Di Canio come Zampagna: il calcio entra in politica!
DA www.dilloadalice.it

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L’intervento di Fabrizio Biletti, lettore di Alice: “La sentenza della Disciplinare di multare un saluto romano come un pugno chiuso è assurda… per motivi giuridici e politici. Equiparare il comunismo al fascismo è un falso storico”.



La decisione dei giorni scorsi della Disciplinare di sanzionare il calciatore del Messina-Calcio Zampagna (reo di aver fatto un saluto con il pugno chiuso ai comunistissimi tifosi del Livorno) lascia allibiti.

Un pronunciamento politicamente corretto, rigorosamente “bipartisan”: 10.000 euro di multa a Paolo di Canio per il saluto romano al termine del derby di qualche mese fa che tante polemiche aveva acceso, 10.000 euro a Zampagna. Un colpo al cerchio e uno alla botte, 1 a 1, e palla al centro. La motivazione: “Non è ammesso per un calciatore evocare qualsiasi tipo di ideologia e/o apparenza politica con gesti plateali, potenzialmente idonei a provocare atteggiamenti violenti da parte delle tifoserie”, etc, etc.

Giudico questa sentenza sbagliata per due ordini di motivo: uno giuridico, l'altro politico.

Il primo. Si introduce l'assurda discriminante che in uno stato democratico un cittadino (nella fattispecie un giocatore di calcio) non possa manifestare in modo pacifico le proprie idee politiche; di fatto si è di fronte ad una limitazione dei diritti individuali in netto contrasto con i principi della Costituzione. Perché Bertinotti può andare in piazza e fare il pugno chiuso al termine di un comizio e Zampagna no? Un conto è l'opportunità (su cui si può discutere), un conto è l'impedimento di tale gesto. La politica fosse una cosa sporca in sé da tenere recintata nei comizi? un messaggio anche questo diseducativo.

Il secondo. La Disciplinare accomuna in modo sommario fascismo e comunismo. Ciò costituisce un'inaudita ingerenza politica e un'aberrazione storica. Il comunismo (soprattutto quello italiano) non può e non deve essere equiparato alla dittatura fasciata, così come i “resistenti” non possono essere messi sullo stesso piano dei “repubblichini di Salò”. E' lecito fare di tutta l'erba un fascio e non distinguere chi è morto per la liberazione dell'Italia e chi ha scelto di continuare a combattere al fianco del regime nazi-fascista? No, ed è per questo che la sentenza è gravissima: sancisce “per legge” un falso storico.


A questo punto occorre chiedersi se la Disciplinare non avesse una finalità politica, considerato che siamo in un Paese che ci ha abituati ai più coraggiosi revisionismi. Oppure si è voluto colpire anche Zampagna per chiudere in modo ecumenico la vicenda del saluto romano di Di Canio, squallido perché immorale ad un partito la cui ricostituzione la nostra Costituzione (fino a che non sarà definitivamente fatta a pezzi) ha dichiarato illegale. Non mi sembra la nostra Carta condanni allo stesso modo i comunisti.

La sinistra italiana, invece di andare a raccogliere e autenticare le firme della Mussolini, dovrebbe indignarsi per questa decisione della Disciplinare. Ma tace. Sotto elezioni è meglio fare così.

Fabrizio Biletti
Lettore di Alice