Svista alla camera dei deputati

Rischiava di passare la “dose minima” di pedopornografia, ma il ministro è riuscito a fermarla

Igor Iezzi
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Roma - Anni di lavoro e di battaglie che, per una svista, rischiavano di essere gettati al vento. È dovuto intervenire lo stesso ministro Roberto Castelli per riparare all’errore con il quale si stava inserendo nel nostro ordinamento la dose minima di pedofilia, a causa di una leggerezza del relatore sul provvedimento recante misure contro la pedofilia, la diessina Marcella Lucidi.
Il provvedimento recepiva la decisione quadro della Commissione europea sul quale era stato raggiunto un accordo politico nel corso del Consiglio dei ministri della Giustizia della Ue nel 2002. Una decisione che era maturata dopo lunghi scontri che avevano visto come protagonista Castelli, impegnato a difendere i diritti dei minori. Dopo quella vittoria, ieri sembrava che si stesse facendo un passo indietro. Ma l’attenzione con cui Castelli segue questo argomento ha rimesso le cose a posto. Quando si è accorto che nel testo era stata reinserita la norma attraverso la quale non si puniva più il maggiorenne in possesso di materiale pornografico con oggetto dei minori, l’esponente del Carroccio ha posto il suo veto. E di fronte alla Camera che aveva deciso di accelerare l’iter di approvazione si è duramente opposto. «Sono contrario alla dose minima di pedofilia, il testo proposto prevedeva la reintroduzione della “dose minima” di pedo-pornografia contro la quale mi sono battuto con grande energia, e con successo, in sede europea».
Accortasi di quello che stava succedendo, la Cdl ha subito provveduto a rimuovere l’errore grazie ad un emendamento di Carolina Lussana, capogruppo leghista in commissione.
«Abbiamo scongiurato il pericolo della dose minima di pedo-pornografia, cioè la possibilità di produrre e detenere materiale pedopornografico prodotto con il consenso del minore - ha spiegato -. Grazie a un emendamento della Lega il testo della legge è stato migliorato».
«Nel pur breve passaggio in Aula - ha aggiunto Francesca Martini, responsabile delle politiche sociali del Carroccio - sono state discusse alcune tematiche delicate tra cui quella del consenso dei minori al fine di produrre materiale pedopornografico. E’ stato sicuramente un bene che questo tema sia stato trattato in un’ottica globale pensando a tutti quei Paesi dove è molto semplice ottenere il consenso dai bambini rispetto a queste situazioni».
«Ma quale dose minima, serve una dose massima di serietà», hanno controbattuto il ministro Stefania Prestigiacomo e la relatrice, infastidite dalla coerenza della Lega, che da sempre si batte contro l’abuso dei minori, e colpite dal senso di colpa per non essersi accorte del terribile errore che si stava commettendo.


[Data pubblicazione: 05/05/2005]