La Lega compatta: no al partito unico Bocciata all'unanimità dal consiglio federale la proposta di Berlusconi di una casa comune dei moderati
MILANO - No granitico al partito unico. Coperta dall'autorizzazione a sfilarsi di Berlusconi («Con il Carroccio che è un partito territoriale è possibile stringere anche un'alleanza», ha già fatto sapere il premier), la Lega ufficializza la volontà di non sciogliersi in quella casa dei moderati alla cui costruzione si sta lavorando indefessamente nella Cdl in vista delle politiche del 2006.
La decisione, presa all'unanimità, arriva al termine del consiglio federale convocato a Milano e la comunica il ministro Calderoli. «Dalla Lega c'è un no unanime al partito unico. Pertanto il movimento rimarrà con la propria identità e con il proprio simbolo», sintetizza il numero due di via Bellerio. Segno anche questo della rinata volontà di Bossi e soci di marcare la propria identità movimentista e di lotta, bene attenti però a non rompere l'asse di ferro con Berlusconi. Per includere la Lega il premier pensa infatti a un modello Baviera, dove la Csu di Stoiber è «partito fratello» della Cdu. Il Carroccio preferisce non entrare nel merito della questione ma conferma le aperture. «Le stesse motivazioni portate da Berlusconi - continua Calderoli - testimoniano la nostra diversità rispetto alle forze politiche nazionali, quindi la incompatibilità di un nostro ingresso