Oggi pomeriggio il giudice monocratico del Tribunale di Genova, Pastorini,
ha respinto il ricorso presentato contro il licenziamento del capotreno Vito
Belfiore.
Il collega era stato licenziato da Trenitalia in seguito alle vicende di
Report.
Un'altra pagina nera contro i ferrovieri è stata così scritta dalla
magistratura genovese.
Avevamo sperato fino all'ultimo che la sentenza potesse essere un'altra ma
d'altra parte sapevamo anche che la strada per ottenere il reintegro dei
lavoratori coinvolti in quella storia poteva essere solo la lotta: dura,
cattiva, totale, solidale, continua fino al raggiungimento dell'obiettivo.
Una strada che la Rete dei Ferrovieri in Lotta aveva indicato fin da subito,
aveva proposto a tutti i lavoratori ed a tutte le organizzazioni sindacali,
aveva infine provato a percorrere anche da sola.
Purtroppo chi aveva paura della mobilitazione dei ferrovieri (a causa dei
suoi scheletri nell'armadio e della possibilità che tale mobilitazione, nata
già autorganizzata, potesse sfuggire al proprio controllo) ha scelto la
strada suicida della magistratura.
A costoro, che contro i licenziamenti sono riusciti a fare ben 5 minuti di
fermata, più uno scioperetto tanto per farlo e l'arlecchinata della fascia
nera al braccio, va tutto il nostro disprezzo. A loro personalmente, perché
nonostante tutto quello che in questi ultimi anni è accaduto in ferrovia,
loro sono sempre lì, al loro posto.
Pensiamo alla segreteria ligure della FILT - CGIL, che aveva cercato
addirittura di tenere nascosti i licenziamenti, poi di minimizzare la cosa
per trasferirla sul piano legale. Sono gli stessi personaggi (Fassio, Del
Cielo, Castellani, Ierace, Schivo, ecc., ecc.) che si sono a vario titolo
distinti nella repressione contro l'area di opposizione interna alla FILT
arrivando persino alle minacce personali, che hanno appoggiato apertamente
(od hanno fatto finta di contrastarlo, come la componente di lotta
comunista) lo sciagurato rinnovo contrattuale.
Più di un valido motivo
avrebbero avuto, questi squallidi personaggi, per dimettersi, per sparire.
Ma no, loro sono sempre lì ed hanno anche il coraggio di farsi vedere belli
sorridenti nelle aule di tribunale dove i ferrovieri, anche "grazie" a loro,
perdono il posto di lavoro.
A quest'ora la dottoressa Pastorini, i prodi sindacalisti cigiellini e non,
gli avvocati, la dirigenza trenitaliota, saranno già tutti con le gambine
sotto i rispettivi tavoli, i bavaglioli allacciati al collo ed una
succulenta cena calda che aspetta solo di essere divorata dalle loro
impazienti e fameliche mandibole. Non avranno nemmeno il tempo di pensare
che un ferroviere, un padre di famiglia, oggi ha perso il lavoro non per una
sua colpa grave nei confronti della sua azienda ma per aver semmai voluto
che la sua azienda funzionasse meglio. Ed il suo lavoro l'ha perso a causa
loro.
E noi speriamo almeno che questa e tante altre cene possano andare di
traverso a cotanti personaggi. Che i magistrati con la puzza sotto il nasino
quando si imbattono in un ferroviere, siano costretti a prendere i treni ed
arrivivino sempre in ritardo (se arrivano) sul posto di "lavoro", stanchi,
affamati, stressati e lo stesso gli succeda nel viaggio di ritorno a casa.
Ogni tanto magari cagandosi pure addosso per la paura in uno svio, dopo una
capatina in ospedale.
Nel caso che qualcuno avesse voglia di fare qualcosa, la Rete dei Ferrovieri
in Lotta è qui.
FIL
solidarieta' proletaria
per l'unione dei lavoratori
Giuseppe Bigo licenziato perchè "scomodo" comunista
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La mia piu' totale e incondizionata solidarieta' a Giuseppe, e il mio sommo disprezzo per certi sindacalisti che sembrano la brutta imitazione del sindacalista di camera cafe'.
Spero che Report continui a portare avanti questa battaglia fino ad una soluzione positiva.