I concetti di destra, centro e sinistra nascono con la Rivoluzione francese
e sono l'anticipazione filosofica e la traduzione politica della dialettica
hegeliana della tesi, dell'antitesi e della sintesi, con cui viene negata
l'esistenza di un ordine naturale da conoscere e in cui scoprire delle
verità: infatti, vero è ciò che corrisponde alla realtà. Ugualmente,
definirsi progressisti, conservatori o moderati, è una versione aggiornata
delle solite categorie topografiche della sinistra, della destra e del
centro. Progredire significa andare avanti, ma non ha senso andare avanti
senza sapere dove andare. Conservare, che è l'esatto contrario del
consumare, non ha senso senza specificare che cosa bisogna conservare.
Essere moderati significa essere contenuti entro giusti limiti: si tratta
della riedizione del vecchio adagio secondo cui la virtù sta nel mezzo e
cioè nel centro. Ma anche qui bisogna specificare quali sono i limiti e
quali quelli giusti perché, altrimenti, un centro puramente geometrico trae
la sua ragion d'essere solo dall'esistenza di una destra e di una sinistra,
senza le quali esso non potrebbe esistere. L'inventore della teoria, secondo
cui la virtù sta nel centro, è stato Aristotele. Ma Aristotele sosteneva che
questa teoria valeva soltanto per quelle virtù che riguardavano gli eccessi
degli istinti o dei piaceri: ad esempio, tra gli eccessi della prodigalità e
dell'avarizia, la virtù che sta nel mezzo è la generosità. Lo stesso
Aristotele insegnava che la teoria del giusto mezzo non valeva per le virtù
superiori ( diano-etiche ): infatti, chi può sostenere che la virtù di un
uomo consiste nel tenere il giusto mezzo, cioè il centro, tra la sapienza e
l'ignoranza, tra la giustizia e l'ingiustizia, tra la verità e l'errore? La
Rivoluzione francese, nata soprattutto dalla volontà di liberare la politica
da ogni sottomissione alla legge naturale, ha creato i concetti di sinistra,
destra e centro, come acceleratore, freno e frizione della macchina
politica, la quale, nel fabbricare ciò che conviene agli uomini ( e ciò che
conviene non sempre coincide con ciò che è giusto ) ha bisogno
di una continua mediazione tra opposte convenienze.
La Rivoluzione francese ha trasformato tutto l'ordine giuridico in un
mercato; ma non si può assoggettare il diritto alla legge della domanda e
dell'offerta, né si possono vendere al mercato i diritti assoluti, sacri ed
inviolabili della persona umana, perché questi sono e devono rimanere al di
sopra del legislatore stesso. La democrazia atea, nata dalla rivoluzione
francese e in cui noi viviamo, ha dato alla volontà della maggioranza un
potere illimitato che non ammette alcun appello ad una legge superiore e
moralmente obbligante.
Il funzionamento del diritto, nella democrazia atea, è analogo al lavoro
della loggia massonica: quando il
lavoro di loggia comincia, i muratori devono accettare il principio secondo
cui ogni valore e ogni verità devono essere messi in questione e devono
diventare negoziabili e perciò devono accettare la prospettiva secondo cui
ogni verità può essere sostituita da una sintesi superiore.
Per tali motivi la massoneria non è una dottrina ma un metodo, ma il
metodo massonico è un dogma: infatti tutto può essere messo in questione,
tranne il metodo stesso.
Giovanni Paolo II, nell'enciclica Veritatis splendor, indica la
me_tamorfosi dell'ateismo dopo il crollo dei regimi comunisti: l'ateismo non
è morto ma si presenta in una forma nuova:" Dopo la caduta, in molti Paesi,
delle ideo_logie che legavano la politica ad una concezione totalitaria del
mondo- e prima fra esse il marxismo-, si profila oggi un rischio non meno
grave per la negazione dei fondamentali diritti della persona umana e per il
riassorbimento nella politica della stessa domanda re_ligiosa che abita nel
cuore di ogni essere umano: è il rischio dell'alle_anza fra democrazia e
relativismo etico, che toglie alla convivenza civile ogni sicuro punto di
riferimento morale e la priva, più radi_calmente, del riconoscimento della
verità. Infatti, - se non esiste nes_suna verità ultima la quale guida e
orienta l'azione politica, allora le idee e le convinzioni possono essere
facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori
si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come
dimostra la storia-".(1)
Nella preghiera alla Madonna di Fatima del 13 maggio 1991, Giovanni Paolo
II ha detto:" Esiste il pericolo di sostituire il marxismo con un' altra
forma di ateismo, che adulando la libertà tende a distruggere le radici
dell'umana e cristiana morale".(2)
La sostanza vitale del marxismo è la filosofia del materialismo
dia_lettico che Friedrich Engels così sintetizza:" questa filosofia
dialettica dis_solve tutte le nozioni di verità assoluta, definitiva, e le
condizioni umane assolute che vi corrispondono.
Non vi è niente di definitivo, di assoluto, di sacro da_vanti a essa; essa
mostra la caducità di tutte le cose e non esiste altro per essa che il
processo ininterrotto del divenire e del transitorio" (3)
Tale filosofia è la pura essenza, come forma di pensiero e di prassi, del
relativismo etico, cioè dell'anti decalogo.
Nel passato la sostanza vitale del marxismo si è incarnata nello strumento
politico del comunismo. Il comunismo è stato un relativismo politico
ag_gressivo la cui nota dominante era la conquista di tutto il potere
economico e sta_tale.
A partire dal 1983 ( con il piano programmato dall'équipe di Jurij V.
Andropov, ex direttore del KGB ) i marxisti hanno deciso di modificare, nel
mondo intero, lo strumento di attuazione storica del materialismo dialettico
abban_donando il comunismo che è entrato in crisi, come ha scritto Giovanni
Paolo II, " (...) in conseguenza dei propri errori ed abusi", e dando vita
ad un arcipe_lago polimorfo di associazioni politiche destinate a realizzare
l'alleanza fra demo_crazia e relativismo etico.(4)
Si tratta di un relativismo seduttivo e democratico la cui nota domi_nante
è l'influsso esercitato nell'opinione pubblica da un forte polo
social-demo_cratico che raccoglie di volta in volta, intorno ai temi
dell'anti decalogo, le forze sparse del relativismo. In Italia la locomotiva
social-democratica è il partito demo_cratico della sinistra: la
trasformazione politica verso la formula social-democratica è stata spinta
dal triangolo dei riformatori di Mosca, Varsavia e Budapest prima del 1989.
(5)
In Italia Achille Occhetto, primo segretario del PDS, dopo la svolta da
lui avviata nel partito comunista italiano, ha sottolineato alcune linee
fondamentali dei motivi che hanno dato origine alla posizione
social-democratica:
" Solo un comunista autentico può rivoluzionare tutto.
Può strappare le radici dal profondo delle viscere per rimanere fedele a
se stesso (...)". 6)
Non si tratta, dunque, di una vera conversione ma di una trasformazione
che resta fedele alla sostanza vitale del marxismo:
" Lasciavamo così la vecchia riva del fiume ma non per approdare sulla
sponda opposta. Non ci presentavamo come il figliol prodigo pentiti e
sconvolti davanti alla porta del padre. Volevamo andare oltre", " (...) il
massimo di rottura significava il massimo di salvataggio e di recupero della
parte migliore del comunismo italiano". (7)
Nella democrazia rivoluzionaria illuministico-massonica l'uomo diventa per
l'uomo l'essere supremo. La democrazia viene mitizzata, diventa un valore in
sé, diventa un surrogato della moralità, si pone al di sopra del bene e del
male, cessa di essere uno strumento al servizio del bene e pretende di
essere essa stessa il bene morale.
Il marxista Massimo Boffa coglie perfettamente l'essenza della democrazia
rivoluzionaria. La democrazia rivoluzionaria viene intesa come quel regime
che si fonda " (...) sugli individui emancipati dalla trascendenza e dalla
tradizione, che danno vita ad un patto sociale costruito sulle proprie
volontà".( 8)
La dottrina della Chiesa insegna che ogni forma lecita di governo
( aristocratico-corporativa, monarchico-corporativa, democratica o mista,
cioè sintesi delle tre forme
classiche di governo ) per realizzare la libertà deve porsi al servizio
della verità e quando questo non avviene, ogni forma di governo, compresa
quella democratica, si converte in totalitarismo. La democrazia
rivoluzionaria moderna diventa sempre di più un culto idolatrico attraverso
cui gli uomini glorificano se stessi.
Il catechismo della Chiesa cattolica così descrive l'avvento
dell'Anti-Cristo:" Prima della venuta di Cristo, La Chiesa deve passare
attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La
persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il -
Mistero di iniquità - sotto la forma di una impostura religiosa che offre
agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo
dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella
dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se
stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne".(9)
La veggente di Medjugorie, Marija Pavlovic Lunetti, salutando i pellegrini
italiani, il 24 giugno 2003,
ha detto: "" Spero che attraverso voi anche la cara Italia cominci a
CONVERTIRSI,
perché c'è tanto bisogno di conversione.
Come ANCHE QUESTA NUOVA EUROPA, che sembra non accettare di essere fondata
sui principi di Dio, MA SEMBRA PIUTTOSTO CHE SI STIA COSTRUENDO SULLA
MASSONERIA"".
Bibliografia:
1) Giovanni Paolo II, Lo splendore della Verità, lettera enciclica Veritatis
Splendor, a tutti i vescovi della Chiesa Cattolica circa alcune questioni
fondamen_tali dell'insegnamento morale della Chiesa, libreria editrice
Vaticana, Città del Vaticano 6 agosto 1993, n.101
2) Giovanni Paolo II, Preghiera alla Madonna di Fatima, del 13-5-1991, n.3,
in supplemento a L'Osservatore Romano, 15-5-1991
3) cfr Jean Daujat, Conoscere il comunismo, traduzione italiana di Marco
Invernizzi, Società editrice Il Falco, Milano 1977, pag.36, nota N.11
4) cfr Pierre Faillant de Villemarest, La ricostituzione
dell'internazionale comu_nista dal 1990 al 1994, Cristianità, n.236,
Piacenza, dicembre 1994, pag.10-11;
Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Arnoldo Mondadori
editore, Milano ottobre 1994, pag.146
5) cfr Giovanni Cantoni, Fermiamo il partito radicale di massa, Cristianità
n.225-226, Piacenza, Gennaio-febbraio 1994, pag 11-12;
cfr Pierre Faillant de Villemarest, op. cit., pag.11
6) Achille Occhetto, Il sentimento e la ragione, un'intervista di Teresa
Bartoli, Rizzoli, Milano '94, pag.6
7) ibidem, pag. 9, pag.63
8) Massimo Boffa, Chi ha paura dell'ottantanove? L'eredità della
Rivoluzione Francese e il rinnovamento della cultura politica della
sinistra, in Rinascita n.5, 11 febbraio 1989, pag.16
9) Catechismo della Chiesa Cattolica n.675
( Bruto Maria Bruti )