Dal Gazzettino di oggi, 2 articoli interessanti:



Giovedì, 12 Maggio 2005

La Lega nega un "caso Manzato" e chiede ai socialisti un nome nuovo


Treviso
In verità difficilmente qualcuno lo ha visto perdere le staffe in pubblico. Ma quella di ieri, per Gian Paolo Gobbo, sembrava tanto la giornata della quiete dopo la tempesta. Semmai tempesta ci sia stata nel Carroccio. Perchè il segretario dei leghisti veneti non lo ammetterà mai; nemmeno sotto tortura. E allora il caso Manzato? Mai esistito. E anche ieri Gobbo lo ha ribadito fino alla noia: «Se nelle settimane scorse qualcuno mi avesse interpellato non gli avrei mai risposto che sarebbe stato sicuramente Manzato il nuovo presidente del consiglio regionale. Quindi non è successo niente. Manzato era uno dei candidati nostri e alla fine abbiamo scelto Finozzi secondo una certa logica». Logica che poi è quella di una più equa ditribuzione geopolitica interna delle cariche. Sicuramente meno Trevisocentrica di quanto sarebbe stata con Franco Manzato presidente del consiglio e Luca Zaia Vice presidente della Giunta.

A proposito di Giunta. Era ottimista ieri il segretario Veneto della Lega sul varo del nuovo esecutivo ormai imminente. Impossibile, però, strappargli anticipazioni. E nemmeno la conferma che, secondo le ultime indicrezioni, sarebbe il Carroccio a prendersi agricoltura e turismo con Zaia e la sanità con Tosi. A un'unica confidenza si è lasciato andare Gobbo: «Ho chiesto al Nuovo Psi di aprire una riflessione sull'opportunità di andare oltre i nomi di Cresco e De Bona per il loro posto di assessore e prendere in considerazione qualche candidato più giovane». Chissà se sarà accontentato.

Per una partita che oggi potrebbe chiudersi un'altra che è destinata a rimanere ancora aperta. E questa tutta interna al Carroccio. C'è un Enrico Cavaliere, infatti, che dopo essere rimasto fuori dal consiglio regionale per deficit di consensi, continua a scalpitare per un ruolo più attivo nel partito. Che tradotto vuol dire anche aspirare alla segreteria nazionale di un «movimento che ha bisogno di essere rilanciato». Aspirazione legittima per Gobbo, che non batte ciglio nemmeno in questo caso, ma che lancia a Cavaliere un sms eloquente: «Moralmente Enrico dovrebbe porsi un interrogativo sul risultato elettorale personale chiedendosi se forse non sia lui lontano dalla base e dai nostri elettori. Io credo di aver lavorato bene e sempre in sintonia con la nostra base. D'altra parte ci sono i risultati a confermarlo. Mai avevamo portato undici consiglieri in Regione. Che poi io, dopo otto anni, possa anche essere un po' stanco questa è un'altra cosa. Ma adesso è ancora presto per parlarne».

Giampiero De Diana


GIUNTA REGIONALE Colpo a sorpresa del Senatùr che determina lo stop alle trattative
Bossi alza il prezzo


Mestre
Giancarlo Galan non può mantenere la promessa fatta con sicurezza: «Giovedì presenterò la Giunta» annunciava l'altro ieri il governatore del Veneto. A rimescolare le carte, anche ieri ci ha pensato la Lega, il più fedele alleato di Forza Italia. «Vogliamo l'assessorato alla Sanità per il nostro Flavio Tosi» hanno tuonato i carroccianti, prima di girare i tacchi e uscire dalla sede di Fi, a Padova, a pochi passi dal loro quartier generale.

Cosa è successo? Come mai la Lega, dopo aver cambiato "cavallo", in zona Cesarini, alla presidenza del Consiglio regionale (in pectore era Franco Manzato, poi Tosi si è impuntato e a nome della rappresentanza territoriale, ha preteso sulla poltrona il vicentino Marino Finozzi, prenotando per sé un assessorato), ora alza ancora di più la posta?

Ieri i partiti della Casa delle Libertà si sono dati appuntamento a "casa azzurra". Tutti convinti che si sarebbe chiusa la partita con l'assegnazione delle deleghe. Certo, martedì notte, dopo un giorno di discussione, il "cielo" non era certo sereno: braccio di ferro Lega-An sull'assessorato all'Agricoltura, e in mezzo Forza Italia che chiede il Turismo e le Attività Produttive. Prima dei saluti, i rappresentanti di An annunciano che, insomma, la notte potrebbe portare consiglio. Sembrava un buon auspicio: vuoi vedere, era la speranza degli azzurri, che la Lega si accontenta dell'Agricoltura, per il loro Luca Zaia (che lascerà la presidenza della Provincia di Treviso) già in posizione come vicepresidente della Giunta?

I classici conti senza l'oste, questa volta a due facce, quelle di Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. L'incontro di ieri è appena iniziato, quando tutta la delegazione della Lega (mancava il segretario Giampaolo Gobbo, come pure Galan) si alza di scatto e lascia la sede di Forza Italia. Passa mezz'ora, e si ripresentano e buttano sul tavolo la sentenza: «Vogliamo la Sanità per Tosi e l'Agricoltura e il Turismo per Zaia». Quelli di Fi, An e Udc trasecolano, non capiscono, non hanno più parole. Meglio aggiornarsi per evitare voli di sedie.

Cosa era successo? Una telefonata di Bossi ha raggiunto i suoi prima delle firma dell'accordo. In sostanza, ieri mattina, il Senatùr avrebbe chiuso con Berlusconi un patto che prevede quegli assessorati per i leghisti. Infatti, in Lombardia al Carroccio sono andate Sanità, Formazione e Agricoltura-Turismo. Qualche presente racconta che non tutti i leghisti erano soddisfatti, qualcuno aveva il muso lungo. Infatti è quasi certo che sia in atto un braccio di ferro interno tra i "capi" delle varie province: da una parte trevigiani e vicentini ai quali poco interessa la Sanità; dall'altra Tosi forte delle sue 28mila preferenze sta facendo il bello e cattivo tempo per fare emergere l'area veronese.

E con il cerino in mano resta Fabio Gava, che nelle due precedenti legislature è stato assessore al Bilancio e alla Sanità (anche questa volta era lui l'assessore in pectore della Sanità: in questi giorni ha ricevuto messaggi di stima e beneauguranti di ritorno nello stesso ufficio, sia dal mondo sanitario che dell'università). Come alternativa c'era la poltrona di presidente dell'assemblea regionale, occupata però dalla Lega. Non restava che la Sanità ma anche questa opzione rischia di saltare. E allora, che farà Gava? Si accontenterà di un assessorato qualunque o preferirà fare il consigliere semplice?

La partita è aperta. Oggi nuovo giro di faccia-a-faccia. Galan deve rimandare la proclamazione dell'obiettivo raggiunto.

Gi. Ga.