sta montando un diffuso sentimento.
La parola d'ordine sembra essere "Accontentiamoci!"
Secondo me ci sono tre condizioni al contorno che favoriscono questo grido di resa.
- L'indeterminazione sia del presente che del futuro politico.
Solo pochi riescono a discernere come e se si sbloccherà il sistema politico. Prima si reggeva sulla conventio ad escludendum nei confronti della destra, comunque intesa, e sull'impossibilità per il PCI di realizzare l'alternanza con la DC. Volutamente ho utilizzato il termine altrnanza e non alternativa. Oggi il sistema politico è bloccato da Berlusconi, ovviamente. Il suo destino personale sembra intimamente intrecciato con qualsiasi calcolo tattico.
- La crisi del "sistema Italia" di cui si stenta, nonostante tutto, a comprendere portata, dimensioni e contesto internazionale.
- L'estrema debolezza in cui versa la destra, comunque intesa, tale da farla apparire ma anche essere velleitaria e poco distinguibile.
E' naturale, a questo punto, rifugiarsi nel cercare il "nemico comune", che poi sarebbe la sinistra.
Trovo irrazionale, pavido e inconcludente chi oggi ci addita alcune componenti di AN quali possibili alleate nei giorni che ci attendono. Anzi, per dirla chiara, troverei fuori luogo guardare con interesse alla cosiddetta "destra sociale".
Ripeto le mie considerazioni su Alemanno: lui personalmente è di certo personaggio di spessore e capace.
Ripeto le mie considerazioni su tutto il resto della cosiddetta "destra sociale": in gran parte sono gente con cui non troverei in comune che qualche avvenimento che risale al lontano passato. Ma questo varrebbe anche per LaRussa, Fini, Matteoli e tanti altri. Forse ne troverei di più con persone come Tarchi, Croppi, Cardini ed altri che oggi con AN credo non abbiano neppure rapporti epistolari in occasione delle Festività Natalizie.
Non ho condiviso l'ngresso di MSFT nel "cartello" AS e l'ho scritto, ma senza parteciparvi ho dato il mio personale e modesto contributo per farla arrivare in fondo alle ultime elezioni amministrative nel modo migliore possibile.
Oggi giudicherei disgustoso che qualcuno, magari ex "duro e puro", mi dicesse che abbiamo un qualche cosa in comune con la cosiddetta "destra sociale".
Morirò fascista come son vissuto, credo, senza dover mendicare o dir grazie e senza mai prestarmi coscientemente a giochini di potere personale. Politica si fa se si può, la dignità è un dovere personale.