INTERVENTO DEL SEGRETARIO FEDERALE on. UMBERTO BOSSI
SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 1994 SFIDUCIA AL GOVERNO BERLUSCONI
"On. Presidente,
Ritengo che la sua mozione meriti considerazione, però, il fatto che lei l'abbia consegnata alla stampa, prima del dibattito parlamentare, sottolinea soltanto quanto sia debole in lei il senso dello Stato .
Ritengo quindi che il documento attraverso il quale viene espressa la sfiducia nei confronti dell'attuale Governo presieduto da lei, onorevole Berlusconi. sia il primo esempio di sfiducia costruttiva.
Esso contiene una elencazione delle ragioni che spiegano i motivi politici ma anche economici e costituzionali, che giustificano la sfiducia della Lega e, nello stesso tempo, è un documento che predispone le strutture di un nuovo Governo.
La Lega considera conclusa negativamente l'esperienza di questo Governo che, come fosse un suo feudo personale, l'onorevole Berlusconi ha presieduto dal 16 maggio ad oggi.
Qualcuno potrebbe affermare, in polemica con il dissenso della Lega. che in sette mesi è difficile riedificare uno Stato italiano completamente nuovo e quindi strutture politiche, economiche e sociali distrutte dal passato partitocratico.
Tuttavia, quando la Lega accettò di far parte della coalizione per garantire la governabilità, i patti che l'onorevole Berlusconi sottoscrisse furono molto chiari. La Lega decise di aderire al Governo Berlusconi superando le legittime resistenze di molti suoi elettori e della totalità dei suoi militanti verso l'inquinante contiguità con la frangia fascista missina, considerando prioritario garantire la governabilità del paese.
La nostra fu una scelta che non era conseguente ad alcun accordo elettorale precedente. La Lega aveva sempre ribadito a Berlusconi che mai e poi mai avrebbe potuto governare con il trasformismo fascista; che mai e poi mai avrebbe stretto accordi elettorali con Alleanza Nazionale, il partito neoassistenzialista e "democratico" (lo metto tra virgolette, considerando la vischiosità delle origini e l'oscurità del progredire, direi del trasmutare, di questi ultimi anni).
Noi abbiamo accettato di far parte di questa coalizione unicamente per il senso del dovere che abbiamo nei confronti del popolo italiano e dei nostri elettori,, che esigono governabilità. Quindi, questo Governo è stato fin dall'inizio un Governo di numeri, la cui esistenza era subordinata solo e soltanto all'assoluto rispetto dei patti. E la Lega pose sul tavolo gli itinerari programmatici che il Governo avrebbe dovuto seguire, sottolineando il suo ruolo di coscienza critica della coalizione per il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica.
Solo per questo patto postelettorale e pregovernativo la Lega, nonostante potesse chiedere al Capo dello Stato, secondo la prassi costituzionale, Palazzo Chigi, rinunciò a favore di Berlusconi, in perfetta buona fede.
La Lega portava a Berlusconi la dote maggiore sul piano politico: la distruzione del sistema centralistico partitocratico.
Portava in dote la lotta di liberazione democratica che, avanzando a folate sotto una gragnuola di colpi, aveva atterrato le oligarchie craxiane ed andreottiane, sollecitando e cavalcando la protesta nata dalle regioni trainanti del paese, dalla piccola e media borghesia imprenditoriale, da quelle delle libere professioni.
Una protesta che si era diffusa tra tutti coloro che hanno capacità,, cuore, intelligenza, comprensione dell'Italia di oggi.
Un atto di accusa che veniva da coloro che si sentivano frustrati e stanchi di essere considerati sudditi, pecore da tosare regolarmente per mantenere incapaci, furbi ed inetti.
E siamo dilagati, svincolati da dogmi e ideologie, basando la nostra azione politica, economica e sociale sul bisogno di libertà del paese, sul pragmatismo che consente di affrontare la lotta a privilegi e corporazioni.
Abbiamo portato in dono al Governo Berlusconi la necessità, fatta maturare nella coscienza del popolo grazie alle nostre lotte, di superare le ricette antiquate di una cultura demagogica e populista che ha per parola d'ordine quella di sistemare parassiti e assistiti, falsi cassaintegrati, falsi pensionati, impiegati pubblici nulla facenti che svolgono poi altre attività ignote al fisco e agli Economisti di questo Paese.
La Lega ha portato in dote questa grande lotta per passare dallo Stato assistenzialista ad uno Stato liberale dove ci sia finalmente l'eguaglianza di diritti e doveri dei cittadini.
Una lotta di liberazione,, la nostra,, fatta quando l'emblema della società dei consumi tutto è nel consumo, niente contro il consumo, nulla fuori da consumo si era fatalmente trasformato in un altro emblema tutto nello Stato, niente contro lo Stato, nulla al di fuori dello Stato ponendo il problema del superamento del centralismo istituzionale con il federalismo.
I patti richiedevano inoltre l'immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio della Fininvest e che favorisse il rinnovo strutturale della RAI TV restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l'opinione pubblica.
I patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale.
Lei in campagna elettorale ha promesso un milione di posti di lavoro; ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale. di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell’Italia un grande paese ad ispirazione liberal-democratica.
"Ho fatto un sogno: rendere perfettamente trasparente questa casa e restituire slancio alla società civile". Sosteneva il Presidente alla presentazione del Governo alla Camera.
In realtà. il sogno non ha fatto sognare che lei. Avrà consolidato il suo potere personale, ma non ha risolto uno solo dei tanti fattori di crisi del Paese, che erano e restano i seguenti:
- la distribuzione e la dimensione della spesa pubblica,
- il carico fiscale,
- il reddito e la sua distribuzione sul territorio,
- l'efficienza o meglio l'inefficienza dell'apparato politico amministrativo dello Stato, fattori di crisi che derivano dall'esistenza intatta di uno Stato centralizzato, che svolge ormai solo funzione redistributiva e che costituisce la principale ragione del dissesto.
Si trattava e si tratta quindi di trovare le linee di fondo di un progetto di riforma federalista.
E la Lega lo ha realizzato! Il ministro onorevole Speroni, ha realizzato il progetto federalista che è un valore medio tra riduzionismo empirico e massimalismo astratto e che è il federalismo possibile!
E Speroni ha dovuto preparare il proprio progetto federalista, che diventa disegno di legge tra il disinteresse e l'ostilità delle forze di Governo!
Insomma, un Governo che ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità (la vecchia e collaudata massima di Bettino Craxi)!
E non solo di un Governo non intenzionato ai cambiamenti,, ma di un Governo dei conflitti con la magistratura e con H sindacato, un governo del controllo dell'informazione!
Un'alleanza in cui c'è chi accusa la Lega addirittura di sovvertire lo Stato di diritto perché chiede la verifica, falsificando la verità e dichiarando che questo Governo non sarebbe il frutto, come nel passato, di una contrattazione post elettorale. bensì, sarebbe la conseguenza di un patto preventivo stipulato davanti agli elettori!
E quindi solo a Berlusconi, se è vera la premessa, competerebbe concedere la verifica e implicitamente mantenere o sciogliere le Camere.
E' una tesi che lede i poteri costituzionali del Presidente della Repubblica e lascia trasparire il ritorno nella politica di dogmi antiliberali!
Questo non è e non sarà mai più la Camera dei Fasci e delle Corporazioni!
Onorevole Presidente, lo Stato non è lei! E dopo di lei non c'è il diluvio! Le chiedo con quali diritti Lei batta i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità? Con quali diritti Lei pretenda di interpretare personalmente la Costituzione tuttora in atto?
Onorevole Presidente,, Lei non è l'uomo della provvidenza, tutt'altro!
La nostra mozione di sfiducia non è provocatoria né in contrasto con la Costituzione.
E' solo la conseguenza dell'impantanamento del suo governo, la conseguenza delle due tensioni contrapposte che si annullano all'interno del Governo stesso tra una destra assistenzialista e monopolista, che rappresenta null'altro che il tentativo di ripristinare la filosofia del vecchio pentapartito scardinato dall'avanzata della Lega, e la destra liberista e federalista, europea e moderna, incarnata dalla Lega e mi auguro anche da una parte di Forza Italia.
L'Italia, e una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i Governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede o fa parte del Governo: il tradimento è solo quello di chi, ad un Paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti di piazza!
La Lega onorevole Presidente, toglie la fiducia al suo Governo! Io sono responsabile, certo Signor Presidente, ma responsabile di provocare la fine della la repubblica di cui lei è il pericoloso epigono".
http://www.leganord.org/a_2_discorsi_21_12_94.htm