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Antitrust, restrittive norme su professioni in dl competitività
Wed April 27, 2005 7:15 PM GMT
ROMA (Reuters) - L'Antitrust ritiene che alcune norme contenute nel decreto sulla competitività, attualmente all'esame del Senato per la conversione in legge, relative alla riforma degli ordini professionali possano comportare effetti restrittivi della concorrenza.
Lo si legge in una nota dell'Authority.
L'organo di garanzia, in particolare, è del parere che ricondurre determinate professioni sotto il controllo degli ordini "determina una significativa restrizione della concorrenza, attraverso una limitazione all'entrata di nuovi operatori e la creazione di riserve di attività", si legge nella nota.
Un altro effetto restrittivo deriva dalla fissazione di tariffe minime o fisse per il pagamento dei servizi, che non garantisce "elevati livelli qualitativi nell'erogazione delle prestazioni".
Circa le norme relative alle commissioni per gli esami di Stato, l'Antitrust sottolinea, come già altre volte, "la necessità di limitare la presenza di rappresentanti degli ordini nell'ambito delle commissioni esaminatrici".
Per il garante, tra l'altro, sono "del tutto inadeguate le previsioni che dovrebbero garantire l'esercizio in forma societaria delle professioni regolamentate, in particolare nella misura in cui sembrano escludere forme di partecipazione al finanziamento delle imprese, anche in posizione di minoranza, da parte di soci non professionisti".
L'Authority, infine, si sofferma anche sull'impatto per la concorrenza derivante dall'istituzione, attraverso un decreto legislativo che il governo sta per varare, dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
La costituzione di questo albo unico comporta "possibili effetti negativi derivanti dalla attribuzione di riserve di competenza esclusiva ai commercialisti e agli esperti contabili".
Il rischio è la preclusione all'esercizio di queste attività "da parte di soggetti attualmente attivi nel settore ma diversi da tali professionisti", con una restrizione del livello di concorrenza, conclude l'Antitrust.