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  1. #1
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    Predefinito Saddam Hussein vs. Donald Rumsfeld - Verbale dell'incontro tenutosi in prigione

    SADDAM HUSSEIN RIFIUTA DI VENDERE L'IRAQ

    Un periodico egiziano pubblica la trascrizione dell'incontro tenutosi in prigione tra Saddam Hussein e Donald Rumsfeld - www.albasrah.net - Traduzioni di Muhammad abu Nasr e Daniele Scalea

    3 maggio 2005

    Il periodico egiziano "al-Usbu'" ha pubblicato, lunedì 2 maggio 2005, il presunto testo della conversazione tra il Presidente iracheno Saddam Hussein e il Segretario alla difesa statunitense Donald Rumsfeld, che durante il suo ultimo viaggio a Baghdad ha visitato il dirigente iracheno detenuto. "Al-Usbu'" afferma che fonti politiche ben informate hanno rivelato i dettagli dell'incontro.

    "Al-Usbu'" ricorda che l'incontro ha avuto luogo dopo un inasprimento degli attacchi della Resistenza irachena contro le forze d'occupazione statunitensi e i loro alleati e fantocci in Iraq. Le fonti rivelano che gli USA hanno perso più di 1600 uomini tra morti e feriti negli ultimi tre mesi, solo una frazione dei quali è da loro ufficialmente ammessa. Le informazioni disponibili indicano che il Presidente statunitense George W. Bush avrebbe tenuto un consiglio colla sua squadra, nel quale si sono discussi i modi per fermare la violenza resistenziale in Iraq, allo scopo di salvare le vite [dei soldati] e porre freno al continuo deteriorarsi delle relazioni tra gli USA e i loro alleati, e gli altri paesi che hanno inviato proprie forze a occupare l'Iraq. La dirigenza statunitense è giunta alla decisione d'offrire il rilascio al Presidente iracheno Saddam Hussein, conducendolo in un luogo d'esilio extrairacheno di sua preferenza, in cambio d'una apparizione televisiva per chiedere alla Resistenza irachena di cessare le operazioni armate e formare un partito politico, col quale prendere parte al processo politico innescato dall'occupazione statunitense dell'Iraq.

    Bush ha affidato al suo Segretario di Stato, Donald Rumsfeld, il compito di partire immediatamente per l'Iraq allo scopo d'intimare la rapida formazione di un nuovo "governo" fantoccio iracheno, e d'incontrarsi coi "dirigenti" iracheni spuntati fuori dai risultati delle "elezioni" tenutesi il 30 gennaio, sotto la minaccia delle armi statunitensi, nell'Iraq occupato. Allo stesso tempo, tuttavia, Rumsfeld doveva incontrare il Presidente iracheno Saddam Hussein nella sua prigione americana presso l'Aeroporto Internazionale Saddam, a ovest di Baghdad.

    Il colloquio Hussein-Rumsfeld sarebbe durato circa un ora e si sarebbe tenuto alla presenza del comandante delle forze d'occupazione statunitensi in Iraq. Rumsfeld ha fatto seguire all'incontro un rapporto per il Presidente Bush, nel quale rivela quanto accaduto durante il suo colloquio col Presidente iracheno e offre una bozza di quanto a suo parere gli USA dovrebbero fare in relazione ai futuri sviluppi in Iraq. Pare abbia sottolineato la necessità di tenere aperti diversi canali, in modo da alimentare un dialogo politico colla Resistenza e col Presidente iracheno Saddam Hussein.

    Nel suo rapporto - afferma "al-Usbu'" - Rumsfeld ha enfatizzato come la situazione in Iraq stia divenendo sempre più pericolosa. Nota come la Resistenza araba appaia quale un esercito organizzato in via di formazione, ben addestrata e provvista d'armi e altro materiale di sostegno. Rumsfeld afferma che il numero dei combattenti della Resistenza in Iraq avrebbe ora raggiunto le 400.000 unità attive, e che al loro fianco si troverebbero più di cinque milioni di persone che forniscono il proprio appoggio alla Resistenza.

    Rumsfeld dichiara che quanto avvenuto a al-Fallujah ha avuto un impatto negativo sulla situazione della sicurezza, e che la Resistenza è riuscita a cogliere i frutti della "guerra al terrore" combattuta dagli Stati Uniti, usandoli a proprio vantaggio. Assicura che i giovani iracheni fanno a gara per essere accolti nei ranghi della Resistenza.

    Rumsfeld conferma che i nomi di molte delle organizzazioni resistenziali che si sono dichiarate qua e là, altro non sono che coperture per il Partito Arabo Baath, attualmente sotto il comando di Izzat Ibrahim ad-Duri, Vicepresidente dell'Iraq.

    Rumsfeld esprime l'aspettativa che la situazione diventi sempre più difficile nel prossimo periodo, dal momento che il ritmo delle operazioni armate contro le forze statunitensi è enormemente accelerato, e s'è ora portato a più di 200 attacchi al giorno, con dozzine di perdite nella "coalizione" e tra i ranghi della "guardia nazionale" fantoccio.

    Rumsfeld afferma d'aver analizzato numerosi rapporti americani e iracheni che rivelano un deterioramento della sicurezza in Iraq, e una caduta del morale delle truppe dovuta all'aumento di perdite umane e materiali.

    Rumsfeld indica che vi sono state anche serie perdite materiali tra i ranghi statunitensi, e che gli Americani stanno attualmente perdendo una media di 30 veicoli bellici alla settimana, cosa che sta progressivamente esaurendo le energie americane.

    Rusmfeld rivela inoltre che la Resistenza ha proprio di recente catturato quantitativi di armamento avanzato americano, tra cui artiglieria e lanciarazzi così come armi antiaeree, e che il comando statunitense esprime il timore che queste armi potrebbero presto farsi sentire incrementando la violenza e gli attacchi resistenziali.

    Al termine del suo rapporto - afferma "al-Usbu'" - Rumsfeld ha caldeggiato il proseguimento del dialogo con Saddam Hussein e i suoi sostenitori fino a raggiungere un accordo che porti a una tregua temporanea, per facilitare un confronto sulle proposte di entrambe le parti.

    "Al-Usbu'" ha ottenuto i verbali della conversazione tra Saddam Hussein e Donald Rumsfeld da una fonte americana degna di fede. Il contenuto del resoconto è riportato di seguito:

    Verbale dell'incontro tra il Presidente Saddam Hussein e il Segretario alla difesa statunitense Donald Rumsfeld.

    All'inizio dell'incontro il Presidente Saddam appare estremamente calmo, forse è sorpreso della visita di Rumsfeld, ma non mostra alcun segno di nervosismo. Rumsfeld avvia la discussione:

    Rumsfeld: Sono venuto da lei per discutere circa la situazione in Iraq. Siamo in comunicazione con alcuni suoi sostenitori dentro e fuori l'Iraq e questi ci hanno consigliato di sentirla.

    Hussein: E cos'è che volete? Le vostre forze hanno occupato il territorio del nobile Iraq; avete rovesciato il regime al potere senza alcuna base legale; avete attentato alla sovranità di un paese indipendente, libero e sovrano; e avete commesso crimini che la storia registrerà come testimonianze della vostra civiltà sporca di sangue. Che altro volete ancora, dopo tutto ciò?

    Rumsfeld (cercando di nascondere la propria rabbia): Non c'è motivo per rivangare il passato. Sono venuto in particolare per sottoporle una chiara e specifica offerta, e voglio sentire da lei una chiara e specifica risposta.

    Hussein: (ironicamente) Immagino siate qui per scusarvi e restituire la sovranità agli Iracheni...

    Rumsfeld: Non abbiamo nulla di cui scusarci. Lei era un pericolo per i suoi vicini. Lei ha tentato di acquisire armi di distruzione di massa, e praticato la dittatura sul suo popolo. Quindi è stato naturale per noi tendere la mano in aiuto del popolo iracheno, perché si liberasse delle asprezze che ha affrontato per più di trent'anni.

    Hussein: So che siete ignorante in storia e so che il vostro presidente non è da meno. Ma sembra quasi che abbiate raccontato bugie tanto a lungo che ora abbiate finito per credervi voi stessi! Se intendete per "nostri vicini" l'Entità sionista, allora sì, noi le avevamo realmente posto un pericolo e ci preparavamo a liberare la nostra terra irredenta in Palestina. Questa è la fede di ogni arabo, non solo degli Iracheni, poiché tale terra è araba e la sua gente è araba, e i Sionisti non hanno fatto altro che occupare il paese. Sono venuti a noi da ogni angolo del mondo col vostro aiuto, e con quello delle vecchie potenze coloniali. Ma se intendavate il Kuwait, vi risponderei: vi siete mai ritirati dal Kuwait sì o no?

    Rumsfeld: Questi sono problemi che concernono la sicurezza. Inoltre tra noi e il Kuwait e gli altri stati del Golfo, vi sono accordi di sicurezza. Noi venimmo in base alla loro richiesta di difenderli dalle sue minacce.

    Hussein: Non è comico incaricare il lupo di fare la guardia alle pecore? Il popolo kuwaitiano è un popolo arabo, e il Kuwait è territorio iracheno. Così, vi suggerirei di andare a rileggere per bene la storia, se non fossi certo della vostra incapacità di comprenderla appieno.

    Rumsfeld: Abbiamo chiacchierato abbastanza. Le sto offrendo...

    Hussein: (interrompendolo) Prima che mi offriate i vostri spiacevoli beni, voglio chiedervi: avete trovato alcuna arma di distruzione di massa?

    Rumsfeld: (confuso) Non le abbiamo ancora trovate. Ma un giorno le troveremo di certo. Negate di aver avuto l'intenzione di costruire una bomba atomica?

    Hussein: Non abbiamo armi di distruzione di massa dal 1991. Eravamo sinceri quando parlavamo con gli ispettori internazionali ed eravamo sinceri nella nostra lettera a Kofi Annan. E voi ciò lo sapevate bene, ma eravate alla ricerca d'un qualche falso pretesto per occupare l'Iraq e rovesciare le legittime autorità.

    Rumsfeld: Gli Iracheni ci hanno salutati e accolti con gioia, e questo per via delle pratiche sanguinose del suo regime per tutti gli anni che ha governato l'Iraq.

    Hussein: Vi chiedo, signor Rumsfeld... Le menzogne sono sufficienti. Voi siete quelli che hanno avviato lo spargimento di sangue nella terra d'Iraq. Voi avete tramato contro di noi e siete venuti con un manipolo di traditori a prendere il possesso della grande terra d'Iraq.

    Rumsfeld: Quelli che lei chiama "traditori" sono stati scelti come dirigenti dal popolo iracheno con mezzi democratici ed elezioni regolari, cosa mai avvenuta mentre lei governava il paese.

    Hussein: Sapevo che siete venuti con una banda di traditori con alla testa at-Talibani. (ride sarcasticamente) Il Grande Iraq governato da at-Talibani e al-Ja'fari, non è ridicolo? E di che razza d'elezioni state parlando? E' possibile tenere "libere elezioni", come le chiamate voi, quando il nostro paese è occupato? Signor Rumsfeld, abbiamo imparato dalla storia che gli occupanti vengono soli coi loro agenti e tirapiedi, ciò non ostante voi volete convincermi che il popolo iracheno ha ottenuto libertà e democrazia? Dovete davvero essere al delirio!

    Rumsfeld: (trattenendo a stento l'ira) Lei è in isolamento e non conosce i fatti che accadono all'esterno. Il popolo iracheno è stato affrancato dalla sua oppressione. S'essi vedessero lei o uno dei suoi uomini per strada, vi distruggerebbero!!!

    Hussein: E io scommetto che se voi annunciaste in che luogo dell'Iraq vi trovate, se la Resistenza irachena riuscisse a scoprirlo, voi non sareste in grado di sopravvivere. Voglio trasmettere tramite voi alcuni suggerimenti al vostro stupido presidente: ditegli di portare in salvo quanto rimane delle sue truppe. La morte li tallona in ogni recesso, e la storia non lo perdonerà.

    Rumsfeld: Sono qui per parlarle riguardo alle operazioni terroristiche che i suoi uomini stanno incitando e compiendo. I suoi uomini hanno recentemente realizzato un infame attacco contro la prigione di Abu Ghraib, dove più di 50 americani sono morti o rimasti feriti, e che ha ucciso anche un certo numero di coloro che vi erano in custodia. I suoi uomini stanno ricevendo l'aiuto di terroristi provenienti dai quattro angoli del pianeta e stanno minacciando l'esperimento democratico dell'Iraq.

    Hussein: Che cosa volete esattamente?

    Rumsfeld: Le sto facendo un offerta: lei sarà rilasciato e potrà scegliere liberamente il luogo d'esilio, in qualsiasi paese desideri, a condizione che vada in televisione, condannando il terrorismo e ordinando ai suoi uomini di fermare questi atti.

    Hussein: Avete ottenuto il permesso del vostro presidente per tale offerta?

    Rumsfeld: Sì, quest'offerta è stata concordata in un incontro cui hanno preso parte il Presidente, il Vicepresidente, il Segretario di Stato e il Capo dei Servizi Segreti. E sono stato autorizzato a trasmetterle tale offerta.

    Hussein: E' un'offerta insignificante.

    Rumsfeld: (con un sospiro) Siamo anche pronti a portare al governo elementi a lei vicini.

    Hussein: E che altro?

    Rumsfeld: Le forniremo una generosa assistenza finanziaria e protezione personale per lei e i suoi familiari, nel paese che sceglierà.

    Hussein: Vuole sentire le mie condizioni?

    Rumsfeld: Con molto piacere.

    Hussein: (con un'aria altezzosa di superiorità) Innanzitutto voglio che fissiate un calendario per il vostro ritiro dall'Iraq e che il vostro governo s'impegni davanti al mondo a rispettarlo, e che cominciate il ritiro immediatamente.

    Secondo, vi chiedo di rilasciare immediatamente tutti i prigionieri iracheni e arabi nelle carceri in cui avete sottratto la libertà a decine di migliaia di onorabili iracheni.

    Terzo, vi chiedo l'impegno a garantire una piena indennità per le perdite materiali subite dal popolo iracheno a seguito della vostra aggressione contro il nostro paese, sin dalla Madre delle Battaglie nel 1991 fino ad oggi. E io accetto l'assistenza di un Comitato Arabo e Internazionale per stimare l'ammontare di tali perdite.

    Quarto, vi chiedo di restituire il denaro che voi e i vostri uomini - in particolare quel criminale di Bremer e la sua cosca di traditori e rinnegati - avete saccheggiato dai tesori dell'Iraq, e il suo petrolio.

    Quinto, la restituzione dei reperti che avete rubato e consegnato alla mafia dei manufatti archeologici. Questi tesori vanno al di là di qualsiasi valore monetario del mondo, poiché portano con loro la storia dell'Iraq e della sua civiltà. E' vero che voi non avete né civiltà né storia, e che la durata della vita del vostro paese è di non più di qualche secolo, ma tutto ciò non può giustificare i vostri furti e il vostro odio per la civiltà e la ricchezza dell'Iraq.

    E sesto, dovete consegnarci le armi di distruzione di massa, se mai ne avete trovate, e restituirci le vite di tutti i martiri cui l'avete sottratta, e l'onore delle nobili donne irachene che avete disonorato.

    Rumsfeld: Si tratta d'uno scherzo?

    Hussein: No affatto! Questa è l'amara realtà... che voi conoscete, signor Rumsfeld. Voi avete commesso il più grande crimine della storia contro un pacifico paese arabo. Noi c'incontrammo negli anni '80. Ricordate le vostro offerte?

    Rumsfeld: Basta col passato. Abbiamo rivalutato le nostre posizioni verso di lei e verso un certo numero di potenze che ci sono state ostili in passato. Abbiamo deciso di dialogare con gli Islamisti moderati, e non avremmo alcuna obiezione s'essi giungessero al potere tramite l'urna elettorale. Più importante ancora, abbiamo deciso di aprire canali di dialogo con organizzazioni terroriste come Hamas, la Jihad Islamica, e Hizb Allah, ch'è filoiraniana, ed anche con altre organizzazioni fondamentaliste nel mondo intero. Abbiamo persino un piano per contattare il movimento talebano in Afghanistan e studiare la loro partecipazione al potere, a patto che cedano le armi.

    Hussein: Così avete cominciato a rivalutare il vostro errato comportamento?

    Rumsfeld: Si tratta di uno sviluppo naturale degli eventi. Ci stiamo sforzando di portare la democrazia in tutti i paesi e i movimenti soggetti alla tirannia.

    Hussein: Possiate voi prosperare se siete sincero. Eppure io conosco il vostro vero proposito. Se foste veramente sincero, allora voi e i vostri alleati dovreste cominciare immediatamente a ritirarvi dall'Iraq. E dovreste anche abbandonare la vostra posizione di sostegno a "Israele". Ma so che il vostro presidente è testardo e arrogante e non sta raccontando la verità.

    Rumsfeld: Lui è un presidente democraticamente eletto, non un brutale dittatore come lei.

    Hussein: Il terrore è il vostro prodotto e la menzogna il vostro metodo.

    Rumsfeld: Quest'offerta è un'opportunità storica per lei. Sarà rilasciato e ci consulteremo con lei per tutto ciò che concernerà la sorte dell'Iraq. Se rifiuterete quest'offerta, perderete quest'opportunità.

    Hussein: Non sono in cerca d'opportunità. Non sto cercando una scappatoia per salvarmi il collo dalle forche che avete eretto per tutto l'Iraq. Se avessi voluto questo, avrei accettato l'offerta russa e salvato i miei figli e mio nipote dal martirio. Non so cosa sia avvenuto alla mia famiglia, alle mie figlie e ai miei nipoti. Ma credetemi: io sono più preoccupato per ogni cittadino iracheno e per il futuro del grande Iraq, più di quanto lo sia per me stesso e la mia famiglia.

    Attraverso i vostri uomini, mi offriste già, se avessi dichiarato che le armi di distruzione di massa erano state contrabbandate in Siria, il rilascio. Rifiutai allora e rifiuto ancora oggi.

    Rumsfeld: Non voglio un rifiuto da lei. Voglio che ci pensi. Stiamo proseguendo nella rivalutazione delle nostre posizioni, al momento. Vogliamo fermare lo spargimento di sangue su entrambi i lati. E perciò le abbiamo fatto quest'offerta figlia della logica di potere e non della logica di debolezza.

    Abbiamo chiesto a Jalal at-Talibani di fare una dichiarazione nella quale neghi ogni intenzione di giustiziarla, come segno di buoni propositi da parte nostra. Siamo pronti a rivedere per intero la nostra posizione sulla composizione politica dell'Iraq, e a discutere questo problema con lei e i suoi uomini.

    Hussein: Siete pronti a ritirarvi o no?

    Rumsfeld: Potremmo discutere una ricollocazione. Le nostre forze hanno preparato basi per una lunga permanenza. Potremmo ritirarci dalle strade e dalle città, ma rimarremo nelle basi per qualche tempo.

    Hussein: Allora volete un nuovo fantoccio da aggiungere alla schiera di fantocci. No, signor Rumsfeld. Non dimenticate che voi state parlando con Saddam Hussein, il Presidente della Repubblica d'Iraq.

    Rumsfeld: Ma lei ha perso il potere.

    Hussein: Non ho nient'altro da perdere che l'onore, e l'onore non può essere comprato o venduto.

    Rumsfeld: Ma la vita è inestimabile.

    Hussein: Una vita senza onore non ha alcun valore. Avete privato l'Iraq del suo onore quando avete calpestato il suo suolo, e lo riconquisteremo solo se Saddam Hussein rimane o muore come martire.

    Rumsfeld: I suoi sostenitori con cui abbiamo discusso ci hanno detto che lei è il primo e l'ultimo a prendere le decisioni. S'aspettavano questa reazione da parte sua?

    Hussein: Certamente, essi sanno che Saddam Hussein non può tirarsi indietro a spese della sua patria e del suo onore.

    Rumsfeld: La storia riterrà lei responsabile per il sangue che scorrerà in Iraq.

    Hussein: Piuttosto la storia giudicherà voi per i vostri crimini. V'avvertî per tempo, quando vi dissi che sareste andati incontro al suicidio sulle mura di Baghdad. E qui state pagandone il prezzo. Voglio che andiate a Londra e leggiate i registri del British Foreign Office, e impariate qualcosa riguardo alla lotta del popolo iracheno contro i vostri amici inglesi, che stanno ora ripetendo i loro errori combattendo al vostro fianco. Il popolo iracheno è un popolo testardo che non teme la morte. La Resistenza è più forte di quanto immaginate. Così, vi prometto che ne avrete ancora di più!


    Fonti:

    http://www.albasrah.net/maqalat_muk...ic/0505/sadam_l
    qa_020505.htm
    http://www.elosboa.com/elosboa/issues/423/0401.asp

    Versione italiana: Daniele Scalea

  2. #2
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    Ottimo e abbondante. Belle le risposte di Hussein.

  3. #3
    eh?
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    aldilà del giudizio sul personaggio, bisogna ammettere che ha un bel fegato.....

 

 

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