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Discussione: C'era una volta ORION

  1. #1
    Dalla parte del torto!
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    Predefinito C'era una volta ORION

    Intervista a Maurizio Murelli - Gennaio 1993

    "Orion" viene anche definito nazionalcomunista. Perché?
    Onestamente del termine nazionalcomunista non mi piace quel "nazional". In quanto al comunista -per quanto riduttivo- potrebbe pure starmi bene a patto di sgombrare il campo da ogni equivoco ...

    Vale a dire?
    Il termine comunismo in Italia porta alla mente prima il PCI e poi i regimi a socialismo reale dell’Est Europeo, per altro recepiti secondo l’interpretazione della propaganda occidentalistica. In realtà il comunismo a cui noi di Orion potremmo riferirci, non si è mai inverato in epoca moderna. Il concetto di comunismo come pensiero filosofico e prassi politica viene sempre collegato al marxismo, al leninismo, al maoismo etc. Si tratta di interpretazioni differenti di idee differenti. Del resto Sparta -tanto conclamata come esempio da molta destra anticomunista- non era forse fondamento e linfa di quel modello di Stato? E che cos’era l’Allod per le civiltà claniche del Nord Europa se non un’altra interpretazione di comunismo? Il problema dell’idea moderna di comunismo è che per tutta una serie di concause essa si trova impastata con la concezione illuminista lievitata a partire dalla Rivoluzione Francese. Ed è questa cultura illuminista che ha avvelenato e abbruttito l’idea comunista in questi due ultimi secoli. Ma non sempre. Per esempio, quelli che negli anni Venti e Trenta (soprattutto in Germania) sono stati spregiativamente definiti nazionalbolsevichi dal sorgente nazionalsocialismo avevano connaturato al concetto di comunismo ben altri valori che non quelli propri dell’Illuminismo.Il concetto Nazione invece è -a mio parere- un concetto illuminista tout court che a sproposito viene interscambiato con quello di Stato. Non credo sia il caso che mi soffermi qui sulle diverse idee che i due termini sono in grado di evocare, ma è forse interessante notare che, paradossalmente, morfologicamente la struttura dello Stato secondo le coordinate tradizionali è molto simile a quella bolscevica ...

    In che senso?
    Nel senso che lo Stato, secondo una concezione che appartiene alla Tradizione, l’Autorità che lo legittima è un’autorità che aggrega popoli, etnie, culture ben oltre i confini patrii (gli imperi: si pensi a Roma, a Federico II etc.), esattamente come quello bolscevico che pone alla base della propria concezione un’autorità extranazionale: il potere di classe.
    L’idea collegata al concetto di nazione è quella per cui dati dei confini (internazionalmente riconosciuti) tutti i conflitti e tutte le alchimie sociali, politiche ed economiche si risolvono al suo interno. L’unica possibilità di dilatazione (espansione) che ha la nazione è di carattere imperialista e colonialista. I popoli che risiedono nei territori così conquistati saranno sempre subordinati ad un altro popolo: non ci sarà mai pari dignità in riferimento all’Autorità. Questa è per esempio la condizione che ha sofferto l’Italia dal 1945 ai giorni nostri nei confronti degli USA ...

    Forse ci stiamo addentrando in argomenti troppo complessi e di difficile assimilazione per i nostri lettori se prima non diamo loro altri punti di riferimento per orientarsi sul terreno teorico e culturale specifico di "Orion".Tenendo presente che molti lettori di "Aurora" non conoscono "Orion", che alcuni di essi sono ancora vincolati dalla cosiddetta Area di Destra di origine rautiana, vuoi spiegare il percorso di "Orion", i fondamenti ideologici che vi consentono di occupare gli attuali orizzonti teorici, culturali e politici?
    Mi rendo perfettamente conto che chi legge questa intervista senza aver mai letto nulla delle nostre pubblicazioni si troverà comunque -all’inizio- smarrito, quali che siamo le sue prime domande e le prime risposte. Normalmente nelle pubblicazioni politiche come "Aurora" il lettore vuole leggere cose che diano ragione alle idee e opinioni che già ha. Non desidera essere turbato da idee di avanguardia che lo costringono a mettere in discussione le impalcature ideologiche che lo hanno sorretto fino a quel momento. Mi domando spesso quante di queste persone insofferenti verso ciò che non è classico e che hanno nel fascismo -comunque lo interpretino- un punto di riferimento, conoscono, per esempio, personaggi come Bombacci. Quanti di loro sanno che lui, compagno di battaglia nella rivolte sindacali e socialiste di Mussolini, fu uno dei fondatori del Partito Comunista Italiano (impose lui il simbolo della falce e martello racchiuso in spighe di grano, primo simbolo del PCI), fu compagno di Stalin e visse a lungo in Russia durante gli anni d’oro del fascismo. Si arruolo però nella R.S.I. e seguì Mussolini fino all’ultimo; fino ad essere fucilato a Dongo e appeso a Piazzale Loreto. I famosi 10 punti della Carta di Verona, tanto spesso sbandierati dai fascisti intelligenti, sono in gran parte farina del sacco di Bombacci. E Bombacci non è una mosca bianca. Passando al Nazionalsocialismo, tutti conoscono la figura di Goebbels; non tutti sanno però che Goebbels proveniva proprio dalle file dei nazionalbolscevichi (di cui dicevamo prima) il cui programma sociale ed economico fu in gran parte assorbito dal regime hitleriano.Tutto questo per dire che noi non siamo degli stravaganti per partito preso.Dico questo non per voler rivendicare una continuità logica tra il pensiero di Bombacci o dei nazionalbolscevichi e noi. Dico questo per ricordare a chi, leggendoci da posizioni estremamente ortodosse (secondo le formulazioni ideologiche postbelliche) dimentica o non conosce i giacimenti culturali, teorici, ideali e politici che stanno alle radici di questo tremendo e meraviglioso secolo.Di fronte al Mondialismo così come oggi si presenta davanti ai nostri occhi, i contenuti degli elaborati di Bombacci e dei nazionalbolscevichi (ma anche di Mussolini o di Lenin, di Stalin, di Mao o di Codreanu etc.) sono assolutamente inadeguati.Noi però abbiamo una particolare stima verso coloro che hanno saputo riconoscere il vero nemico e hanno sempre saputo schierarsi oltre i limiti degli steccati ideologici e ciò prescindendo dal loro complesso di idee ...

    Quindi, sulla scorta di queste precisazioni, quale è stato il vostro percorso?
    È una domanda alla quale è praticamente impossibile rispondere negli spazi di un’intervista. Ci sono 100 numeri di "Orion" che sono altrettante tappe di quello che tu chiami percorso. D’altra parte mi rendo conto che i lettori di "Aurora" non possono procurarsi tutte le annate e leggerle per capire e conoscere. Possiamo però dire loro che molti redattori di "Orion" hanno già iniziato a collaborare, e collaboreranno in futuro con i loro interventi, alla compilazione delle pagine di "Aurora" e quindi, piano piano, emergeranno non solo la nostra specificità, ma anche le fondamenta che la sorreggono. Credo che tra qualche mese saremo, per chi non ci conosce, un po’ meno misteriosi e forse un po’ meno bizzarri. Farei un cattivo servizio se qui, con poche parole, tentassi di volgarizzare, sintetizzandole, le nostre idee e i nostri retaggi.

    In Italia si deve sicuramente a voi se il termine Mondialismo ha cominciato diventare di uso corrente negli ambienti antagonisti. Voi di "Orion" però avete spesso rimarcato una vostra differente concezione del Mondialismo rispetto all’interpretazione classica che, a onor del vero, continua a caratterizzare la cultura della destra radicale. Vuoi parlarcene?
    Beh, diciamo che grosso modo noi non sottoscriviamo l’idea classica secondo la quale esiste una regia occulta planetaria in servizio permanente effettivo che tutto determina fin nei minimi particolari, che è presente con un proprio agente in ogni meandro dello scenario mondiale. Innanzi tutto è chiaro che le turbolenze planetarie che vedono coinvolti in chiave conflittuale popoli, nazioni e schieramenti religiosi sta a significare che non esiste un potere unico onnipotente. Se questo potere si fosse già inverato, non esisterebbero più conflittualità ma saremmo immersi in una particolare normalità fatta di una diabolica armonia.
    Secondariamente risulta sempre più evidente che il Mondialismo si compone di partiti vari in competizione tra di loro. Partiti spesso alleati per battere quello che oggettivamente può essere definito fronte antimondialista (per altro niente affatto omogeneo e organico), ma tra di loro spesso in feroce conflitto per l’egemonia di quello che dovrebbe essere il Governo Unico Mondiale.
    Intanto il libero mercato globale (planetario) è per noi il nuovo Palazzo d’Inverno. Un luogo che non è un luogo, un sistema dai confini indefiniti e per questo impossibile da assaltare. È in questo non-luogo comunque che l’ Alta finanza gioca la sua partita a livello planetario contro gli interessi e il benessere effettivo dei popoli. Il Nuovo Ordine Mondiale prevede un’unica superpotenza militare che svolge il ruolo di polizia planetaria: è l’esercito statunitense che oggi si serve ancora di istituzioni quali l’ONU per mascherare il proprio reale ruolo. Prevede poi l’eliminazione delle differenze etnico-culturali fondamentali, tollerante al massimo delle forme folkloristiche; e l’eliminazione dell’intermediazione dell’apparato politico classico. Quel che sta accadendo oggi in Italia -e che noi avevamo largamente previsto (come del resto la caduta dei regimi del socialismo reale e la sollevazione delle rivolte etniche)- è alquanto sintomatico. Si disintegrano i partiti e le loro infami cinghie di trasmissione per la mezzadria del potere, vale a dire i circuiti massonici e mafiosi. Il potere viene gestito sempre più direttamente dai gangli fiscali e dalle banche (con annessi tutti i centri finanziari di vario tipo).
    Questo potere non necessita più di una regia fatta da cervelli pensanti . Questo potere è una logica che distribuisce rendita a chi in tale logica si muove. Per cui i giornalisti non hanno più bisogno di veline per servire questo potere; lo servono perché tarati a farlo e meglio lo fanno più ricevono gratificazioni. Allo stesso modo agiscono banchieri e finanzieri ...
    Ovviamente non significa che non esistono organizzazioni mondialiste ben strutturate con eserciti di uomini ben piazzati negli apparati che tutti assieme alimentano strategie e tattiche. La Trilaterale è una di queste organizzazioni. Ciò significa che comunque si sta procedendo di gran carriera verso una strutturazione sempre più organica del Nuovo Ordine Mondiale retto direttamente dalla logica dell’Alta Finanza; si andrebbe in quella direzione automaticamente anche se le organizzazioni tipo la Trilaterale sparissero.
    La cultura classica della destra radicale ha mutato invece gli apporti storiografici di alcuni settori del cattolicesimo tradizionale. Questi settori non possono prescindere dalla teoria del complotto. E ciò a nostro giudizio è limitativo, perché sì, esiste il complotto, anzi, i complotti, ma ciò non è tutto e non è il peggio. Il peggio è l’atmosfera, l’ acqua in cui tutti noi siamo immersi e ci troviamo costretti a nuotare. Un’acqua torbida e tossica che condiziona la nostra esistenza.

    Se le cose stanno in questi termini, quali possibilità esistono di creare uno Stato che si fondi su valori autentici, non intossicati dalla ideologia mondialista?
    Le possibilità esistono. Che queste possibilità si concretizzino e difficile. Credo siano del tutto sfumate le possibilità di operare una rivoluzione che prescinda dalle condizioni del Sistema che ci domina. Perché una rivoluzione sia possibile occorre oggi che all’interno del Sistema un meccanismo di primaria importanza s’inceppi. Che dilaghi l’esasperazione tra la gente e che un’élite sappia proporsi come guida. Che un qualche cosa possa non andare per il verso giusto e si determinino condizioni di profondo fermento, di rivolta, di crisi profonda non è improbabile. Che allo stato attuale esistano uomini in grado di proporsi come avanguardia per la rifondazione mi pare un’illusione. Del resto, tanto a destra quanto a sinistra le spinte centrifughe, disgregatrici, frammentatrici continuano ancora. Gli avvitamenti ideologici, le fughe verso la conservazione delle proprie rovine e dei propri fallimenti continuano. La devastante opera dell’azione mondialista non è servita da lezione che a pochi. E questi pochi -scusa la presunzione, ma noi ci sentiamo tra questi pochi- altro non possono fare che organizzarsi per resistere, per non cedere senza reagire. Nuclei di resistenza ci sono un po’ dappertutto, e non solo in Italia, ma in tutta Europa fino a Mosca. La speranza di tutti è che a un certo punto i popoli non riescano più ad adattarsi alle condizioni disumane imposte dal Mondialismo, che i comunisti la piantino di fare i comunisti dopo averla piantata di fare gli antifascisti; che i fascisti la piantino di fare i fascisti dopo averla piantata di fare gli anticomunisti ...

    Cosa significa?
    Significa che le possibilità di creare un valido fronte politico di lotta al mondialismo risiedono prima di tutto nelle possibilità di superare i condizionamenti debilitanti delle vecchie formulazioni con tutte le rivendicazioni e discriminazioni annesse. Quando da destra qualcuno ha proposto di superare i confini ideologici per creare una terza posizione in realtà pensava di portare sul proprio terreno debitamente mascherato chi stava a sinistra. Seri tentativi di non essere più di sinistra e di destra per ritrovarsi su un terreno oltre senza più i condizionamenti ideologici delle vecchie visioni, tentativi del genere non sono mai stati posti in essere seriamente.

    Cosa pensi del problema dell’immigrazione?
    Lo stato come io lo concepisco è veramente multietnico. Io non sono contro l’immigrazione. Sono contro l’integrazione coatta. In uno Stato vero c’è posto per colonie di etnie differenti le une dalle altre, ognuna con il proprio bagaglio di tradizioni, usi e costumi. Il fatto è che l’immigrazione alla quale oggi assistiamo è un’immigrazione che ha alle origini una volontà di sradicamento e sconquassamento dei paesi di origine dell’emigrazione, e una integrazione occidentalista degli immigrati. Cioè una loro intossicazione, un loro avvelenamento. Siccome si deve anche essere pratici nella prassi politica, oltre che coerenti, noi di "Orion" fiancheggiamo le comunità di immigrati che rifiutano l’integrazione. Il rifiuto dell’integrazione e al mantenimento della propria identità è molto forte nelle comunità islamiche. Comunità che per altro non hanno persino netta la percezione di vero nemico. Secondo me è con loro che si può rifondare uno Stato: non certo con il biondo Spadolini ...

    Cosa pensi della questione dell’antisemitismo?
    Noi siamo contro l’antisemitismo. L’antisemitismo ha portato alla condanna del popolo palestinese. Il maggior forgiatore di antisemitismo è stata l’ideologia sionista. Gli ebrei che hanno concepito il sionismo e che proclamano di subire l’antisemitismo in realtà non sono semiti (lo dimostro in un lungo articolo apparso sul n° 99 di "Orion"). C’è del resto molta confusione sulla questione ebraica che andrebbe spazzata via una volta per tutte ...

    Capisco che l’ argomento è complesso e spinoso e andrebbe trattato a parte con ampia possibilità di approfondirlo in tutti i suoi aspetti, ma cosa puoi dire in questa sede tanto per dare ai nostri lettori un’indicazione della posizione di "Orion" in merito?
    Tanto per cominciare, gli Ebrei non sono una razza e quindi contro di loro i razzisti sprecano comunque le loro cartucce. E non sono più neppure più soltanto una religione, quella religione che li voleva popolo eletto. Quindi anche la polemica religiosa imbastita contro di loro da alcuni ha poco senso. Vero è che gli Ebrei atei rivendicano comunque una elezione attraverso il mito dell’Olocausto che rivendicano come unico e, nella sua unicità, da loro e soltanto da loro subito. Il che gli consente di proclamarsi comunque diversi e, in questi tempi contraddistinti dalla distorsione del concetto etnico, determinano, attraverso questa proclamazione, uno stato di superiorità che viene rivendicato (da loro) e riconosciuto (da tutti gli altri) implicitamente. Una condizione di superiorità ottenuta non già passando attraverso la proclamazione di principi religiosi o concezioni genetiche, ma attraverso lo straziante piagnisteo di un immaginario Olocausto unico e speciale. Attenzione, io non nego affatto che gli Ebrei abbiano subito immani persecuzioni per il fatto di essere ebrei. Sto parlando di Olocausto inteso come sterminio pianificato con tanto di camere a gas e forni crematori così come narrato dalla propaganda.Che noi non si abbia nulla contro gli ebrei in quanto tali è confermato persino dal fatto che su "Orion" si pubblicano articoli di un rabbino ... Un rabbino antisionista, ovviamente! Insomma, noi pensiamo che tra le altre cose, all’interno del mondo ebraico (tanto di quello religioso quanto in quello ateo anzi, sopra tutto in quello ateo) un particolare gruppo abbia avuto un potere devastante di condizionamento. È questo gruppo criminale che noi prendiamo di punta. Quando si dice mafiosi non si hanno in mente tutti i siciliani! Quando si attaccano i gesuiti non si attacca tutto il mondo cattolico. Allo stesso modo "Orion" ritiene di aver ben individuato all’interno del mondo ebraico quale sia lo schieramento nemico ... È appunto lo stesso ambiente che ha partorito l’ideologia sionista e che fa di Israele lo Stato più criminale sulla faccia della terra a pari merito con gli USA ...

    Sull’argomento appena affrontato so benissimo che la tua posizione e quella di "Orion" è molto più complessa e articolata. Ne fanno fede le decine e decine di articoli pubblicati. Non credo comunque che questa tua risposta, per quanto complessa, produca distorsioni nell’intendimento dei nostri lettori ...
    Speriamo ...

    Hai citato ad esempio la mafia ...
    Prima di passare a questo argomento vorrei chiudere sulla persecuzione degli ebrei. Oggi la Chiesa tende a circoscrivere la persecuzione degli ebrei ascrivendola ad una ideologia delirante e demoniaca: il nazismo. La stessa cosa viene fatta dal potere ideologico-politico. Ebbene, l’idea che il nazionalsocialismo aveva dell’ebraismo come elemento sovversivo ed eversivo sia sul piano etico-morale che su quello politico (inteso come ordinamento degli uomini voluto da Dio) era mutata proprio dalla cultura cattolica. Quando alle questioni più propriamente biologiche (inerenti alla superiorità o all’inferiorità razziale, dunque), si tratta di un bagaglio culturale che arriva al Nazismo dalla cultura illuminista. Paradossalmente, tutta la visione antiebraica presente nel nazionalsocialismo non ha nulla di tradizionale (nel senso guenoniano o evoliano del termine): è un complesso bastardo dovuto alla copula tra cristianesimo e illuminismo. E con ciò, sia chiaro, non intendo affatto dire che l’ebraicità non rappresenti un elemento eversivo dell’ordine in tutti i suoi aspetti secondo una visione diciamo indoeuropea. Dico che la prospettiva nazionalsocialista problema ebraico è una prospettiva originale soltanto perché miscela questioni di cultura razziale secondo gli apporti del pensiero illuminista ed elementi della cultura cristiana (non solo di natura religiosa ma anche storiografica).

    Veniamo alla Mafia. Cosa pensi di quanto sta avvenendo in questi ultimi tempi: le stragi, i pentiti, gli arresti eclatanti, le accuse e le contraccuse di grandi personaggi della politica ...
    Semplifico al massimo. Noi in Italia siamo stati governati dai mezzadri del potere. I nostri politici ci hanno amministrato per conto terzi. Questi mezzadri non hanno conquistato con la forza o attraverso la selezione della lotta il posto che hanno occupato. Ci sono stati messi da chi ha vinto il conflitto mondiale. Per controllare il territorio sul quale non aveva alcun ascendente, queste persone si sono servite di tutto: Massoneria, Mafia, criminalità organizzata, apparati anomali dei servizi etc. Ne è venuta fuori una sorta di girone infernale la cui descrizione è praticamente impossibile.Oggi però il mondialismo ha bisogno di nuovi assetti. Il mercato globale, i meccanismi dell’Alta finanza necessitano di un corpo organico, di una struttura funzionale. Le gerarchie funzionali collegate a figure carismatiche, i personaggi dall’atteggiamento patriarcale che si pongono come catalizzatori privilegiati di energie sono inutili, dannosi e pericolosi per questo nuovo assetto. Cadono quindi tutti: cadono i Calvi, i Sindona, persino gli Andreotti. Nella struttura mondialista gli individui devono essere interscambiabili, funzionali, anonimi come i direttori di banca. In questa fase di transizione la mafia non può essere eliminata. È ancora parte integrante del sistema nel quale viviamo. La sua funzione primaria era quella di fare da catene di trasmissione tra i vari gangli di potere a livello nazionale e internazionale. In ultima analisi, elemento stabilizzante del sistema. La mafia è alimentata da mentalità, cultura, usi, tradizioni di potere. Tutto questo deve essere assimilato dal nuovo modello di sistema. E quindi deve subire i necessari passaggi. Così come subiscono i vari passaggi il mondo della finanza e quello politico.La mafia cambia la pelle e alcuni moduli. Cascano come pere i vecchi boss e tutta la struttura verticale. La struttura si orizzontalizza e per forza di cose subirà spinte spontaneistiche. Poi, pian piano, verrà sempre più fissata ai supporti economico-finanziari rappresentati da banche o da finanziarie per essere in seguito del tutto assimilate.
    Piuttosto è da osservare come avvengono i passaggi. È di pochi istanti fa la notizia dell’arresto di Totò Riina. Da mesi e mesi quest’uomo, un contadino analfabeta, viene rappresentato dalla propaganda, con l’ausilio del pentitume nazionale e internazionale, come il capo dei capi. Il vertice dei vertici. La belva, l’animale mandante dell’omicidio di Falcone, Borsellino (personaggi carismatici anch’essi e che dovevano comunque abbandonare la scena). Dopo tanta propaganda viene arrestato, estirpato. Ma dietro la struttura mafiosa c’era veramente quest’uomo? Ed è stato deciso prima l’arresto di Riina o l’omicidio dei due magistrati? Il risultato è comunque, che da una parte e dall’altra ci sono sempre meno alfieri. Tutto si anonimizza.

    Da quello che capisco la tua è una visione al quanto pessimista. Sembra quasi che tu dia per scontata l’esistenza del progetto mondialista, la sua ineluttabilità e la sua irreversibilità. Non c’è nulla da fare?
    Io non sono né pessimista né ottimista. Sono realista. Leggo lo scenario mondiale, nazionale e locale non secondo i miei gusti o secondo i miei piaceri (altri direbbero ideologia), ma attenendomi il più possibile alla realtà dei fatti, con disincanto e senza romanticismo.Il progetto mondiale è facilmente leggibile. Più difficile e soggettivo leggere il senso dei processi di attuazione di questo progetto. Sono processi mascherati e che tengono in molto conto gli istinti della gente. La gente non è mai urtata, ma assecondata, blandita e viene indotta a collaborare alla propria stessa rovina. Il fuoco di sbarramento, le cortine fumogene allestite dai media contribuiscono ulteriormente a mascherare questi processi.Il modello mondialista che prevede un pianeta governato dall’Alta finanza ove il potere sia in grado di condizionare e controllare ogni singolo individuo senza più la mediazione del politico, della cultura specifica (etnica, per esempio), fa, giorno dopo giorno, passi da gigante. In tutti i campi, anche nelle cose che appaiono insignificanti e il cui processo di trasformazione sembra logico ...

    Un esempio?
    Ad esempio l’espansione dei supermarket e degli ipermercati a discapito dei negozi. L’ipermercato è un sistema di controllo dell’individuo e del suo fornitore eccezionale. Ogni supermercato è direttamente collegato con la banca diversamente dal singolo negozio. Già si comincia a pagare alla cassa con le tessere bancomat ... Insomma, l’occhio invisibile del potere è in grado di controllare direttamente chi vende e chi compra e, volendo, nel prossimo futuro, di far morire di fame un individuo che è andato a far la spesa al supermercato. Basta che attraverso la banca gli si invalidi la tessera con cui sta pagando alla cassa. Ci si soffermi su questo veloce esempio e ci si renderà conto quante implicazioni ha l’espansione della rete distributiva attraverso gli ipermercati, cosa significa la soppressione dei negozi e di tutto il tessuto di lavoratori e commercianti ad esso collegati ... o la loro trasformazione in dipendenti anonimi all’interno di un grande struttura ... Qui ritorna il concetto prima espresso a proposito della questione Mafia; la spersonalizzazione. Prima conoscevamo il nostro fruttivendolo, il nostro panettiere, il nostro lattaio ... e si aveva un rapporto umano. Ora con la commessa della STANDA o dell’UPIM ...Ma tornando alla tua domanda di prima:"non c’è più niente da fare?",vorrei risponderti in questi termini.Nulla è impossibile. Se una persona sta morendo di sete e si trova in un deserto, non è impossibile che si salvi, a patto che trovi l’acqua da bere. Le condizioni per rimettere in forse l’avanzata del fronte mondialista risiedono nella possibilità di creare un unico fronte organico antimondialista al di là delle specificità ideologiche. Un fronte che abbia come minimo comun denominatore tre fattori. Primo (anche per ordine di importanza): che si riesca ad avere, tra tutti, una percezione univoca del nemico e dei suoi aspetti essenziali; secondo, una assoluta non belligeranza fra le diverse componenti del fronte antimondialista; terzo, la possibilità di stabilire alleanze composite che comportino un’azione politica, culturale e storiografica comune ...

    Ma "Aurora" e la realtà che rappresenta, come il Movimento Antagonista, il circolo Adriano Romualdi etc., come dovrebbe comportarsi, secondo te?
    La cosiddetta Area è pregna di incongruenze e di sprechi. Ci sono gruppi umani capaci di collegarsi gli uni agli altri, gruppi che pensano che fare politica significhi svenarsi per raccogliere due milioni al mese per pagare l’affitto di una sede. Altri non possono prescindere dal giornalino e a quello si fermano. Mancano scuole quadri, c’è in giro tanto rancore e tanto narcisismo. Non si rinuncia ad essere i capetti di una combriccola piuttosto che subordinarsi ad uno schieramento complesso. Non si rinuncia alla fossilizzazione ideologica ...
    So che "Aurora" ha già fatto molto, assestando parecchie microrealtà umane e politiche su un circuito operativo notevole dal punto di vista organizzativo (tenendo conto degli standard abituali!). Quello che può fare quindi è di continuare sulla strada che pratica il tentativo unitario delle forze antagoniste. Magari per giungere ad una forma confederata del fronte antimondialista. Deve, a mio avviso, sforzarsi di spurgare tutte le incrostazioni estetiche della fossilizzazione ideologica. Essere presente più nei campi avversi che in quelli sedicenti affini. Comunque, ciò che è più importante è il progetto politico che si farà circolare nel circuito operativo. Questo progetto deve essere un progetto integrale e veramente ... antagonista!
    Importante è anche non voler crescere quantitativamente a tutti i costi. Spesso per voler crescere a tutti i costi si sono aggregate persone non solo discutibili ma che alla prova dei fatti si sono rivelate addirittura deleterie.
    Comunque, se non altro per una questione di coerenza, bisogna che ognuno continui ad occupare il proprio posto di combattimento. La situazione generale è pessima, ma qualche piccola possibilità di porsi in controtendenza esiste e bisogna crederci.
    Sinistra Nazionale!

  2. #2
    La Via del Matto
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    perle ai porci..

  3. #3
    Comandante
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    ehm.... che brutta fine.

  4. #4
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    In origine postato da Farfarello
    c'era proprio una volta, ma tanto tempo fa...ora è la brutta copia di se stesso
    ..aspetta che ti legge umt....

  5. #5
    Comandante
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    Farfarello sali su a Milano sabato?

  6. #6
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    Che e' successo a Orion?

  7. #7
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    In origine postato da I'm Hate
    Che e' successo a Orion?
    E' entrato nel gregge della 'grande destra' radicale(?)

  8. #8
    Comandante
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    Farfarello, pvt

  9. #9
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    Visto che state tutti su questo 3d...

    ma perchè non traslocate su Comunitaristi e nazionalitalioti?

    Non si capisce bene perchè se le cose non vanno come volete voi dovete sbattere i piedi e fare le bizze...

    Cari illuminati che avete abbandonato il Fascismo: arrivederci

  10. #10
    Comandante
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    Ma chi ti caga, pezzo di cretino!

    Guai a chi tocca Adinolfi?

 

 
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