LA GRANA SGRENA - LE INTERCETTAZIONI, CARTA NASCOSTA DEL PENTAGONO: PROVEREBBERO CHE CALIPARI AVEVA UNA GRANDE FRETTA DI FARE PARTIRE SUBITO LA GIORNALISTA PER FARLA APPARIRE AL FESTIVAL DI SANREMO…
Ennio Caretto per il Corriere della Sera
Il Pentagono era contrario a che l'Italia partecipasse all'inchiesta sull'uccisione dello 007 Nicola Calipari, intendeva svolgerla in proprio. Cedette alle pressioni del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca per non danneggiare il governo italiano sia sul piano dell'immagine che sul piano politico. Ma non deviò dal suo obiettivo di fondo, quello di proteggere i soldati che spararono, per non demoralizzare le truppe.
(Giuliana Sgrena)
Lo riferiscono fonti diplomatiche a Washington, assieme ad altre al Congresso, ricordando che sinora in Iraq tutte le inchieste sul «fuoco amico» si sono chiuse o con la piena assoluzione dei militari o con provvedimenti disciplinari molto modesti. Su questa linea, il Pentagono pare pronto a giocare una carta inaspettata, quella delle intercettazioni di molte delle telefonate del Sismi e degli ufficiali e diplomatici italiani in Iraq.
Vari ex agenti della Cia ed ex ufficiali delle forze armate danno per certo che l'intelligence Usa sia in possesso delle comunicazioni tra Calipari e i sequestratori di Giuliana Sgrena, nonché tra Calipari e Roma, e conosca chi catturò la giornalista e chi mediò per la sua liberazione. Riferiscono che è prassi comune della Cia e della Dia, lo spionaggio del Pentagono, controllare anche gli alleati. Il contenuto delle registrazioni rimane segreto. Ma la fatale notte del 4 marzo, Calipari avrebbe avvertito gli americani del viaggio della sua auto all'aeroporto, ma non della presenza della Sgrena a bordo.
(Giuliana Sgrena)
E altre telefonate dimostrerebbero che l'agente del Sismi aveva una grande fretta di fare partire subito la giornalista. Addirittura una delle intercettazioni, afferma qualcuno, indicherebbe che si voleva presentare Giuliana Sgrena al Festival di Sanremo in corso in quei giorni, o per lo meno farla parlare in video. La sua esistenza deve essere confermata, ma si tratta di un materiale che, se reso pubblico, metterebbe il governo italiano in imbarazzo: l'uccisione di Calipari potrebbe essere in parte attribuita alla fretta e all'interesse mediatico.
(Giuliana Sgrena)
Se messo con le spalle al muro, il Pentagono lo userebbe come mezzo di pressione per indurre l'Italia ad accettare la sua conclusione dell'inchiesta e a ritirare le riserve. A livello ufficiale, l'amministrazione Bush rifiuta qualsiasi commento: in teoria, l'America non dovrebbe spiare gli alleati, e la comparsa del materiale sarebbe fonte di imbarazzo, come accadde quando emerse che spiava l'Onu.
(Giuliana Sgrena)
Stando alle fonti diplomatiche e congressuali, le due fughe di notizie delle ultime settimane sull'innocenza della pattuglia Usa e sulle responsabilità italiane sono state un tentativo dei falchi del Pentagono di fare passare, almeno in casa, la propria versione senza ricorrere alle intercettazioni, e di forzare la mano alle colombe del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca.
(Nicola Calipari)
Per ragioni di immagine e politiche appunto, la Presidenza e la diplomazia americane vorrebbero un rapporto congiunto Washington-Roma. Il giallo delle telefonate lo rende più difficile. Il braccio di ferro, il cui esito influirà sui rapporti tra i due Paesi, si concluderà con probabilità subito dopo il voto sul Berlusconi bis. A fine settimana si saprà chi ha vinto e chi ha perso.