Si dice sempre che l'Italia è fanalino di cosa dell'Europa da quando è in carica il governo Berlusconi...vediamo un po' di numeri...
I numeri dicono, in modo spietato, che nei cinque anni di governo dell'Ulivo l'Italia è stata costantemente il fanalino di coda dello sviluppo europeo, e insieme il Paese che ha più aumentato le tasse e che più si è impoverito.
Ecco i dati: nel 1996 l'economia italiana è cresciuta dello 0,8% a fronte di una crescita media europea dell'1,6%. Nel 1997 il nostro Pil è aumentato dell'1,5% mentre quello dell'Unione si è attestato su un +2,6%. Anche nel '98 la crescita italiana è stata la metà di quella europea (1,5% contro il 2,9%). Nel '99 Italia +1,4%, Ue +2,3%. Nel 2000, infine, il nostro Pil è aumentato del 2,9% facendo comunque segnare la peggior performance europea (l'Ue è cresciuta infatti del 3,4%). Inutile ricordare che la legislatura dell'Ulivo ha potuto beneficiare di una congiuntura internazionale favorevolissima, e che molto di più si sarebbe potuto (e dovuto) fare in termini di sviluppo. Alla resa dei conti, nei cinque anni di governo del centrosinistra l'Italia ha perso cinque punti di crescita sul resto del Continente. Il governo Prodi, poi, verrà ricordato soprattutto per aver aumentato a dismisura la pressione fiscale sui cittadini (dal 42,2 al 44,5% del prodotto interno lordo) e per aver appesantito di tasse le imprese italiane (vedi alla voce Irap). Al termine della legislatura, nella primavera del 2001, gli esecutivi delle sinistre hanno lasciato in eredità a Berlusconi 7,8 milioni di poveri, un milione in più di quelli attuali. Sui numeri non si può bluffare, e se il centrosinistra tornasse al governo ci sarebbe una lunga stagione di tasse indiscriminate, di povertà e di invidia sociale.