Patto Berlusconi-Bossi/ Sotto l'albero il federalismo fiscale
Ufficialmente nessuna dichiarazione. Silenzio assoluto. Ma secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare, durante il vertice ad Arcore il leader della Lega ha assicurato al premier il sostegno al ddl che accorcia i tempi del processo e anche su altre, eventuali, iniziative in tema di Giustizia. Il Senatùr in cambio ha ottenuto un risultato che considera storico: il via libera entro fine anno al primo decreto attuativo sul federalismo fiscale
Mercoledí 25.11.2009 160
Umberto Bossi è uscito più che soddisfatto dal vertice di martedì sera ad Arcore con Silvio Berlusconi. Presenti anche i ministri Giulio Tremonti e Roberto Calderoli. Ufficialmente nessuna dichiarazione. Silenzio assoluto. Ma secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare, il leader della Lega Nord ha assicurato al presidente del Consiglio il pieno sostegno dei parlamentari del Carroccio sul provvedimento che accorcia i tempi del processo e anche su altre, eventuali, iniziative del Popolo della Libertà in tema di Giustizia.
Il Senatùr, però in cambio ha ottenuto un risultato che considera storico: il via libera entro Natale da parte del Consiglio dei Ministri al primo decreto attuativo sul federalismo fiscale. Il vero obiettivo della Lega e di Bossi, dopo l'ok alla Carta delle Autonomie (clicca qui per leggere il testo integrale). Inizia così la trasformazione dello Stato in senso federale con cinque mesi d'anticipo rispetto alla scadenza, prevista dalla legge per il mese di maggio del prossimo anno.
Il ministro delle Riforme ha però anche ribadito la richiesta del Carroccio di ottenere i candidati in Veneto e in Piemonte alle Regionali di fine marzo. Il Pdl riunisce giovedì l'ufficio di presidenza ma sembra che almeno sulla Serenissima ormai l'abbia spuntata il Senatùr. Il nome resta quello del ministro dell'Agricoltura, anche se gli ex Forza Italia ed ex Alleanza Nazionale veneti temono che la corsa di Luca Zaia faccia volare la Lega ai danni del Pdl, dimezzando così il numero di eletti in Consiglio rispetto al 2005.
Sul Piemonte, invece, l'unico candidato leghista è il presidente dei deputati Roberto Cota, che però deve fare i conti con i dubbi di Gianfranco Fini, contrario a "regalare" ai padani due grandi Regioni del Nord. L'unica soluzione alternativa per la Lega potrebbe essere la Liguria, anche perché in Emilia Romagna non c'è partita e la sconfitta contro il Centrosinistra è praticamente sicura.
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