Gol: contro l'antisemitismo gli italiani facciano di più
L'APPELLO DELL'AMBASCIATORE DI GERUSALEMME: I GIOVANI CHE CONTESTANO DEVONO
STUDIARE LA SHOAH
«Celebrare il giorno della memoria è importante, ma non basta» «Nelle
Università si sta tentando di demonizzare lo Stato di Israele»
DA tempo in Italia avvengono episodi che demonizzano lo Stato d'Israele» ed
«esprimono una delegittimazzione dello stesso diritto alla sua esistenza»:
il recente «episodio antisemita» all'università di Torino - dove la
professoressa Daniela Santus è stata contestata per avere invitato a una
lezione il vice ambasciatore israeliano Elazar Cohen - è soltanto «l'ultimo
di una lunga serie».
Mentre parla, l'ambasciatore Ehud Gol indica il televisore acceso in un
angolo del suo studio. Da martedì sera la tv di Gerusalemme trasmette l'elenco
dei soldati israeliani uccisi dal giorno della fondazione dello Stato
ebraico, 57 anni fa come oggi: 21.954 nomi accompagnati ognuno da una data.
E nel cortile dell'ambasciata si è appena conclusa la cerimonia in memoria
«dei martiri e degli eroi della Shoah» annunciata dal suono delle sirene
che, alle 10 in punto, hanno fermato per due minuti ogni attività in
Israele. E' anche pensando al «sacrificio di tanti ebrei» evocato dalle
preghiere, dalle letture e dai canti intonati poco prima da piccoli gruppi
di ragazzi, che Gol invita gli italiani a fare di più per combattere l'antisemitismo:
«Celebrare il Giorno della Memoria il 27 gennaio è molto importante, e l'Italia
dimostra in questo la sua sensibilità, ma non basta: in un anno ci sono
altri 364 giorni».
Anche lei è stato contestato, e più di una volta. Ma chi l'ha fatto si è
difeso sostenendo di non essere «contro gli ebrei ma contro il governo
israeliano che lei rappresenta».
«Il nuovo antisemitismo usa questo sotterfugio, ma chi parla così in realtà
è contro il popolo ebraico. Siamo aperti alla critica, che consideriamo
legittima, ma chi grida 'Sharon assassino' non critica, demonizza. E'
legittimo discutere sulla barriera di sicurezza, lo facciamo anche noi in
Israele, ma c'è gente che vuole venga ascoltata soltanto la propria
opinione. Proprio basandomi sulla mia esperienza a Firenze e a Livorno, e su
quella dei miei collaboratori a Firenze, Pisa, Bologna e Torino, posso
affermare con certezza che le contestazioni erano tentativi di demonizzare
lo Stato d'Israele e i suoi rappresentanti».
Per questo ha scritto al ministro Moratti?
«Al ministro ho ricordato che le contestazioni sono state violente e con l'espresso
intento di impedirci di far sentire la nostra voce, tanto che solo con l'intervento
della polizia i rappresentanti dell'ambasciata hanno potuto prendere la
parola. Un fenomeno tanto più preoccupante alla luce delle pressioni e delle
minacce contro professori e docenti che desiderano esporre il proprio punto
di vista su Israele, o contro studenti che hanno paura di parlare a favore
di Israele a causa dell'atmosfera ostile creatasi nelle università».
Episodi isolati o segnali di un fenomeno più ampio e radicato?
«Episodi che possono aggravarsi ed estendersi. Anche la Germania nazista è
cominciata con piccoli gruppi di estremisti».
Chi sono i responsabili?
«Frange antisemite: a Torino erano giovani di estrema sinistra, ma l'antisemitismo
tocca anche l'estrema destra e alcuni settori marginali della Chiesa - non
di quella italiana beninteso - come dimostra l'incitamento antiebraico del
film di Mel Gibson su Gesù, spazzatura artistica, un lavaggio del cervello
per gli spettatori. Molti dei giovani che dimostrano contro di noi, inoltre,
lavorano insieme a gruppi islamici estremisti».
Che cosa chiede all'Italia?
«E' necessario lavorare molto: l'antisemitismo è una malattia delle società
che dimostrano tolleranza nei confronti dell'antisemitismo».
In concreto?
«I giovani che ci contestano devono studiare la Shoa, capire la Shoa, e
studiare la storia dello Stato di Israele. Anche per questo ho scritto al
ministro Moratti. Chi dice: capisco la storia del popolo ebraico ma la
storia di Israele è un'altra cosa, Israele non è uno stato legittimo,
rischia di creare una seconda shoa».
Esponenti israeliani hanno lamentato spesso un antisemitismo più o meno
latente in ampi strati della cultura e della politica italiana. Concorda?
«Sì, anche oggi alcuni settori politici dimostrano odio contro Israele.
Parlo di odio, non di critiche politiche. Soprattutto nella sinistra
estrema».
Qualche nome?
«Non oggi, oggi è una giornata sacra per noi