Descritto per anni a sinistra come « il macellaio di Sabra e Chatila » ,
anche se nel 1982 il massacro dei palestinesi fu compiuto dai falangisti
libanesi, ai quali non impedì l'ingresso ai due campi profughi, Ariel
Sharon sta per diventare la meta di una mezza processione progressista.
Richieste di incontrare il primo ministro israeliano sono state avanzate
sia dal segretario dei Ds Piero Fassino sia dal sindaco di Roma, ed ex
segretario di Botteghe Oscure, Walter Veltroni.
Entrambi dovrebbero andare a Gerusalemme in maggio. Intenzionato a visitare
Israele è anche il candidato presidente del Consiglio del centrosinistra,
Romano Prodi.
Salvo imprevisti, Prodi ne parlerà oggi con l'ambasciatore di Israele, Ehud
Gol. Come negli altri casi, si sta esaminando la possibilità di un
appuntamento con il primo ministro del Likud, l'ex generale di destra che
sta assumendo di fatto quasi una collocazione di centro, nel proprio Paese,
dopo che il suo piano di ritiro da Gaza ha scosso gli schieramenti politici
abituali.
Era l'uomo del « Muro » , il falco, uno dei nemici della pace secondo gran
parte della sinistra, e perché no, anche del centro sinistra, taliani, il
duro Sharon. In verità, né Fassino né Veltroni né Prodi, negli ultimi anni
gli hanno riservato atteggiamenti di disprezzo, malgrado le critiche.
L'attuale segretario dei Ds, per esempio, lo conosce già: incontrò Sharon a
Roma nel novembre del 2003. E fu Fassino, nel 1991, dopo due mesi dalla
nascita del Partito democratico della sinistra, a portare Achille Occhetto
da un altro leader del Likud, il premier di allora Yitzhak Shamir.
Per Veltroni, che sarà in Israele e nei Territori dal 21 al 24 maggio in un
viaggio diverso da quello di Fassino, il colloquio con Sharon sarebbe il
primo. L'appuntamento potrebbe essere fissato tra altri due impegni del
sindaco: il ritiro di un premio all'università di Tel Aviv e la
presentazione, a Ranana e Kalkilia, di un cartone animato sulla pace
prodotto in Italia su sceneggiatura di studenti israeliani e palestinesi.
La novità non sta nella disponibilità di Fassino, Veltroni e Prodi a
dialogare con varie componenti di Israele, compresa la destra.
Sta nel considerare superabili le resistenze di propri alleati, nel cercare
questi contatti contemporaneamente, quasi ciascuno all'insaputa dell'altro.
Sta nell'aver chiesto udienza a Sharon prima della vittoria dell'Unione
nelle regionali e durante un cambio di stagione in Medio Oriente. Fassino,
Veltroni e Prodi, si preparano ad andare negli stessi viaggi da Mahmud
Abbas, il presidente palestinese. Ma il contesto non sarà lo stesso di
quando si portava solidarietà a Yasser Arafat. Oltre a una tappa in Siria,
Fassino vuole farne una a Beirut « per vedere le novità in Libano » .
« Sì, ho chiesto di incontrare Sharon. Perché ha compiuto due scelte
importanti: formare un governo di unità nazionale in funzione del processo
di pace passando dalla decisione, non semplice, del ritiro da Gaza e dai
Territori occupati » , dice Fassino al Corriere .
« Con l'elezione di Abbas e il governo Sharon Peres si è aperta una fase
nuova nella quale è necessario che ciascuno faccia la propria parte, anche
noi, per sostenere la finestra di opportunità che si apre » , fa presente
il segretario dei Ds.
« La mia posizione è sempre stata netta: lì non si confrontano un torto e
una ragione, ma due ragioni: quella del popolo ebraico a vivere nel suo
Stato senza paura e quella del popolo palestinese nel volere un proprio
Stato indipendente. Se 15 anni fa era un posizione difficile e isolata,
oggi nella sinistra riformista è prevalente » , afferma Fassino.
L'ultima è una valutazione che trova riscontro da parte dell'ambasciatore
Gol. « Sono soddisfatto dei nostri rapporti. Con Fassino, Prodi, Rutelli ci
sentiamo spesso. La sinistra moderata è amica degli arabi e vuole relazioni
cordiali con Israele. Anche Fausto Bertinotti ha fatto dichiarazioni molto
positive, mentre non dico lo stesso per Oliviero Diliberto » , osserva Gol.
Tra domani e dopodomani, e non è un caso, Fassino e Rutelli incontreranno a
Roma Silvan Shalom, il ministro degli Esteri d'Israele che sarà ricevuto da
Gianfranco Fini.
Il CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 6 aprile 2005