustizia minore! Si tratta di un principio assolutamente contrario alla natura delle cose, generatore di invidia e d’ingiustizia e sovvertitore di ogni ordine sociale. Così solamente la democrazia inaugurerà il regno della giustizia perfetta! Non si tratta di un torto fatto alle altre forme di governo, che vengono in tal modo svilite la livello di governo di ripiego impotenti? D’altra parte il Sillon contrasta anche su questo punto con l’insegnamento di Leone XIII. Avrebbe potuto leggere, nella già citata Enciclica sul Principato politico che, "fatta salva la giustizia, non è proibito ai popoli darsi il governo che meglio risponde al loro carattere o alle istituzioni e ai costumi che hanno ricevuto dai loro antenati" (8); e l’Enciclica fa riferimento alla ben nota triplice forma di governo. Quindi suppone che la giustizia sia compatibile con ciascuna di esse. E l’Enciclica sulla condizione degli operai, non afferma chiaramente la possibilità di restaurare la giustizia nelle attuali organizzazioni della società, dal momento che ne indica i mezzi? Orbene, Leone XIII intendeva indubbiamente parlare non di una giustizia qualsiasi, ma della giustizia perfetta. Perciò, insegnando che la giustizia è compatibile con le tre note forme di governo, insegnava che, da questo punto di vista, la Democrazia non gode di un privilegio speciale. I membri del Sillon , che pretendono il contrario, o rifiutano di ascoltare la Chiesa, oppure si formano un concetto della giustizia e dell’uguaglianza, che non è cattolico.



    [Fraternità solo con rapporto all’amore cristiano]

    [24] Lo stesso accade per la nozione di fraternità, di cui stabiliscono la base nell’amore degli interessi comuni, oppure, al di la di tutte le filosofie e di tutte le religioni, nella semplice nozione di umanità, comprendendo così nello stesso amore e in un’eguale tolleranza tutti gli uomini con tutte le loro miserie, tanto intellettuali e morali quanto fisiche e temporali. Orbene, la dottrina cattolica ci insegna che il primo dovere della carità non consiste nella tolleranza delle convinzioni erronee, per quanto sincere esse siano, né nella indifferenza teorica o pratica per l’errore o per il vizio in cui vediamo immersi i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale, non meno che per il loro benessere materiale. Questa stessa dottrina cattolica ci insegna pure che la sorgente dell’amore per il prossimo si trova nell’amore di Dio, padre comune e comune fine di tutta l’umana famiglia, e nell’amore di Gesù Cristo, di cui siamo le membra al punto che consolare un infelice equivale a far bene a Gesù Cristo stesso. Ogni altro amore è illusione o sentimento sterile e passeggero. Certamente, l’esperienza umana sta a provare, nelle società pagane o laiche di tutti i tempi, che in certi momenti la considerazione dei comuni interessi o della naturale somiglianza è di scarsissimo peso di fronte alle passioni e agli affetti disordinati del cuore. No, Venerabili Fratelli, non vi è vera fraternità al di fuori della carità cristiana, che per amore di Dio e del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Salvatore, abbraccia tutti gli uomini per confortarli tutti e tutti condurre alla stessa fede e alla stessa felicità celeste. Separando la fraternità della carità cristiana intesa in tal modo, la Democrazia, lungi dall’essere un progresso, costituirebbe un disastroso regresso per la civiltà. Infatti, se si vuol arrivare, e noi lo desideriamo con tutta l’anima nostra, alla maggior quantità di benessere possibile per la società e per ciascuno dei suoi membri, per mezzo della fraternità, oppure, come ancora si dice, per mezzo della solidarietà universale, sono necessarie l’unione degli spiriti nella verità, l’unione delle volontà nella morale, l’unione dei cuori nell’amore di Dio e di suo Figlio, Gesù Cristo. Orbene, questa unione è realizzabile soltanto per mezzo della carità cattolica, la quale solamente, di conseguenza, può condurre i popoli sul cammino del progresso, verso l’ideale della civiltà.

    [La dignità umana può essere concepita solo come una libertà

    nel quadro di una morale]

    [25] Infine il Sillon pone, alla base di tutte le falsificazioni delle nozioni sociali fondamentali, un’idea falsa della dignità umana. A suo avviso, l’uomo sarà veramente uomo, degno di questo nome, soltanto a partire dal giorno in cui avrà acquisito una coscienza illuminata, forte, indipendente, autonoma, che può fare a meno di un padrone, che ubbidisce solo a sé stessa ed è capace di assumere e di portare senza cedere le più gravi responsabilità. Ecco i paroloni con cui si esalta il sentimento dell’orgoglio umano; come un sogno che trascina l’uomo, senza luce, senza guida e senza soccorso, sulla via dell’illusione, dove, aspettando il gran giorno della piena coscienza, sarà divorato dall’errore e dalle passioni. E questo gran giorno, quando verrà? A meno di cambiare la natura umana (il che non rientra nel potere del Sillon), verrà mai? E i Santi, che hanno portato la dignità umana al suo apogeo, avevano tale dignità? E gli umili della terra, che non possono salire tanto in alto e si accontentano di tracciare modestamente il loro solco nel ruolo che la Provvidenza ha loro assegnato, compiendo con energia i loro doveri nell’umiltà, nell’ubbidienza e nella pazienza cristiana, non sarebbero degni del nome di uomini, proprio loro che il Signore sottrarrà un giorno alla loro condizione oscura, per insediarli nel cielo fra i principi del suo popolo?


    In questa lettera enciclica, San Pio X condannò quelle posizioni del Sillon, l'allora DC francese, che elogiavano la democrazia quale perfetta forma di governo.
    Riprendendo quanto scritto nella Bibbia e da Leone XIII, si dice che non c'è alcuna potestà che non sia voluta da Dio. La sovranità reale non appartiene al popolo, inteso come massa informe, ma al reggitore del principato, o cosa pubblica, la cui legittimità viene da Dio.
    Dottrina che Pio XII riprenderà nel suo messaggio natalizio del '44 in cui dice che l'unica democrazia accettabile per la Chiesa è una democrazia organica fondata sulla legge naturale e sui nessi comunitari, organici e gerarchici necessari ad una società retta secondo le leggi di Dio, riprendendo la teoria politica aristotelico-tomista che vede nella monarchia la miglior forma di governo in quanto più simile al 'regno di Dio', ma al tempo stesso apprezza il governo aristocratico. Sulla democrazia, se ne riconosce la positività solamente intesa come 'politeia' ossia come governo elettivo della 'sana pars popularis' cioè della parte più sana (e quindi migliore) del popolo. Una democrazia quindi in cui il principio di autorità decisionale viene mitigato da forme di rappresentatività corporativa e organica, non un sistema democratico-liberale agnostico rappresentativo parlamentarista nè tanto meno una democrazia demagogica e in balia degli interessi particolari degli individui e della massa.
    Ultima modifica di Giò; 23-11-09 alle 22:59

  6. #26
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    Predefinito Rif: Perchè non antifascista?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Sua Santità, con tutto il rispetto per la sua figura di Pastore della Chiesa e di tutti i credenti battezzati, può dire ciò che vuole del Nazionalsocialismo, ma finchè si limita a dare un'opinione, il suo sarà semplicemente un parere autorevole ma non vincolante a livello di Magistero.
    A livello di Magistero c'è Mit Brennender Sorge, oltre che un documento pubblicato dopo il Concordato con lo Stato tedesco in cui si afferma la compatibilità dei punti programmatici del partito nazionalsocialista con il cattolicesimo romano.
    Mit Brennender Sorge condanna determinate correnti in seno al nazionalsocialismo, non condanna il Terzo Reich e il governo di Hitler: me lo invento io? No.
    A dirlo è Pacelli.

    Come riporta in un suo articolo don Curzio Nitoglia:

    Molti hanno parlato dell’enciclica Mit brennender Sorge ed hanno cercato di darne un’interpretazione; ma pochi hanno citato la Nota del III Reich del 12 aprile 1937, consegnata dall’ambasciatore tedesco presso la S. Sede al Segretario di Stato Vaticano monsignor Eugenio Pacelli; e soprattutto la Risposta di monsignor Pacelli del 30 aprile 1937 all’ambasciatore tedesco. Monsignor Pacelli risponde, a nome di papa Pio XI, al governo tedesco, e dà un’interpretazione autentica dell’enciclica. Pacelli scrive che la Mit brennender Sorge non è un documento “ostile al popolo o allo Stato germanico”, anzi essa rappresenta una “diagnosi in vista della guarigione di essi” (primo paragrafo). Riconosce che l’enciclica ha parlato del “partito nazionalsocialista e non del governo tedesco (secondo paragrafo). Aggiunge che l’intenzione dell’enciclica “non era affatto di nuocere al popolo o al governo germanico, ma di sormontare i disordini che si verificano in Germania”; tuttavia Pacelli mette in guardia fermamente sul pericolo del partito nazionalsocialista e soprattutto su alcuni suoi settori radicali.

    Nel libro di Lewy 'I Nazisti e la Chiesa' troviamo scritto a p. 231:

    Uno scrittore cattolico ha detto che l'enciclica 'metteva in rilievo con notevole acume le stravaganze della dottrina nazista tedesca condannandole in un modo che non implicava la condanna del totalitarismo politico e sociale'. Una conferma di questo giudizio si trova nella risposta di Pacelli alla nota di protesta del governo tedesco. Il segretario di stato scrive in questa nota che "la Santa Sede, la quale mantiene rapporti amichevoli, corretti o per lo meno tollerabili con stati di diverse strutture costituzionali e di diversi orientamenti, non interferirà mai nella scelta di un popolo sulla forma di governo, che esso considera più adatta ai suoi bisogni e alle sue caratteristiche. Anche per quanto riguarda la Germania, la Santa Sede rimane fedele a tale principio e intende rimanervi fedele". In pratica, Pacelli diceva che se il governo del Reich avesse rinunciato alla sua politica di ostilità verso la Chiesa, la possibilità di ristabilire relazioni amichevoli non era preclusa.

    Sempre ne 'I Nazisti e la Chiesa' viene fatto notare come il Mein Kampf non venne mai messo all'indice dalla Chiesa Cattolica, per lo meno finchè Hitler fu in vita, e Hitler mai scomunicato.
    Guarda giò che dimentichi che il Vaticano scomunicò si il Liberalismo, (solo nella sua accezione massonica), ma scomunicò pure e soprattutto il Nazionalsocialismo e il Comunismo. Ciò prima della Seconda Guerra Mondiale.
    Quelli non sono pareri, sono vincoli e questa é materia di Fede.

    Ciao.
    Ultima modifica di Gilbert; 24-11-09 alle 10:56

  7. #27
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    Predefinito Rif: Perchè non antifascista?

    Citazione Originariamente Scritto da Gilbert Visualizza Messaggio
    Guarda giò che dimentichi che il Vaticano scomunicò si il Liberalismo, (solo nella sua accezione massonica), ma scomunicò pure e soprattutto il Nazionalsocialismo e il Comunismo. Ciò prima della Seconda Guerra Mondiale.
    Quelli non sono pareri, sono vincoli e questa é materia di Fede.

    Ciao.
    Il comunismo sì, il nazionalsocialismo no, altrimenti il Papa avrebbe dovuto dichiarare l'invalidità del Concordato e la scomunica di Hitler e dei membri del partito nazionalsocialista, oltre che vietare al clero tedesco qualsiasi manifestazione di appoggio al Nazionalsocialismo.
    Il clero tedesco, come è ben noto a tutti, sostenne lo sforzo bellico tedesco e la crociata anti-bolscevica, senza la contrarietà del Sommo Pontefice.

    Se hai qualche documento che dimostra il contrario portalo alla nostra attenzione, ma siccome non esiste, possiamo proseguire oltre e tornare IN TOPIC parlando della compatibilità del Magistero della Chiesa col liberalismo.

  8. #28
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    Post Rif: Cattolicesimo e democrazia liberale

    Riguardo la questione del rapporto tra nazionalsocialismo e cattolicesimo, giova ricordare che Pacelli era legatissimo per ragioni personali e di studio alla Germania, e fece di tutto per impedire a Papa Ratti di promulgare una serie di documenti anti-nazisti, su cui filtrarono indiscrezioni, ma che sono sepolti negli archivi vaticani. Pio XII era convinto che la Germania avrebbe svolto la funzione di baluardo contro il comunismo e non era disposto a compromettere i suoi rapporti con Hitler.

    Che il Nazionalsocialismo, nonostante le acrobazie diplomatiche di Goering e dello stesso Fuhrer non fosse compatibile con il cattolicesimo mi sembra che non ci siano dubbi.
    Lo stesso Pio XI ebbe ad affermare in maniera netta nel 1938 "Noi siamo spiritualmente semiti", mi sembra chiaro che non apprezzasse il razzismo nazista.

  9. #29
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    Predefinito Rif: Cattolicesimo e democrazia liberale

    Citazione Originariamente Scritto da occidentale Visualizza Messaggio
    Riguardo la questione del rapporto tra nazionalsocialismo e cattolicesimo, giova ricordare che Pacelli era legatissimo per ragioni personali e di studio alla Germania, e fece di tutto per impedire a Papa Ratti di promulgare una serie di documenti anti-nazisti, su cui filtrarono indiscrezioni, ma che sono sepolti negli archivi vaticani. Pio XII era convinto che la Germania avrebbe svolto la funzione di baluardo contro il comunismo e non era disposto a compromettere i suoi rapporti con Hitler.

    Che il Nazionalsocialismo, nonostante le acrobazie diplomatiche di Goering e dello stesso Fuhrer non fosse compatibile con il cattolicesimo mi sembra che non ci siano dubbi.
    Lo stesso Pio XI ebbe ad affermare in maniera netta nel 1938 "Noi siamo spiritualmente semiti", mi sembra chiaro che non apprezzasse il razzismo nazista.
    Mi dispiace dover rompere i coglioni e spaccare il capello in quattro ogni volta, ma l'Osservatore Romano di allora non riportò nel testo del discorso ufficiale quella frase, che venne invece riportata dalla testimonianza di pellegrini provenienti dal Belgio, sulla cui attendibilità è lecito dubitare: infatti, leggendo il testo del discorso, Pio XI in merito alle leggi razziali disse di riconoscere il diritto di ciascuno stato ad emettere leggi che ne tutelino gli interessi legittimi.
    E mettendo caso che la frase 'spiritualmente semiti' fosse stata realmente pronunciata, l'altra frase vanifica qualsiasi tentativo di dare una connotazione anti-razzista o anti-fascista all'altra, essendo lo 'spiritualmente semiti' da intendere, nel caso, in senso che la Chiesa è il Nuovo Israele ed è stirpe di Abramo secondo lo spirito e non secondo la carne come invece dicono i giudei.
    Nella famosa Enciclica mai pubblicata di Pio XI, si affermava che ridurre la questione ebraica ad una questione razziale era una visione parziale, perchè in realtà essa è una questione spirituale, in quanto quello ebraico è il popolo deicida.

    Fatte queste precisazioni, ribadisco che l'incompatibilità effettiva è con il neo-paganesimo statolatrico, non con il nazionalsocialismo tout court, non esistendo del resto UN nazionalsocialismo in senso organico.

    Ripeto, detto questo, tornerei in topic.

  10. #30
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    Predefinito Rif: Cattolicesimo e democrazia liberale

    [QUOTE=Gio91]
    Fatte queste precisazioni, ribadisco che l'incompatibilità effettiva è con il neo-paganesimo statolatrico, non con il nazionalsocialismo tout court, non esistendo del resto UN nazionalsocialismo in senso organico[QUOTE]
    Bhe sul punto in oggetto, sono assolutamente d'accordo, il NS non aveva un corpus ideale organico e preciso, come il cattolicesimo
    Del resto gliene mancava il tempo. Pochi decenni contro due millennnetti. Non c'è storia mi sembra.

    Ok al topic.
    La Liberaldemocrazia ha ingaggiato un duello durato un secolo con la chiesa cattolica, ma poi ha dovuto stringere un accordo con l'antico nemico contro i socialisti. Questo almeno dal punto di vista strettamente procedurale in politica spicciola, in Germania, in Italia e in Francia, almeno a tratti. Sul piano dottrinale la questione rimane largamente non conclusa. Non so se la Chiesa abbia mai ritirato ufficalmente la condanna del Sillabo. Mi confesso ignorante al riguardo. Notizie più precise?:giagia:

 

 
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