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Generosità all'italiana".

Tutti voi, leggendo i giornali o seguendo la televisione, avrete notato che l'Italia, da sempre, fa enormi sacrifici per aiutare i popoli poveri.

La buonanima di Craxi prese di petto il Parlamento che non voleva aumentare la quota degli aiuti alla Somalia, terra legata a noi da ricordi affettuosi. Accusò gli onorevoli dell'opposizione di voler la morte per fame dei bambini somali. I soldi finirono poi, in buona parte, a Siad Barre che i suoi concittadini chiamavano con rispetto:"bocca grande". Lui naturalmente tenne i soldi per sè ed i bambini somali continuarono a morire di fame. Craxi, che era un ingenuo, ci restò molto male. E ci restarono male anche le mamme dei nostri soldati che, quando la popolazione si ribellò a Siad Barre, ci rimisero la vita, insieme ad un buon numero di americani.

Seguendo questa tradizione di generosità senza limiti, da anni sgomitiamo per arrivare in prima fila quando si tratta di offrir denaro alle nazioni indigenti del terzo mondo. L'Argentina è nei guai? Ci siamo noi! I paesi africani hanno problemi? Ma perbacco, l'Italia dà loro una mano! Se scopriamo un indonesiano affamato, siamo felici. Quale migliore occasione per la nostra anima generosa?

Pochi giorni fa, alle Nazioni Unite, un bello spirito ha pensato di stilare una graduatoria delle nazioni più generose del mondo. Ha fatto un elenco delle promesse fatte ed uno delle promesse mantenute. Nella graduatoria delle promesse fatte siamo i primi al mondo: una grande, ricca, generosa nazione.

Quando si è passati alle promesse mantenute si è scoperto che su 12 promesse fatte nel corso di questi ultimi sei o sette anni, ne risultano 9 inevase. Siamo quindi a -9, il che ci pone ALL'ULTIMO POSTO AL MONDO nella classifica dei benefattori.

Ancora una volta, governi la sinistra, il centro o la destra, dimostriamo di essere italiani. Il che rafforza l'idea che all'estero hanno di noi: pensano che siamo megalomani, sbruffoni, bugiardi e ladri. Sì ladri, perché di soldi che destiniamo alla beneficenza ne arrivano pochi alle istituzioni che se ne interessano e questi pochi, in gran parte, finiscono in mazzette e spartizioni. Ricordate il Kossovo? Ricordate i mille scandali per i cibi scaduti, per la farina ed i tanti altri prodotti venduti al mercato nero nei paesi beneficiati?

Berlusconi, naturalmente ha detto che non è vero niente: noi i soldi li diamo e come. Ed in questo ha ragione: NOI, noi cittadini, i soldi li diamo e come! Ci vengono prelevati con le tasse. Purtroppo, quando arrivano allo Stato, spariscono, ma non spariscono i benefit di cui godono i senatori ed i deputati, le buvette delle Camere e le auto di servizio con autista, i viaggi gratis nei paesi da aiutare ed in quelli che di aiuto non hanno alcun bisogno.

Con l'8 per mille, una tassa sulla tassa, alla chiesa cattolica arrivano miliardi di euro. Naturalmente vanno tutti in beneficenza, detratte le spese per il Vaticano, i viaggi promozionali del Papa (che paga l'Alitalia), il mantenimento della corte più sfarzosa del mondo e le caramelle per il cardinale Giordano. Alle altre confessioni religiose toccano le briciole, tanto per far vedere. Infatti un antico detto recita: "Senza denari, non si cantano messe".

Ai preti servono senz'altro, vuoi vedere che serviranno anche a noi?