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Discussione: Liberazione

  1. #11
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    Originally posted by ZENA
    Anche a me il 25 aprile sembra ormai una festa strumentalizzata. Indecente l'attacco velato di Ciampi a una riforma democratica della Costituzione che ne approfondisce i valori ispiratori. Del resto come definire tutti coloro che, in barba alle più note teorie liberali sulla perfettibilità di ogni testo fondamentale, si oppongono a variare nell'unico modo possibile e storicamente testato l'ordinamento di un paese preda da 60 anni di partitocrazia e malgoverni?
    Un ultimo appunto: il 25 aprile dovrebbe riunire tutti coloro che si riconoscono nella democrazia liberale. Molti comunisti non mi sembrano nel posto giusto. Ma è una semplice opinione.
    Zena,
    almeno tu attacchi il Ciampi che c'è e non te ne inventi uno a cui mettere in bocca parole che non direbbe mai.
    Sul posto dei comunisti rispetto al pensiero liberale ti invito a leggere Piero Gobetti e il suo dibattito "Sotto la Mole" con Antonio Gramsci e a ricordare le figure di Umberto Terracini e Giorgio Amendola. Il movimento operaio ed il ruolo del partito comunista nella recente storia italiana non sono suscettibili di una banale interpretazione. A differenza dei movimenti analoghi di altri paesi, e magari non solo per merito loro, si trovarono tra coloro che edificarono la democrazia politica in questo paese e tentarono di dare corpo ad una democrazia economica responsabile.
    Furono altri a ritrovarsi, e non solo per il loro demerito, ad essere alleati della barbarie nazista e ad insistere, anche per orgoglio e per un disperato senso dell'onore, in quella scelta.
    In quel frangente storico i comunisti furono difensori di un ordine democratico e, nel nostro paese, ne furono trasformati oltre ad ogni loro aspettativa. Lo stesso ordine accolse gli eredi di un esperienza sciagurata, consumata nella nostra storia e nel nostro paese, e li consegnò al ruolo futuro di legittimi protagonisti della democrazia italiana.
    machine head

  2. #12
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    Originally posted by machine head
    Zena,
    almeno tu attacchi il Ciampi che c'è e non te ne inventi uno a cui mettere in bocca parole che non direbbe mai.
    Sul posto dei comunisti rispetto al pensiero liberale ti invito a leggere Piero Gobetti e il suo dibattito "Sotto la Mole" con Antonio Gramsci e a ricordare le figure di Umberto Terracini e Giorgio Amendola. Il movimento operaio ed il ruolo del partito comunista nella recente storia italiana non sono suscettibili di una banale interpretazione. A differenza dei movimenti analoghi di altri paesi, e magari non solo per merito loro, si trovarono tra coloro che edificarono la democrazia politica in questo paese e tentarono di dare corpo ad una democrazia economica responsabile.
    Furono altri a ritrovarsi, e non solo per il loro demerito, ad essere alleati della barbarie nazista e ad insistere, anche per orgoglio e per un disperato senso dell'onore, in quella scelta.
    In quel frangente storico i comunisti furono difensori di un ordine democratico e, nel nostro paese, ne furono trasformati oltre ad ogni loro aspettativa. Lo stesso ordine accolse gli eredi di un esperienza sciagurata, consumata nella nostra storia e nel nostro paese, e li consegnò al ruolo futuro di legittimi protagonisti della democrazia italiana.
    Io ho premesso "molti comunisti". Non tutti, forse neanche la maggior parte. E' un calcolo impossibile e non mi ci inoltro.
    Quanto alla resistenza, ne condivido come detto i valori ma non credo che si possa procedere a una divisione manichea di quell'epoca, con gli angeli schierati da un lato e i demoni da un altro. Che la resistenza abbia le sue ombre è fuori di dubbio. Non è un caso, forse, se si sta riaprendo il caso della morte del comandante Bisagno. Non è un caso se anni fa è stato girato un film come Porzus. Quello che si chiama revisionismo (a volte giustamente, molte altre banalmente) è un processo necessario affinchè, al di là del mito e del dogma, si giunga a una verità storica rasserenata dalla consapevolezza che la bellezza dei valori di libertà e democrazia non abbisogna di uomini senza macchia o di epopee omeriche. Abbisogna di gente che sappia capire che la "libertà" è il bene che ci fa godere di tutti gli altri beni, e a ciò serve un buon senso che la partitocrazia italiana spesso ha ignorato, trasformando questo Stato in un regime sottile, subdolo, viscidio. Reso ancor più viscido dal tentativo di nascondere le proprie vergogne sotto l'ala della Resistenza, sfruttando la storia per allontanar da sé tutte quelle ombre che rischierebbero di travolgere le "istituzioni".

  3. #13
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    Predefinito Condivido

    Originally posted by ZENA
    Io ho premesso "molti comunisti". Non tutti, forse neanche la maggior parte. E' un calcolo impossibile e non mi ci inoltro.
    Quanto alla resistenza, ne condivido come detto i valori ma non credo che si possa procedere a una divisione manichea di quell'epoca, con gli angeli schierati da un lato e i demoni da un altro. Che la resistenza abbia le sue ombre è fuori di dubbio. Non è un caso, forse, se si sta riaprendo il caso della morte del comandante Bisagno. Non è un caso se anni fa è stato girato un film come Porzus. Quello che si chiama revisionismo (a volte giustamente, molte altre banalmente) è un processo necessario affinchè, al di là del mito e del dogma, si giunga a una verità storica rasserenata dalla consapevolezza che la bellezza dei valori di libertà e democrazia non abbisogna di uomini senza macchia o di epopee omeriche. Abbisogna di gente che sappia capire che la "libertà" è il bene che ci fa godere di tutti gli altri beni, e a ciò serve un buon senso che la partitocrazia italiana spesso ha ignorato, trasformando questo Stato in un regime sottile, subdolo, viscidio. Reso ancor più viscido dal tentativo di nascondere le proprie vergogne sotto l'ala della Resistenza, sfruttando la storia per allontanar da sé tutte quelle ombre che rischierebbero di travolgere le "istituzioni".
    Sulle ombre della resistenza hai ragione. E sull'uso strumentale del cosiddetto "arco costituzionale" anche: mi ricordo il "fascisti" di Pillitteri contro i tramvieri.
    Ma disertare le manifestazioni del 25 Aprile e rappresentare l'anniversario della liberazione come una festa di parte, tradisce superficialità e un odio banale e vecchio come il mondo.
    Non sono quasi mai d'accordo con te, ma non mi hai mai dato l'impressione di essere ne' banale, ne' superficiale nelle tue riflessioni.
    Spero che le modalità della lotta politica in questo Paese consentano presto di guardare a questa giornata come ad una festa di tutti.
    machine head

  4. #14
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    MH:
    "...Spero che le modalità della lotta politica in questo Paese consentano presto di guardare a questa giornata come ad una festa di tutti."

    Concordo .... senza odio.

  5. #15
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    Predefinito Rimandato a settembre.....

    Originally posted by ataturk
    Strumentalizzazione, questo è il problema. In 60 anni la festa del 25 aprile è stata appannaggio della sinistra. O meglio degli eredi di quella sinistra che 60 anni fa avrebbe voluto il completamento della "Liberazione" con il trionfo delle forze social-comuniste, e che solo la presenza delle forze alleate ed il ruolo della Chiesa nella persona del grande Papa Pacelli, riuscì ad arginare e convogliare (con grande fatica) nella via della democrazia e della libertà. Se fosse per i padri (politici) di quelli che oggi sventolano bandiere rosse per il 25 aprile, oggi avremmo ben poco da festeggiare. La destra Italiana in questi ultimi 10 anni ha fatto grandi passi sulla via dell'abbandono di posizioni oramai al di fuori della storia e della realtà, mi chiedo nel frattempo cosa ha fatto la sinistra o se il dogma resistenziale rimarrà inviolabile nei secoli.
    Storia contemporanea rimandato a settembre.....

  6. #16
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    Predefinito Puntalizzazione

    Originally posted by sefossifoco
    è stato un piacere ascoltare il discorso letto dall'assessore

    genovese Merella sul significato del 25 aprile, sulla Costituzione e

    sul loro legame inscindibile, innanzi alla giunta e ai consiglieri

    presenti, plaudenti e in gran numero, tranne le previste assenze

    dei contrari alla ricorrenza e dei demolitori della carta

    costituzionale e il nostro sindaco che si esprime in proposito

    come un autentico esponente del centro sinistra.

    Sembra che da circa un anno a questa parte nulla sia cambiato in

    città.

    Chi non c'era si è perso una perla del nostro sindaco a chiusura

    del discorso di Merella

    ...per far si che non ci siano più guerre

    "mai più pistole ad acqua nelle mani dei bambini"

    ...e giù applausi

    GENIALE!!!!!!

    Alcune puntualizzazioni :

    il Conducator ha fatto un buon discorso, non so quanto sia piaciuto ai suoi nuovi compagni di viaggio.

    Alla fine del suo discorso l'assessore Merella ha detto che forse le sue parole potranno far irritare qualcuno..... e così è stato Vice-Conducator, Assessore, Consigliere non lo hanno gradito, definendo la parte del discorso riferito alla Carta Costituzionale uno "spot-elettorale" ,parole testuali del vice-conducator, che messo alle strette mi ha risposto con una frase di grande saggezza ed acume politico "intantu in tu bancu dell'ase ghe sei vuiatri".....

  7. #17
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    Predefinito

    Fortebraccio:
    "Storia contemporanea rimandato a settembre....."

    Mi pare che molti storici contemporanei, abbiano detto apertamente che il fine della Resistenza (parlo di quella social-comunista) era il raggiungimento di una repubblica popolare sull'esempio di quella nata dalla rivoluzione russa. Fu solamente per l'influenza degli alleati (in particolare degli "odiati" Yankee) e del Vaticano, se non si concretizzò tale infausto risultato. Ovvero si voleva il crollo di una dittatura (fascista) per istituirne un'altra (del "proletariato"). Oggi queste cose si possono dire, scrivere o leggere, ma 60 anni fa (e anche più recentemente) su questo si doveva tacere e l'unico che, scherzando, lo sosteneva era il grande Guareschi. Impareggiabili le sue pagine del "Don Camillo" dove il buon Parroco doveva mettere freno alle voglie "rivoluzionarie" di Peppone e della sua banda. Peccato che non fossero solo invenzioni di un grande scrittore ma la realtà, anche se messa in farsa, di anni difficili.
    Quindi grazie alla Resistenza per aver sconfitto il fascismo, ma anche grazie ai tanti (da De Gasperi a Pio XII, a Guareschi, a Saragat, a Taviani, ecc.) che hanno consentito che il fenomeno si incanalasse nella vita democratica della nazione esaurendosi in un movimento reducistico da corteo paesano.
    Saluti

  8. #18
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    Predefinito ata ... ti avevo promesso ...

    Originally posted by ataturk
    Fortebraccio:
    "Storia contemporanea rimandato a settembre....."

    Mi pare che molti storici contemporanei, abbiano detto apertamente che il fine della Resistenza (parlo di quella social-comunista) era il raggiungimento di una repubblica popolare sull'esempio di quella nata dalla rivoluzione russa. Fu solamente per l'influenza degli alleati (in particolare degli "odiati" Yankee) e del Vaticano, se non si concretizzò tale infausto risultato. Ovvero si voleva il crollo di una dittatura (fascista) per istituirne un'altra (del "proletariato"). Oggi queste cose si possono dire, scrivere o leggere, ma 60 anni fa (e anche più recentemente) su questo si doveva tacere e l'unico che, scherzando, lo sosteneva era il grande Guareschi. Impareggiabili le sue pagine del "Don Camillo" dove il buon Parroco doveva mettere freno alle voglie "rivoluzionarie" di Peppone e della sua banda. Peccato che non fossero solo invenzioni di un grande scrittore ma la realtà, anche se messa in farsa, di anni difficili.
    Quindi grazie alla Resistenza per aver sconfitto il fascismo, ma anche grazie ai tanti (da De Gasperi a Pio XII, a Guareschi, a Saragat, a Taviani, ecc.) che hanno consentito che il fenomeno si incanalasse nella vita democratica della nazione esaurendosi in un movimento reducistico da corteo paesano.
    Saluti
    un mio pensiero sull'argomento .... ma ho visto che gli interventi di fortebraccio e MH esauriscono degnamente quanto volevo dire in proposito.

    Rimane comunque una valutazione amara di questa vicenda, ovvero che a dispetto di tutte le profusioni di pentimenti e visite ai muri del pianto e ai musei dell'olocausto (cose peraltro giuste e apprezzabili), la destra italiana (AN Lega e molta parte di FI) non riesce a metabolizzare il concetto di Resistenza come momento fondante della democrazia italiana qaulunque fossero gli intendimenti dei protagonisti di allora.
    E' tutto un relativizzare, un mettere sullo stesso piano persecutori e combattenti per la libertà.
    E' curioso ma triste notare che chi si nutre, indebitamente, del concetto di patria, da circa 60 anni, siano gli eredi di coloro che l'onore della Patria e la Patria stessa con i suoi lavoratori e le sue ricchezze, li hanno svenduto (o meglio ceduti) all'occupante nazista.

    io personalmente ho sempre visto con dolore che a sinistra questo concetto di patria sia stato accantonato in questi decenni prima per un malinteso pretesto internazionalista e poi per non apparire alla stessa stregua dei Fascisti missini.

    Ma allora chi difese la patria ed il suo onore? I fascisti di salo' o i resistenti che poi hanno dato vita alla costituzione repubblicana che poi è valsa anche per chi è stato dall'altra parte?

    questo è il ero problema e la vera questione. Il resto è bassa propaganda ....

    ciao

    p.s. non sono le bandiere rosse che stonano alle celebrazioni del 25 aprile ... ma l'assenza colpevole delle altre bandiere ... ivi compresa quella azzurra di an.... partito della "destra democratica" ... che tanti mea culpa recita ad uso delle televisioni governative.

  9. #19
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    Dark Side:
    "Rimane comunque una valutazione amara di questa vicenda, ovvero che a dispetto di tutte le profusioni di pentimenti e visite ai muri del pianto e ai musei dell'olocausto (cose peraltro giuste e apprezzabili), la destra italiana (AN Lega e molta parte di FI) non riesce a metabolizzare il concetto di Resistenza come momento fondante della democrazia italiana qaulunque fossero gli intendimenti dei protagonisti di allora."

    A me sembra che i gesti che giustamente ricordi, non siano stati recepiti dalla sinistra che continua, nonostante siano passati 60 anni, ad usare l'argomento Resistenza come una clava contro il centrodestra. In sostanza ai gesti importanti compiuti dalla destra non è corrisposto da parte della sinistra, tranne rari casi, un ripensamento sul giudizio di quegli anni, che la fine di pericoli per la democrazia e la condivisione dei valori di libertà anche della destra ex missina, avrebbe forse meritato.
    L'alone di leggenda per le gesta dei partigiani, non è mai stato seriamente messo in discussione, si è sempre rappresentata una lotta tra il bene e il male, nella quale i cattivi erano sempre e solo da una parte sola. Forse è giusto perchè sono i vincitori che fanno la storia. Ti riferisco l'ultimo episodio che ritengo utile a capire il clima che anocora regna. Il Consiglio Comunale di Chiavari ha approvato una mozione nella quale si chiede al Parlamento di non riconoscere ai reduci della Repubblica Sociale lo status di forza belligerante (questo al fine dell'ottenimento di pensioni di guerra). Si ignora che nel 1943 gli abitanti dell'Italia del Nord, appartenenti alla Repubblica Sociale, avevano l'obbligo all'arruolamento nelle forze repubblichine, pena la fucilazione (il famoso "bando Graziani"). Senza contare che i militari italiani internati nei campi di concentramento tedeschi dopo l'8 settembre, avevano l'unica via di uscita aderendo alla Repubblica di Salò, arruolandosi. Quindi coloro che hanno prestato servizio militare nelle forze repubblichine, non l'hanno fatto solo volontariamente, ma nella maggioranza hanno "dovuto" farlo. Ma questo l'Italia nata dalla resistenza non vuole ammetterlo ed allora meglio discriminare dei poveri anziani, nonostante siano passati 60 anni.
    E' questo che ancora ci rende scettici sulla partecipazione a manifestazioni e cortei, il fatto che in fondo in fondo restiamo, agli occhi della sinistra, dei "nemici" e non dei semplici avversari.
    Saluti.

 

 
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