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  1. #1
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    Unhappy Lecco:dopo il tessile la crisi colpisce la meccanica

    Dal Corriere:


    mercoledì, 20 aprile, 2005
    INDUSTRIA MECCANICA
    053
    Dopo il tessile la crisi aggredisce l' industria meccanica
    Dall' inizio dell' anno, mille lavoratori del settore sono stati messi in cassa integrazione. Nell' ultimo mese un' azienda al giorno ne ha fatto richiesta
    LECCO - L' industria lecchese scopre la crisi e studia contromisure. Le cifre sono impressionanti: più di mille lavoratori del comparto metalmeccanico sono stati posti in cassa integrazione dall' inizio dell' anno e nell' ultimo mese un' azienda al giorno ne fa richiesta. Confrontando i dati del primo trimestre 2005 con i medesimi periodi del 2004 e 2003 si registra un incremento rispettivamente del 150 e 120 per cento. « Anche un' industria ben radicata come la nostra - commenta Rossella Sirtori, presidente dell' Unione industriali di Lecco - avverte segnali di difficoltà, con ditte che non riescono a tenere il passo dei concorrenti stranieri » . « Forse - aggiunge - occorre fermarsi a una riflessione, e gettare le basi per il futuro: accanto alla congiuntura attuale vedo un altro pericolo, ossia la mancanza di ricambio generazionale in azienda » . Lecco, ex capitale del lavoro, con un tasso di disoccupazione che fino a dodici mesi fa si aggirava sul 2,1% ( nel 2003 era addirittura dell' 1,7%) scopre la recessione, con ordini attestati tra i 20 e 45 giorni e lavoratori in cassa integrazione. Sono coinvolte storiche aziende, ad esempio la Carcano di Mandello del Lario, oppure la Cea e il Tubettificio Europeo a Lecco, e ancora la Ferrari di Verderio. Alla Moto Guzzi e all' Arlenico ex Lucchini si attendono gli effetti le novità del cambio di proprietà. « E' innegabile - dice Alberto Anghileri, segretario della Camera del lavoro - che ci troviamo di fronte a una situazione di debolezza. Nel Lecchese, con aziende che lavorano per conto terzi, la crisi arriva con un leggero ritardo rispetto ad altre realtà lombarde, ma non per questo bisogna rimanere immobili » . Le organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil hanno chiesto un
    incontro con i vertici dell' Unione Industriali e della Confapi. « Ogni giorno - conclude Anghileri - c' è una richiesta di cassa integrazione, occorre quindi definire un quadro complessivo sull' industria e cercare una soluzione » .
    Panzeri Angelo



    E voi pensate che ai terroncelli di destra o di sinistra interessi cercare di rendere + efficiente lo Stato rendendolo + competitivo (anche attraverso la devoluzione) di modo che sia di supporto alle imprese in questa difficile situazione economica?
    macchè!
    A loro interessa solamente che arrivino i soldi come sono sempre arrivati da 160 anni a questa parte...solo che i soldi al Nord adesso stanno finendo.

    Sene accorgeranno i poveri illusi sinistri padioti che credono che con Prodi la situazione cambi: non cambierà di una virgola perchè la crisi è strutturale e solo attraverso una profonda riforma dell'intero sistema si può tornare alla crescita economica.

  2. #2
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    Predefinito

    E sforza itagliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa l'economia è al peggior livello dal dopo guerra. Le fabbriche che chiudono non fanno piu notizia se non si chiamano FIAT O PARMALAT perchè le piccole fabbriche non le caga nessuno e soprattutto perchè i media in mano al 90% al berlusca stanno ben attenti a farlo sapere ma anche in Liguria stanno chiudendo fabbriche su fabbriche.E' stato il peggior governo nella storia repubblicana, in 4 anni ha pensato solo ai ca##i suoi e ci fanno anche il bis

    LIGURIA NAZIONE
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    Subcomandante

  3. #3
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    Predefinito Re: Lecco:dopo il tessile la crisi colpisce la meccanica

    In origine postato da Dragonball
    Dal Corriere:


    mercoledì, 20 aprile, 2005
    INDUSTRIA MECCANICA
    053
    Dopo il tessile la crisi aggredisce l' industria meccanica

    E voi pensate che ai terroncelli di destra o di sinistra interessi cercare di rendere + efficiente lo Stato rendendolo + competitivo (anche attraverso la devoluzione) di modo che sia di supporto alle imprese in questa difficile situazione economica?
    macchè!

    Se tutte le imprese e impresine di lecco e brianza e veneto e mazzi e ramazzi invece di non investire una sega negli ultimi 20 anni e comperare case su case per poi affittarle a prezzi da paura avessero investito in innovazione macchianri e ricerca, vedi che non sarebbero cosi' nella merda.
    O per caso non sai come funzionano le aziendine brianzole e in genere tutte le aziende con 3-10 dipendenti?
    Te lo spiego io. Nate nel 1960-70, fatto i soldi quando il bilancio si presentava sulla carta igienica ed eravamo in pieno boom economico. Investito lo stretto indispensabile. Messo masse enormi di denaro in bot e cct negli anni 80 ( cec redo, con gli interessi al 20%). Smobilizzato da bot e cct negli anni 90 e investito in case case case case, col risultato che adesso hanno + fatturato con l'affitto che con la fabbrichetta, gli affitti sono alle stelle, e tutti rompono i coglioni che i cinesi e i rumeni e sto cazzo.

    Una bella leggina che VIETI di possedere + di 2 case per persona fisica e obblighi le immobiliare a vendere entro 4 anni dall'acquisto, a pena di tasse al 40% sull'immobile. Vedi come investono poi e come gli affitti calano.

    Riesci a confutare qualcosa?

  4. #4
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    non è l' innovazione di processo che manca è l' innovazione di prodotto... che è ben diverso...

  5. #5
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    In origine postato da Elendil
    non è l' innovazione di processo che manca è l' innovazione di prodotto... che è ben diverso...
    Rientrava nella "ricerca".
    Cmq il concetto e' quello. Non si innova perche' non si investe. E quei pochi che innovavano ( il brevetto common rail e' della fiat, per chi non lo sapesse) vendevano i brevetti agli stranieri ( stante che la fiat non rientra tra le realta' a cui mi riferisco).

  6. #6
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    Anche in provincia di Vicenza le cose si stanno mettendo male....
    I dazi possono essere una misura tampone ma quello che serve è diminuire il costo del lavoro per le imprese... Cmq tra un pò , secondo me, potrebbero esserci delle tensioni sociali che magari potrebbero favorire la strada indipendentista. tempo al tempo...

  7. #7
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    Predefinito Re: Re: Lecco:dopo il tessile la crisi colpisce la meccanica

    In origine postato da Bigas
    Se tutte le imprese e impresine di lecco e brianza e veneto e mazzi e ramazzi invece di non investire una sega negli ultimi 20 anni e comperare case su case per poi affittarle a prezzi da paura avessero investito in innovazione macchianri e ricerca, vedi che non sarebbero cosi' nella merda.
    O per caso non sai come funzionano le aziendine brianzole e in genere tutte le aziende con 3-10 dipendenti?
    Te lo spiego io. Nate nel 1960-70, fatto i soldi quando il bilancio si presentava sulla carta igienica ed eravamo in pieno boom economico. Investito lo stretto indispensabile. Messo masse enormi di denaro in bot e cct negli anni 80 ( cec redo, con gli interessi al 20%). Smobilizzato da bot e cct negli anni 90 e investito in case case case case, col risultato che adesso hanno + fatturato con l'affitto che con la fabbrichetta, gli affitti sono alle stelle, e tutti rompono i coglioni che i cinesi e i rumeni e sto cazzo.

    Una bella leggina che VIETI di possedere + di 2 case per persona fisica e obblighi le immobiliare a vendere entro 4 anni dall'acquisto, a pena di tasse al 40% sull'immobile. Vedi come investono poi e come gli affitti calano.

    Riesci a confutare qualcosa?
    caro Bertinotti,
    uno con i soldi potrà fare quel cazzo che vuole o no.
    Evidentemente, a prescindere che sia giusto quello che dici, era più conveniente investire in Bot che in industria.

  8. #8
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    Predefinito Re: Re: Re: Lecco:dopo il tessile la crisi colpisce la meccanica

    In origine postato da PINOCCHIO
    caro Bertinotti,
    uno con i soldi potrà fare quel cazzo che vuole o no.
    Evidentemente, a prescindere che sia giusto quello che dici, era più conveniente investire in Bot che in industria.
    Evidentemente hanno fatto una grandissima cagata. Certo che uno coi suoi soldi puo' farci quel cazzo che vuole, basta che poi se non riesce piu' a essere competitivo perche' e' 30 anni che non investe ( o perche' ha investito in ferrari che magari ha anche messo a magazzino) non rompe i coglioni.

  9. #9
    piemonteis downunder
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    Predefinito

    >Certo che uno coi suoi soldi puo' farci quel
    >cazzo che vuole, basta che poi se non
    >riesce piu' a essere competitivo perche' e' 30
    >anni che non investe ( o perche' ha investito
    >in ferrari che magari ha anche messo a
    >magazzino) non rompe i coglioni.

    Infatti. Anche i consumatori possono fare quello che vogliono
    coi loro soldi, e li usano per comprare i prodotti col miglior
    rapporto qualita'/prezzo, non quelli "itagliani" che costerebbero
    il doppio perche' protetti da dazi e controdazi.

    Comunque magari dico una grandissima stronzata
    (e sarei lieto se Patrick mi corregge) ma mi sembra
    che si esageri con questa storia di difendere a tutti i costi
    i piastrellai veneti e affini come se fosse una millenaria cultura
    da "proteggere", come se fosse "l'identita'" del Veneto,
    come se una ditta di scarpe trevigiane fosse da equiparare
    al Duomo di Milano o alla civilta' cristiana. Sono manifatture
    e fabbrichette nate nel 1970 perche' in quel periodo tiravano,
    oggi non tirano piu', amen, i giovani di oggi dovrebbero cercare
    lavoro nei settori che tirano oggi, invece di aggrapparsi
    a tutti i costi a fabbrichette che non vendono piu'
    ma dobbiamo tener su artificialmente per non-si-sa-quale-motivo.

    Anche in altri paesi industrializzati, i giovani del 1970 lavoravano
    in manifatture che poi hanno chiuso, i giovani di oggi
    lavorano per servizi, informatica, vendite, farmaceutici,
    consulenti, operatori turistici, ecc. Ogni generazione ha lavori
    che tirano e poi vengono sostituiti. Nel 1970 erano le piastrelle,
    oggi e' il settore marketing/telecomunicazioni, per dire. La vera identita'
    del Veneto semmai dovrebbe essere quella di saper cogliere
    in ogni generazione i nuovi settori che tirano e buttar via gli altri.

  10. #10
    Obama for president
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    In origine postato da Elendil
    non è l' innovazione di processo che manca è l' innovazione di prodotto... che è ben diverso...
    infatti è tutto qui il punto tragico di questo paese.....

 

 
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