Dichiarazione del Ministero delle Relazioni Estere di Cuba
La Habana, 21 aprile 2005

Nella mattinata di oggi, la Commissione dei Diritti Umani (CDH) che
svolge i suoi lavori a Ginevra, ha votato sul progetto di risoluzione
dal titolo `Questione dei detenuti nell'area della Base Navale degli
Stati Uniti a Guantánamo', che era stato presentato da Cuba lo scorso
14 aprile.

La votazione su questo testo, il cui risultato è stato di 8 a favore,
22 contro e 23 astensioni, è una nuova dimostrazione dell'ipocrisia e
della doppia morale imperanti nella CDH, che il nostro paese ha
denunciato pubblicamente e ripetutamente.

Il Governo degli Stati Uniti, come è sua abitudine, ha utilizzato
l'intimidazione e il ricatto per impedire l'approvazione di questo
progetto di risoluzione.

Ha cercato in questo modo di far passare sotto silenzio il ripudio
mondiale di fronte alle orribili foto delle torture ad Abu Ghraib e
in altre carceri nordamericane, le rivelatrici testimonianze di
detenuti e di altre persone che vi hanno avuto accesso, e il clamore
e la condanna di personalità delle più diverse sfere, di Parlamenti,
di organizzazioni internazionali, non governative e dell'opinione
pubblica mondiale.

Come si ricorderà, Cuba aveva presentato l'anno scorso un progetto di
risoluzione alla Commissione dei Diritti Umani su questo tema. In
quell'occasione non insistette per farlo sottoporre a votazione, in
particolar modo su richiesta dell'Unione Europea.

Ma, in quel momento, non vi erano ancora le prove che esistono oggi
sulle flagranti e sistematiche violazioni dei diritti umani dei
prigionieri nell'illegale Base di Guantánamo, oggi più di 500, di
oltre 40 paesi, compresi europei e minorenni, né si sapeva che come
sembra era stata questa l'installazione in cui per la prima volta
sono stati provati i metodi di tortura oggi estesi ad altre carceri
statunitensi fuori dal loro territorio.

Neppure allora era noto che tale sistema di tortura era stato
ufficialmente approvato dalle più alte sfere del Governo
nordamericano e basato giuridicamente mediante una direttiva scritta
nella Casa Bianca dall'allora Pubblico Ministero Generale di quel
paese.

Lo scandaloso voto contrario in blocco dei paesi dell'Unione Europea
è un ulteriore riflesso della loro subordinazione al Governo degli
Stati Uniti e della loro incapacità di seguire una politica propria,
perfino su un tema in cui l'opinione pubblica dei loro paesi, il
Parlamento Europeo e i loro Parlamenti Nazionali, hanno preteso una
forte posizione europea di condanna a tali pratiche.

Per esempio, la risoluzione approvata il 28 ottobre 2004 dal
Parlamento Europeo non solo ha chiesto al Governo degli Stati Uniti
di permettere un'indagine imparziale e indipendente delle denunce di
torture e di maltrattamenti inflitti a tutte le persone che si
trovano private della libertà sotto la sua custodia, ma sono state
date istruzioni ai paesi membri dell'Unione Europea affinché
presentassero un progetto di risoluzione sul tema in questo periodo
di sessioni della CDH.

C'era da aspettarsi, pertanto, che il citato progetto di risoluzione
avesse un'accoglienza favorevole almeno da parte dei paesi
dell'Unione Europea, i quali, non avendo presentato un loro testo
come i loro Parlamenti avevano richiesto, avrebbero dovuto co-
patrocinare l'iniziativa cubana o, per lo meno, votare a favore della
stessa.

La delegazione cubana a Ginevra ha convocato tre riunioni sul nostro
progetto di risoluzione, alle quali hanno partecipato le delegazioni
dell'UE, e nelle quali è stato richiesto il loro sostegno. Inoltre,
il Ministero delle Relazioni Estere ha dato istruzioni ai propri
Ambasciatori affinché si rivolgessero ai Ministeri degli Esteri
europei per richiedere il loro co-patrocinio e il voto a favore su
questo importante tema.

Tuttavia, in alcuni paesi i nostri Ambasciatori non sono stati
neppure ricevuti e ve ne sono stati altri in cui l'incontro è stato
fissato intenzionalmente dai Ministeri degli Esteri in una data
successiva alla votazione di Ginevra. In nessun caso la risposta è
stata positiva. L'unica cosa che hanno avuto i nostri diplomatici
sono state risposte evasive, a volte cortesi, a volte arroganti e,
perfino, molte volte con imbarazzo.

Più di un rappresentante di un Ministero degli Esteri europeo, alla
richiesta del motivo per il quale non era disposto a sostenere il
progetto cubano, ha risposto che la politica europea consisteva
nel "difendere i suoi interessi ma non di mettersi contro gli Stati
Uniti". Si è arrivati all'estremo, perfino, che una funzionaria
europea, apparentemente furiosa, ha detto a un Ambasciatore che Cuba
era colpevole per la "situazione creata" a Ginevra, in ovvio
riferimento al fatto che i paesi dell'UE non sapevano che cosa fare
di fronte alla difficile alternativa di irritare gli Stati Uniti o di
affrontare la loro opinione pubblica.

Ma la cosa sicura è che nessun paese membro dell'Unione Europea ha co-
patrocinato la risoluzione come era stato richiesto. L'Unione ha
claudicato ieri in mattinata, come è stato denunciato nella
comparizione televisiva di ieri sera del Comandante in Capo Fidel
Castro Ruz, e ha deciso di votare contro in blocco, nonostante la
protesta dei membri dell'Unione che non fanno parte della CDH che, e
non dovendo votare, erano dell'opinione di astenersi in quanto non si
sarebbe corso il rischio di rappresaglie nordamericane.

La cosa peggiore è che alcuni di loro hanno lavorato attivamente,
nelle capitali africane, asiatiche e latinoamericane, e perfino nella
sala delle riunioni di Ginevra, in stretta coordinazione con la
diplomazia nordamericana, contro il progetto di risoluzione cubano
nell'impegno di impedire la sua approvazione.

Il progetto di risoluzione cubano chiedeva che il Gruppo di Lavoro
sulla Detenzione Arbitraria, il Relatore Speciale sulla Tortura, il
Relatore Speciale sul Diritto di Tutte le Persone al Godimento del
Più Alto Livello Possibile di Salute Fisica e Mentale e il Relatore
Speciale sull'Indipendenza di Giudici e Avvocati, meccanismi della
CDH che gli stessi nordamericani definiscono imparziali e universali,
determinino sul terreno la verità delle serie accuse che oggi pendono
sul Governo degli Stati Uniti per i suoi atti contrari ai diritti
umani e alla dignità dei prigionieri che mantengono a Guantánamo.

Il nostro popolo, come centinaia di milioni di persone nel mondo, ha
legittime preoccupazioni su quello che avviene nel territorio della
base navale di Guantánamo che gli Stati Uniti ci usurpano. Non ci
inibisce il fatto che il delinquente sia il responsabile della
continua presentazione di progetti di risoluzione contro il nostro
paese alla Commissione dei Diritti Umani che, in modo ingiusto,
selettivo, discriminatorio e politicizzato, tentano di accusarci di
essere violatori dei diritti umani e che sono usati come pretesto per
mantenere e rafforzare il blocco economico, commerciale e finanziario
e per creare le condizioni per giustificare un'eventuale aggressione
contro Cuba.

Cuba ha autorità morale e senso della giustizia in eccedenza per
affrontare la risoluzione contro il nostro paese, co-patrocinata e
sostenuta dall'Unione Europea e da altri satelliti dell'orbita
imperiale, senza dovere ricorrere ad arguzie di qualsiasi tipo, così
come ha in eccedenza il coraggio per presentare apertamente le sue
opinioni e le sue proposte e richiedere che si indaghi su quello che
è già diventato un affronto che scuote la coscienza dell'Umanità.

Questa morale ci è assegnata dal fatto incontrovertibile che
l'assassinio politico, le sparizioni, le esecuzioni extragiudiziali,
gli squadroni della morte e la tortura, le vessazioni e i
maltrattamenti contro i detenuti non sono mai esistiti nella Cuba
rivoluzionaria, né durante la dura lotta per la definitiva
liberazione del nostro paese, né nei 45 anni trascorsi dal trionfo
della nostra Rivoluzione.

Insomma, per Cuba non è una sorpresa il fatto che il progetto di
risoluzione non sia stato approvato alla votazione burocratica della
CDH. C'era da aspettarsi che i paesi dell'Unione Europea e alcuni
altri, nella loro già proverbiale ipocrisia e doppia morale, fossero
incapaci di superare la loro dipendenza dagli Stati Uniti, di fare
valere la giustizia e di dimostrare la loro strombazzata
preoccupazione per il rispetto ai diritti umani in tutto il mondo.

I paesi che oggi hanno votato contro il progetto di risoluzione
cubano sono stati smascherati e si sono trasformati in complici
diretti e pubblici delle torture, delle vessazioni e delle violazioni
dei diritti umani delle persone illegalmente detenute, compresi
alcuni dei loro cittadini, nella base navale nordamericana a
Guantánamo e in altri luoghi.

Con questa votazione, è stato realizzato il prezioso obiettivo di
mettere fine all'impunità che trova riparo nella dissimulazione e nel
silenzio complice in relazione alla tortura.

E' stato dimostrato che per la Commissione dei Diritti Umani non ci
sono cure. Gli Stati Membri delle Nazioni Unite dovranno sfidare il
pericolo che la sua trasformazione dia origine a un fantasma
peggiore, per potere costruire un organismo completamente diverso,
solo al servizio della nobile causa dei diritti umani, della
cooperazione e del dialogo.

Il nostro popolo non desisterà dai suoi impegni e proseguirà nella
sua denuncia dei crimini della combriccola fascista che Governa negli
Stati Uniti.

Con più morale che mai, raddoppierà la sua lotta in difesa della
giustizia, della ragione, dell'etica, per il vero godimento di tutti
i diritti umani per tutti i cittadini del pianeta.