MAZZINI e la REPUBBLICA
da la Gazzetta dell'Emilia - 1943 XXII - I della Repubblica.
Modena - Anno LXXXV
La salvezza d'Italia fu per Giuseppe Mazzini racchiusa in questa formula: "Solo i giovani faranno l'Italia nuova!".
E ad un secolo di distanza la formula appare ancora esatta. E' chiaro che ancora oggi la salvezza della Patria non può venire dalle generazioni già vecchie preoccupate dei loro interessi materiali, abbruttite dal servaggio e sfiduciate per le sventure nazionali.
Solo i giovani potranno fare l'Italia nuova, l'Italia Repubblicana. Essi coi loro entusiasmi generosi, con la loro audace inesperienza, con la loro fede innovatrice sapranno ancora una volta dare quel volto puro e sincero, quel pensiero e quella azione necessaria, affinchè la Patria viva di nuova vita, affinchè il nuovo Stato Sociale Repubblicano sia veramente degno del suo grande passato e si proietti ancora una volta in un fulgido avvenire, nell'idea del grande binomio "Dio e Popolo".
"Dio, perchè l'origine dei nostri "doveri" sta in Dio, perchè Esso esiste come noi esistiamo, perchè Esso vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell'umanità, nell'universo che ci circonda....".
Popolo come idea strettamente collegata al "dovere" di attuare sulla terra il regno di Dio; popolo come pure espressione di vita intesa quale missione, missione determinata per ciascun uomo dalle condizioni morali e politiche nelle quali viene a trovarsi: i dolori, i lutti, le croci, di cui è inevitabilmente seminata la strada che il dovere ci addita; popolo infine laborioso, ordinato e fedele, all'insegne immortali di Roma, lontano quindi dal falso dottrinalismo sociale di Carlo Marx e da ogni chimera demagogica, che trasforma ciascun individuo in un essere privo d'avvenire, perchè semper alla ricerca di un super bene irraggiungibile.
Giuseppe Mazzini è l'alfiere di un'Italia libera e indipendente, di un'Italia creata da Dio nel confine delle due più sublimi cose. Ch'Ei ponesse in Europa: "Le Alpi e il Mare" e nel cuore di ogni italiano immemore occorrerebbe ancora oggi scolpire, dopo tanti anni di lotte, gli elevati accenti d'amore ch'Egli tradusse ai suoi figli.
"Sia tre volte maledetto da voi e da quanti verranno dopo di voi, qualunque presumesse di segnarle confini diversi".
"Dalla cerchia immensa delle Alpi, simile alla colonna di vertebre, che costituisce l'unità della forma umana, scende una catena mirabileche si stende dove il mare la bagna e più oltre nella Sicilia, quel mare, che i padri chiamarano "Mare Nostro". E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare, Corsica, Sardegna, Sicilia ed altre minore isole, dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'animo parlan d'Italia".
"Pe entro a quei confini le genti passeggiarono l'una dopo l'altra conquistatrici e persecutrici feroci; e non valsero a spegnere quel nome santo a Italia nè l'intima energia della razza che prima la popolò; il lamento (?) italico, più potente di tutti logorò religioni, favelle, tendenze dei conquistarori e sovrappose ad esse l'impronta della vita italiana".
Giuseppe Mazzini, rivive tra noi oggi in una luce più che mai splendente. Egli non solo aprì ai giovani d'allora un meraviglioso ideale patriottico e umanitario, ma li educò all'azione pratica insegnando ad essi la santità del "dovere", la necessità del sacrificio, la bellezza del martirio. Il giornaletto "La Giovane Italia" che gli iniziati diffondevano a rischio della propria vita, portava le idee maestre del Grande Apostolo, che non erano accessibili alle folle ignoranti, ma che erano dirette a pochi uomini: i capi del movimento che dovevano tradurle in altrettante azioni.
Perciò fratelli, italiani, fascisti di ieri e repubblicani di oggi, ricordiamo i veri confini della Patria! Onoriamo chi veramente amandola, tanto soffrì per Essa nel passato e non dimentichiamo anche chi le ridonò così recentemente i suoi confini maggiori e lo splendore del rinnovato Impero.
Rendiamoci ancora oggi degni del nome Italia, noi che abbiamo una tradizione di gloria che tutto il mondo ci invidia e soprattutto non perdiamoci per sempre nell'assurda, odiosa e vile attesa di essere liberati da un nemico invasore!!
Anche a proposito di questo siano di monito le parole dell'Apostolo, che si dichiarava nauseato "dall'udir riptere da gente che non ha fatto mai cosa alcuna per noi: noi vi daremo la libertà".
"Ma combattete come italiani, così che il sangue che verserete frutti onore ed amore non a voi solamente, ma alla vostra patria. E italiano sia il pensiero continuo dell'anime vostre, italiani siano gli atti della vostra vita: italiani i segni sotto i quali vi ordinate a lavorare per l'umanità. Avrete più caldo l'affetto dei vostri fratelli e più sincera, credetelo a noi, la stima degli stranieri".
Siamo oggi un popolo di 45 milioni di uomini e nessuno, non un sol uomo, rimanga nell'obbrobrio dell'idea di calpestare ancora il patrio suolo dallo straniero.
Sorgiamo a difendere la nostra Terra oggi libera dall'assolutismo monarchico e ricreiamo quello Stato Unitario che Giuseppe Mazzini con indomità fermezza vagheggiò nel suo grande amore per la Patria: Una Italia Repubblicana degna d'un popolo civile e libero, nel pensiero di Dio
Questo fu l'unico nutrimento perenne del suo immortale spirito mistico.
Corrado Rampini