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  1. #1
    Araldo
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    Predefinito USA: condannati a morte trattati come bestie. Anzi, peggio

    http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/4444473.stm


    Una recente ricerca dell'università di Miami dimostra che i condannati all'iniezione letale negli States spesso non sono anestetizzati a sufficienza, e vengono fatti morire tra atroci sofferenze. Tanto, le sostanze paralizzantiche vengono somministrate prima del veleno vero e proprio impediscono al condannato di mostrare esteriormente qualsiasi sintomo di sofferenza. La procedura non rispetta i requisiti minimi richiesti dalla deontologia professionale dei VETERINARI per la soppressione degli animali. Poi ci si stupisce di Guantanamo e Abu Ghraib. Questo sarebbe un Paese civile? Tanto varrebbe che organizzassero decapitazioni sulla pubblica piazza come i loro amici sauditi (niente esportazione della democrazia lì?).

  2. #2
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    Predefinito

    Indagine in Texas e Virginia: in molti casi anestesia insufficiente
    «Iniezione letale troppo crudele, va abolita»
    Ricerca dei ricercatori dell'università di Miami: procedure non regolari.
    Presa di posizione del Lancet: pena capitale da cancellare


    La procedura seguita negli istituti penitenziari americani che applicano la pena di morte per iniezione letale infligge sofferenze e dolori atroci ai condannati e per questo dovrebbe essere subito sospesa. Lo sostiene un gruppo di ricercatori dell'istituto di Medicina Miller dell'Università di Miami, secondo cui il modo in cui vengono praticate le iniezioni non è in linea neppure con gli standard utilizzati dai veterinari per la soppressione degli animali.
    La questione è stata affrontata e divulgata con un articolo pubblicato dall'autorevole rivista scientifica The Lancet, in cui il dottor Leonidas Koniaris parla di «difetti nel protocollo» di somministrazione del veleno. Questo avrebbe avuto come conseguenza «sofferenze inutili, almeno in alcuni casi». E dunque «per prevenire crudeltà e sofferenze inutili è necessaria un'interruzione e un riesame pubblico della pratica».

    Prima dell'iniezione del veleno che ne provocherà la morte per soffocamento, al condannato a morte viene oggi praticata un'anestesia per ridurre al minimo il dolore fisico che altrimenti risulterebbe particolarmente devastante. Esaminando i protocolli seguiti nelle carceri del Texas e della Virginia, dove si esegue il 45 per cento delle pene capitali, Koniaris e i suoi colleghi hanno scoperto che le cose non vanno come dovrebbero. Intanto non c'è nessun tipo di monitoraggio dell'anestesia, poi gli infermieri che la praticano non hanno una specializzazione e sui corpi dei detenuti non verrebbe effettuata l'autopsia per verificare come sia avvenuta la morte.
    Esaminando i dati degli esami post-mortem compiuti sul sangue di 49 carcerati uccisi in Arizona, Georgia, e nella Carolina del Nord e del Sud, altri stati dove la pena capitale con iniezione letale è in vigore, i ricercatori hanno trovato in 43 casi una dose di anestetico inferiore a quella normalmente usata per gli interventi chirurgici. In 21 casi, la concentrazione era tale da far dire che i prigionieri potevano essere coscienti quando è stato iniettato loro il veleno. «È possibile che alcuni fossero del tutto svegli», ha confermato Koniaris, e dunque hanno dovuto sopportare impotenti, senza muoversi e respirare, mentre il cianuro di potassio bruciava nelle vene.
    La rivista ha preso anche posizione contro l'istituto della messa a morte dei detenuti. «La pena capitale non è solo un'atrocità - si legge in un editoriale che accompagna la ricerca -, ma anche una macchia nella fedina della più potente democrazia del mondo». Dal 1976, data di reintroduzione della pena di morte in alcuni stati Usa, l'iniezione letale è stata utilizzata negli Stati Uniti in 788 esecuzioni su 956 effettuate.
    14 aprile 2005
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

 

 

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