A proposito di "colonizzazioni", che ne pensate del nuovo Stato Pontificio (leggendo tra le righe, ovviamente, e un po' scherzandoci su. Ma solo un po'...)?
Lombardia - Assistenti spirituali cattolici stipendiati da Formigoni
Martedí 03.05.2005 16:28
La presenza degli Assistenti spirituali cattolici negli enti sanitari e assistenziali pubblici e privati accreditati della Lombardia diventa istituzionale: con il nuovo protocollo d'intesa firmato dal Presidente della Regione Formigoni e il Cardinale Tettamanzi in rappresentanza della Conferenza Episcopale Lombarda, la Regione Lombardia riconosce in 13 articoli e garantisce l'"esercizio concreto della libertà religiosa nell'adempimento delle pratiche di culto dei fedeli cattolici" mediante assistenti spirituali designati dall'autorità religiosa.
La decisione s'inserisce in quell'impegno "alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e per il bene del Paese" che Stato e Chiesa si sono assicurati con il nuovo Concordato del 1984, anche in attuazione della legge 833/1978, che garantisce "l'assistenza religiosa nel rispetto della volontà e della libertà di coscienza del cittadino".
In base al nuovo Protocollo, una volta definite le convenzioni tra singolo ente gestore e Ordinario diocesano, ogni struttura sanitaria avrà una vera e propria 'cappellania' con un sacerdote assunto e stipendiato. I religiosi saranno distribuiti secondo un preciso criterio: uno per strutture fino a 300 posti letto; due da 301 a 700. Oltre ai cappellani, saranno presenti anche diaconi, sacerdoti, suore che presteranno servizio volontariamente. Nomina e rimozione saranno competenza esclusiva dell'Ordinario del luogo (cioè del Vescovo della diocesi cui il Cappellano fa riferimento), salva sempre la possibilità di rinuncia del sacerdote.
Viva soddisfazione è stata espressa dal Cardinale Tettamanzi, che ha definito il Protocollo come 'ultimo mattone destinato a consolidare e rendere più accogliente quella Casa in cui si articola il sistema sanitario e assistenziale lombardo', che affonda le radici nel medioevo e vuole, 'fondata su ispirazione e forza del comando evangelico di 'servire gli infermi' di sviluppare un sistema "finalizzato a curare e risanare, nel corpo e nello spirito, malati e sofferenti per restituirli a sé stessi, alle famiglie e alla società" e nell'esperienza di comunità civile ed ecclesiale, che 'da subito vollero collaborare per la realizzazione di questo ambizioso progetto'.
In altre parole, per il porporato meneghino "il testo sottoscritto non mira altro che a consentire alla Chiesa" nel contesto di una società e cultura che sentono il bisogno di una più profonda e integrale umanizzazione e di una più matura e moderna democrazia, sottolinea, "di svolgere liberamente e responsabilmente la sua missione nelle 'cattedrali' della sofferenza umana".
Gli fa eco Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia che, ricordando come il Protocollo affronti "una questione fondamentale per lo sviluppo della società", cioè l'attenzione "alle persone malate e più svantaggiate della nostra comunità", evidenzia come "ci sono altri fattori fondamentali per l'erogazione del servizio sanitario" oltre alla qualificazione della struttura: si tratta "della capacità d'accoglienza, la professionalità e la componente umana dei suoi operatori". In altre parole, il ruolo dell'assistenza spirituale negli ospedali e case di cura o assistenza "ha un ruolo particolare" perché permette la partecipazione "a tutti i corpi sociali e i cittadini in una prospettiva pienamente sussidiaria".
Ma non solo: con il Protocollo, dice Formigoni, si riconosce la vocazione originaria degli ospedali, direttamente d'ispirazione cristiana perché "gli ospedali nacquero all'interno dell'esperienza religiosa con un'attenzione particolare al destino ultimo, spirituale prima che corporale" dei malati. Quest'elemento "continua ad essere basilare" tuttoggi, e con questa firma la Lombardia "riconosce ulteriormente i diritti umani e civili fondamentali della nostra società", fra i quali vi è il diritto alla libertà di culto; questo perché "il senso religioso è ciò che tutti gli uomini hanno in comune" e "in particolare proprio la religione cristiana rappresenta una delle radici essenziali della nostra cultura e uno dei suoi fattori di sviluppo".
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