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    Post Elogio Dell'inquisizione

    L'Inquisizione fu "medievale", "spagnola" e —romana". Per la prima è d'uopo leggersi (per chi voglia conoscere l'altra versione dei fatti) Elogio dell'Inquisizione di Jean-[3aptiste Guiraud (Leonardo), prefato da Vittorio Messori e curato da chi scrive, nonché arricchito di una preziosissima bibliografia "ragionata" da Marco Invernizzi e Oscar Sanguineti. Per la seconda l'opera migliore è senz'altro quella di 13artolomé Benassar, Breve storia dell'Inquisizione spagnola, Rizzoli. Per la terza consigliamo senz'altro L'Inquisizione egli ebrei in Italia, Laterza, opera collettanea a cura di Michele Luzzati. Le ultime due opere sono francamente anti-Inquisizione, ma hanno il pregio della correttezza e dell'onestà. Si vedrà, leggendole, che l'Inquisizione fu molto meno "terribile" di quanto si pensi e che, anzi, in non pochi casi la suasouplesse sfiorò il ridicolo. Potremmo consigliare anche altre opere, ma queste sono a nostro avviso le principali in italiano. E se c'è ancora qualcuno a cui la parola Inquisizione fa venire in mente le streghe, sappia che ci fu anche un'inquisizione protestante, che la famosa Salem si trovava nell'America dei Padri Pellegrini (fanatici puritani cacciati dai fanatici anglicani perché più fanatici di loro) e che il maggior"cacciatore di streghe" fu Jean Bodin, laico e padre della moderna concezione dello Stato (infatti la grand'epoca della stregoneria coincide non già col Medioevo, per il quale era semplice superstizione, bensì con la nascita del mondo moderno). E infine si legga L'avvocato delle streghe di Gustav Henningsen (Garzanti) o Gostanza, la strega di San Miniato a cura di Franco Cardini (Ponte alle Grazie): scoprirà che gli inquisitori cattolici alle streghe credevano poco o punto.
    Il maggior denigratore dell'Inquisizione, l'americano Henry C. Lea, nella sua monumentale opera sull'argomento dovette ammettere che "la causa dell'Inquisizione era la causa della civiltà". Infatti anche i più sfegatati anticattolici devono confessarsi contenti che i catari non siano riusciti a far suicidare l'umanità, che gli anabattisti non abbiano distrutto tutte le opere d'arte, che i dolciniani non siano riusciti a scannare tutti i reprobi e che i fratelli del libero spirito non abbiano potuto escludere dalle cariche pubbliche quelli che non erano in stato di grazia. Ringrazino l'Inquisizione. E chi si sognerebbe di dire, oggi,

  2. #2
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    che le opere buone non servono a nulla e che è meglio la sola frdes? Nessuno. Eppure fu per secoli il principale fondamento del protestantesimo. Nessuno sarebbe così pazzo da ammettere l'esistenza di un Dio che crea alcuni solo per dannarli. Eppure la dottrina della predestinazione era il nucleo del calvinismo, che per causa di essa mise a ferro e fuoco le città. Né si può negare che i massacri che sconvolgevano l'Europa furono assolutamente assenti in Italia e Spagna, dove operava l'Inquisizione. In Francia gli ugonotti ebbero la loro "notte di san Bartolomeo", che seguì alla Michelade di Nimes che essi avevano inflitto ai cattolici. La Germania ebbe carneficine mai viste, e così l'Inghilterra. E i loro migliori studiosi, compreso Keplero, dovettero emigrare guarda caso nell'Italia della Controriforma.
    Così come il Siglo de oro spagnolo coincise con quello di Torquemada. Senza ripercorrere l'elenco, che può trovarsi in qualsiasi libro di storia dell'arte, dei grandissimi artisti spagnoli del tempo in cui l'Inquisizione, secondo la vulgata corrente, avrebbe infierito di più, ci limitiamo a ricordare che la celebre università di Salamanca fu fondata proprio da un Inquisitore e che il dibattito sui diritti degli indios americani (dal quale dibattito nascerà il diritto internazionale moderno) si celebrò all'ombra della "sanguinaria" istituzione. Di più: in quel secolo la Spagna ebbe anche una Boccaccio donna: Maria de Zayas y Sotomayor, dama di corte, poetessa, drammaturga e autrice di novelle "boccaccesche" - più volte ristampate e tradotte all'estero - che furono un vero caso editoriale. Et de hoc sans, anche se potremmo spingerci ad affermare che proprio grazie all'Inquisizione, che risparmiò alla Spagna gli orrori della guerre di religione, Cervantes, Calderon, Velasquez e tanti altri poterono dipanare il loro genio in lungo e in largo, mentre nel resto dell'Europa (tranne che in Italia) l'arte e la scienza si nascondevano per paura. Sì, anche la scienza. L bene infatti ricordare senza stancarsi che nell'Italia della "cupa" Controriforma Galileo fu protetto dai potentissimi astronomi gesuiti della Specola Vaticana, che non gli fu mai vietato di insegnare il metodo copernicano (mentre al nord Copernico era stato costretto a far pubblicare la sua opera solo dopo la sua dipartita), che il processo inquisitoriale lo condannò a nient'altro che a recitare i Salmi settimanalmente e solo dopo vent'anni di tergiversazioni.

  3. #3
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    L'Inquisizione spagnola, per giunta, era un tribunale di Stato, totalmente sottratto (malgrado le periodiche proteste) alla Chiesa. Venne istituito per porre rimedio a una situazione politicamente e socialmente esplosiva. La fortissima presenza ebraica e musulmana in Spagna dava luogo a continue sommosse popolari, rivolte, massacri indiscriminati. Il problema era quello dei conversos, gli ebrei e gli islamici passati formalmente al cristianesimo ma segretamente rimasti fedeli alla loro religione. Certo, oggi l'idea che uno non possa professare la religione che gli pare fa orrore. Ma non suscita altrettanto orrore, per esempio, la repressione di coloro che volessero professare idee naziste. Ogni reggimento politico si fonda, piaccia o no, su un corpus di idee. Anche la moderna democrazia liberale nella quale siamo abituati a vivere. È dunque del tutto naturale chiedere al Potere di perseguire i sovversivi, quelli cioè che volessero costringere la stragrande maggioranza a vivere in una dittatura. Si dirà che questo con la religione non c'entra. Invece è noto che le idee politiche possono essere vissute anche "religiosamente", con tutto quel che ne consegue. Oppure la religione c'entra ancora oggi, come nel caso dell'odierna Algeria, dilaniata da una specie di guerra civile tra quelli che vogliono imporre un regime islamico "stretto" e quelli che vogliono vivere in una versione "laica" e occidentalizzata del Corano.

    La Spagna dei Re Cattolici aveva appena concluso la sua unificazione nazionale dopo otto secoli di Reconquista ai mori. Si trovava dunque con due potentissime minoranze etniche al suo interno: quella ebraica (la più cospicua del mondo) e quella islamica. La prima si trovò a un certo punto con praticamente in mano il potere finanziario; la seconda non faceva mistero di covare sogni di rivincita e di guardare speranzosa ai vicinissimi (troppo vicini) regni corsari d'Africa. I marranos e i moriscos erano due categorie intermedie di falsi convertiti, i quali erano riusciti a raggiungere notevoli livelli di potere nella scala gerarchica spagnola. Ciò rendeva la situazione incandescente per via del risentimento dei "vecchi cristiani", i quali si vedevano scavalcati e non di rado vessati da ex ebrei ed ex musulmani che continuavano a giudaizzare o islamizzare in segreto (che poi era il segreto di Pulcinella: in certe chiese, addirittura, vescovi conversos celebravano apertamente riti che di cristiano avevano solo il nome). Come in un moderno condominio è essenziale un regolamento per non venire alle mani, così nella Spagna di allora si rese necessario intervenire d'autorità ne cives ad arma veniant. L'Inquisizione (che, per far mostra di maggior imparzialità, fu data inizialmente in mano a conversos: Torquemada era uno di questi) fece chiarezza obbligando gli ebrei a fare gli ebrei, i cristiani a fare i cristiani e i musulmani a fare i musulmani. Colpendo solo i falsi convertiti, paradossalmente ebbe il merito di conservare l'identità etnica e culturale di un "popolo ospite" (definizione dell'ebreo Bergson) quale quello ebraico. Essa impedì una guerra civile perseguendo tutto sommato pochi furbi e costringendoli a scegliere una buona volta e coram populo.
    Certo, nessuno si sogna di negare gli abusi, che pur ci furono come in tutte le cose umane; ma è ormai storicamente assodato che le luci furono maggiori delle ombre. Non c'è uno storico degno di tal nome, ormai, che non riconosca nell'Inquisizione un tribunale mite, giusto, rispettoso della procedura e (rispetto ai tribunali civili del tempo) sommamente misericordioso, sinceramente premuroso della salvezza del reo e, se possibile, della sua reintroduzione nella comunità dei credenti. Furono proprio gli inquisitori (come dimostra lo specialista Henningsen) a impedire una caccia alle streghe in Spagna. La tortura'? Nei tribunali civili fu abolita solo a partire da Luigi XVI; l'Inquisizione la usava di rado, con tanto di controllo medico e solo su colpevoli provati. Niente di efferato in ogni caso: l'imputato veniva sospeso per le braccia con corde e poi lasciato cadere giù per un massimo di tre volte; se resisteva era prosciolto. Rarissimo il ricorso alla tortura, per il semplice fatto che i Manuali degli Inquisitori più accreditati (come quello di Nicholas Eymerich e quello di Bernardo Gui, diffamato da Il nome della rosa) la sconsigliavano argomentando che un uomo sotto tortura sarebbe stato disposto a confessare anche quel che non aveva commesso. Salvo poi ritrattare. Sì, perché quanto estorto con la tortura per avere valore legale doveva essere confermato dall'inquisito in un secondo tempo e senza costrizione. Insomma la cosa rischiava di diventare una specie di tela di Penelope, e gli inquisitori lo sapevano. E poi, diciamolo senza ipocrisie: quando vediamo nei film polizieschi il detective di turno paralizzato dai diritti civili del killer che ha messo una bomba in un asilo e non vuol dire dove si trova, il nostro innato senso di giustizia si contorce nello stomaco; ed è con

  4. #4
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    un senso di sollievo che assistiamo alla scena in cui il detective risolve l'impasse ricorrendo a mezzi fisici. Oggi la giustizia avvolge di garanzie il colpevole più dell'innocente. Ma non abbiamo il diritto di sindacare con la nostra mentalità attuale i secoli in cui si preferiva fare il contrario. Del resto, paradossalmente, fu proprio l'Inquisizione a creare il moderno processo garantista, inventando la giuria, il notaio verbalizzante, l'avviso di garanzia, la ricusazione dei testimoni malevoli e perfino dei giudici.
    Jean Dumont riferisce il caso di Pablo de Olavide, condannato al carcere dall'Inquisizione. Su sua richiesta venne trasferito alle fonti termali perché affetto di reumatismi. Non giovandogli le cure, chiese e ottenne un ulteriore trasferimento presso una località vicina ai Pirenei. Qui gli fu facile fuggire in Francia, dove era nel frattempo scoppiata la Rivoluzione. Accolto come "vittima degli orrori inquisitoriali", ebbe modo di vedere gli orrori veri, quelli del terrore giacobino, e terminò la sua vita scrivendo apologie della Chiesa cattolica. Ovviamente a quel punto su di lui i riflettori si erano spenti.
    Luigi Firpo, intervistato da Vittorio Messori, ammise il suo stupore di fronte alle carceri inquisitoriali romane: cambio di lenzuola due volte alla settimana, birra per chi non poteva bere vino. Insomma, una specie di Ritz, imparagonabile agli odierni Ucciardone. La formula di condanna al "carcere perpetuo" significava, nel linguaggio inquisitoriale, un massimo di tre anni. Frequentissimi gli sconti e le commutazioni di pena, i permessi per malattia o per lavoro o per assistere i genitori anziani. Frequentissimi anche i casi in cui il popolo, clericalem verens mollitiem (cioè paventando la non severità del clero), linciò gli eretici di sua mano prima dell'arrivo degli inquisitori. Infatti si dimentica spesso e volentieri che il governo spagnolo fu letteralmente seppellito da petizioni popolari tese a scongiurare l'abolizione dell'Inquisizione, o a ripristinarla dopo la Costituzione (liberale) di Cadice del 182 L Già si è detto: gli storici accademici sanno perfettamente tutto quel che abbiamo detto fin qui. Tanto che uno dei massimi specialisti italiani, Adriano Prosperi (che pure ha un orientamento di sinistra), ha creduto opportuno avvertire che si rischia di finire con l'esaltare l'Inquisizione. Ma è il problema di tutti gli "scheletri nell'armadio" del cristianesimo. Manca la trasmissione tra gli storici di mestiere e il grande pubblico, ancora obnubilato dai luoghi comuni set-

  5. #5
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    tecenteschi. Manca cioè un'adeguata divulgazione che faccia sapere a tutti come la propaganda, protestante prima e illuminista poi, abbia "aperto le danze" sull'Inquisizione, e come gli storici liberali successivi abbiano costruito i loro teoremi sulle cifre sparate dal Llorente, l'archivista dell'Inquisizione che, passato al nuovo padrone napoleonico, centuplicò il numero dei giustiziati e poi semplicemente bruciò gli archivi. Sarebbe bastato un minimo di calcolo demografico per rendersi conto della truffa, ma per effettuarlo ci voleva un buon motivo. E chi lo aveva, il motivo, a quel tempo aveva altro a cui pensare. Sì, abbiamo scoperto con ciò l'acqua calda, che la storia cioè non è affatto una scienza ma una mera opinione dello storico. Ben vengano dunque queste lettere di De Maistre, le quali ci mostrano come si possa ricostruire la verità anche avendo a disposizione solo il materiale dell'avversario. Ma ecco che la parola è scappata: avversario. Niente "scienza storica", dunque; solo denigrazione o apologia. In clima di pluralismo non c'è altro da fare: ognuno, sentite le parti, sceglierà quella che secondo lui ha ragione.
    In fondo, è buon liberalismo.
    Rino Cammilleri

  6. #6
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    Joseph de Maistre, Elogio dell'Inquisizione di Spagna, Il Cerchio Iniziative Editoriali, Rimini 1998 (con prefazione di Rino Cammilleri). .

    PER ACQUISTARLO

  7. #7
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    . Infatti anche i più sfegatati anticattolici devono confessarsi contenti che i catari non siano riusciti a far suicidare l'umanità, che gli anabattisti non abbiano distrutto tutte le opere d'arte, che i dolciniani non siano riusciti a scannare tutti i reprobi e che i fratelli del libero spirito non abbiano potuto escludere dalle cariche pubbliche quelli che non erano in stato di grazia. Ringrazino l'Inquisizione..

  8. #8
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    Ti consiglio un libro: il formaggio ed i vermi.
    Non è per le grandi personalità che dico che l'inquisizione fu una banale risposta di controllo sociale, ma per i piccoli ed indifesi cittadini del mondo.
    Quanto a Galileo, ci mancasse altro, infondo aveva abiurato e fece bene, la scienza non ha bisogno di martiri......questa è la sua modernità!!

  9. #9
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    Non ti preoccupare, stasera a cena farò molta attenzione al formaggio


    Non ho intenzione di trovarci te dentro.



  10. #10
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    Ci sono metodi scientifici anche per indovinare i numeri del lotto.

 

 
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