Cacciari apre al Polo «Uomini di An? Si può»
L’ex sfidante Speranzon: disponibili per una municipalizzata Il neosindaco di Venezia: non escludo il loro coinvolgimento
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VENEZIA — Prove tecniche di alleanze incrociate per l’Amministrazione laboratorio. Massimo Cacciari, ormai con la fascia tricolore di sindaco della Serenissima, ha in mano il boccino. Ora deve lanciarlo, per cominciare la partita. «Mi muoverò senza pregiudizi »,avverte, consapevole però che il gioco non è facile, neppure per un tipo abile come lui. Va ricordato, infatti, che tra i suoi sostenitori al ballottaggio c’è una nutrita schiera di veneziani che, a bocce ferme, si sarebbero riconosciuti nella Casa delle libertà. Poi, rimasti orfani del candidato di riferimento, scartato l’ex pm Felice Casson, hanno premiato il filosofo. Allora? «Siamo solo agli inizi dell’avventura, comunque non escludo nulla, che sia esplorabile— dice Cacciari —. Ma è ovvio che farò una giunta di centrosinistra, sperando che il centrosinistra si riconosca in me» aggiunge. Anche l’altro giorno, quando Romano Prodi l’aveva tirato per la giacca, era stato sarcastico: «Chiedermi di varare una giunta di centrosinistra è scoprire l’acqua calda». Ieri Francesco Rutelli, leader della Margherita e sodale del neosindaco, è tornato sull’argomento: «A Venezia, certo, non faremo una giunta monocolore della Margherita, anche se, con 26 consiglieri acquisiti, sarebbe possibile».
Dunque, amministrazione di centrosinistra. Eppure, questi proclami non combaciano con le trame sotterranee, che si compongono e scompongono e che sembrano innervosire il doge dal ciuffo corvino, pur essendo lui il fulcro della ragnatela. Da una parte ci sono i Ds spaccati, che tentano ricuciture e fanno avances esplorative. Perfino Gianfranco Bettin, capo del cosiddetto polo rosso-verde destinato all’opposizione (sarà davvero così?) è uscito allo scoperto, rilanciando l'invito di Prodi per una giunta unitaria del centrosinistra.
A una condizione: «Non far entrare nessuno della Casa delle libertà». Per Cacciari il nodo cruciale è proprio qui: come «dialogare», in concreto, con il centrodestra?Come ricambiare per l’appoggio ottenuto da quell’area politica diversa dalla sua? Non è un mistero, per esempio, che tra Raffaele Speranzon, giovane leader di Alleanza nazionale, e il filosofo c’è feeling. E che i due, in questi giorni, si sono parlati. Tema delle conversazioni? «La collaborazione possibile—ammette Speranzon —. Sia chiaro, per An un posto in giunta è assolutamente da escludere.
Non mischiamo le carte. Cacciari sta facendo la rivoluzione, anche se resta di centrosinistra ». Però... «Però, non escludo contributi di altro genere. Qualche incarico di secondo grado. Per esempio nelle aziende municipalizzate.
Non per me, che mi autoescludo da qualsiasi carica amministrativa e neppure per i candidati che erano nella mia lista. Mi riferisco piuttosto a personaggi di qualità e capacità della mia area politica. Se Cacciari riterrà di avvalersi della collaborazione di qualcuno di loro, sarei onorato». Del resto, Raffaele Speranzon non teme i rimbrotti del suoi capi nazionali. «Vado avanti per la mia strada — confida —. An è una forza che può giocare a tutto campo, non la ruota di scorta di Forza Italia». Insomma, quella freddezza che Maurizio Gasparri ha dimostrato di fronte alla vittoria del filosofo cade nel vuoto. Per contro, Gianni Alemanno sta con il giovane leader veneziano. Cacciari affiderebbe una municipalizzata a un uomo di Alleanza nazionale? «È prematuro dare indicazioni, ma non escludo nulla, non ho pregiudizi » risponde. Le voci, in Laguna, si rincorrono. C’è in ballo la presidenza del consiglio comunale. «È normale che vada a un eletto dell’opposizione » dice il sindaco. I nomi più gettonati: lo stesso Speranzon e forse, con maggiori chance, Michele Zuin di Forza Italia, vice di Cesare Campa, il candidato che si piazzò terzo al primo turno, dopo Casson e Cacciari.
Marisa Fumagalli