Ulteriore approfondimento sul 25 aprile e sul suo significato:
1) Intanto è la Festa della Liberazione. Già ma da chi? Dai nazisti, indubbiamente, ma anche da una parte di noi stessi, dalla Rsi, da altri Italiani dunque. Quindi fintanto sarà impostata in maniera tale ci sarà sempre una parte che la contesterà, e la tanto auspicata anche da Ciampi "pacificazione" non sarà mai possibile.
2) Tendiamo a far coincidere Liberazione con Resistenza. In realtà quest'ultima ha sì segnato la volontà di riscatto di un popolo, il nostro, ma siamo stati liberati da Forze Straniere Alleate, altrimenti non ci saremmo mai e poi mai riusciti.
3) Siamo stati Liberati, a differenza ad esempio dei Francesi, che sono stati liberati "da vincitori", da "sconfitti". Noi quella guerra l'abbiamo perduta, non dimentichiamolo mai.
4) Non dimentichiamolo mai perché il nostro destino, al termine del Secondo Conflitto Mondiale, fu deciso da altri. Roosevelt, Churchill e Stalin, stabilirono a Yalta che l'Italia doveva rimanere sotto l'influenza delle potenze occidentali vincitrici. Ma avrebbero potuto decidere altrimenti, e ci saremmo ritrovati al di là della Cortina di Ferro, come i bulgari, gli ungheresi, i polacchi(dio ce ne scampi e liberi...). Non è che in virtù dell'apporto dato dai partigiani a Yalta fu detto bene Italiani, autoderminatevi, manco per idea. Stante tale situazione di sfondo "forzatamente accettata", ebbero luogo tutti gli eventi storici di cui sappiamo, referendum Repubblica vs Monarchia, Costituzione, Prime Elezioni a suffragio universale anche per le donne, ecc.ecc.. Tutti eventi "derivati" da una decisione "originaria" presa in altro luogo e sulla quale non avemmo assolutamente la benché minima possibilità di mettere bocca.
5) Concludendo, il 25 aprile è la Festa della Liberazione di un Paese Sconfitto e che ha pure sopportato una sanguinosa guerra civile fra i suoi giovani figli... ora che la retorica della Resistenza si sta affievolendo, credo dovremmo cominciare ad avere il coraggio di fare su quel periodo storico, ragionamenti più maturi, senza timore di offendere la "sacralità ossificata" di certe date...
(il che non significa revisionismo, ma il riconoscimento di numerose pagine che sono state strappate dal libro della storia recente del nostro paese).