Il Sionismo cristiano
Una delle maggiori influenze nell'evangelicalismo contemporaneo
Sono molti, oggi, gli evangelicali per i quali il moderno Stato di
Israele, nella sua forma politica, acquista valenza biblica e che
quindi lo sostengono acriticamente ed incondizionatamente. Per
molti, questo è diventato tratto determinante e distintivo, come
pure primario strumento apologetico ed evangelistico. Tutto questo,
però, si basa su un equivoco di fondo, non solo su interpretazioni
errate della Bibbia, ma su un'ideologia che pregiudica gravemente
l'Evangelo della grazia predicato dal Nuovo Testamento. Il movimento
sionista cristiano è diventato così forte da determinare esso stesso
la moderna politica internazionale e produrre gli avvenimenti che
crede di vedere profetizzati nella Bibbia. Si tratta di un movimento
pericoloso ed eretico da cui i credenti evangelici devono
dissociarsi il prima possibile.
Questo articolo, pubblicato su Evangelicals Now del gennaio 2005
riproduce le conclusioni a cui giunge Stephen Sizer nel
libro: "Christian Zionism: A Road Map to Armageddon?" pubblicato
dall'InterVarsity Press.
Lo sviluppo del Sionismo cristiano
E' possibile fare sette osservazioni al riguardo dello sviluppo ed
il significato che assume oggi il Sionismo cristiano:
1. Il Sionismo cristiano, attraverso l'appoggio che dà, attivo e
pubblico, alla Restaurazione ebraica in Palestina, è anteriore di
almeno 60 anni all'insorgere del Sionismo ebraico.
2. Le sue origini risalgono al settarismo premillenarista britannico
del 19mo secolo. Nella prima parte del 20mo secolo, diventa un
movimento dispensazionalista prevalentemente americano all'interno
delle maggiori denominazioni evangelicali.
3. Il valore strategico di una patria ebraica in Palestina fu un
fattore significativo della politica estera britannica del 19mo
secolo, ma diventa una caratteristica dominante della politica
estera americana al termine del 20mo secolo.
4. Senza l'iniziativa e l'impegno dei cristiani delle isole
britanniche (pastori, politici e uomini di stato) durante il 19mo
secolo, è discutibile che il sogno sionista ebraico di una patria
nazionale in Palestina, sarebbe mai stato realizzato.
5. Senza il continuo sostegno politico dei Sionisti cristiani in
America, e un appoggio economico significativo del governo degli
USA, è poco probabile che lo Stato di Israele fosse sopravvissuto
dal 1948 o che continuasse ad occupare la West Bank dal 1967.
6. Valutazioni anche moderate suggeriscono come il movimento
sionista cristiano sia almeno dieci volte più grande del movimento
sionista ebraico e sia diventata la lobby più potente della politica
americana contemporanea.
7. Alla base del Sionismo cristiani sta un sistema teologico di tipo
nuovo che si basa su una lettura ultra-letteralista e futurista
della Bibbia, le cui origini, benché risalgano in qualche modo alla
Riforma ed al Puritanesimo, sono essenzialmente il prodotto del
settarismo millenarista della prima parte del 19mo secolo.
Forme varianti di Sionismo cristiano
E possibile distinguere quattro correnti di Sionismo cristiano
nell'ambito dell'evangelicalismo cristiano sulla base della loro
comprensione teologica del rapporto fra Israele e la Chiesa, il
restaurazionismo, l'Erets Israele e gli insediamenti ebraici,
Gerusalemme, il Tempio e Armageddon. Sono: (1) Il Premillenialismo
dell'Alleanza, (2) il Dispensazionalismo messianico, (3) il
Dispensazionalismo apocalittico, e (4) il Dispensazionalismo politico
[1].
Il Premillenialismo dell'Alleanza ed il Dispensazionalismo
messianico condividono l'impegno di evangelizzare il popolo giudaico
prima del Secondo Avvento. Il Dispensazionalismo messianico, in
virtù delle sue due teologie dell'Alleanza, vede pure con favore e
promuove il ristabilimento del culto ebraico, incluse le pratiche
del Tempio. Con il Dispensazionalismo apocalittico condivide una
forte enfasi sulle profezie circa la fine dei tempi, come pure
pessimismo al riguardo della pace in Medio Oriente. Il
Dispensazionalismo apocalittico condivide pure con il
Dispensazionalismo politico l'impegno a conservare una forte
presenza militare americana e legami politici con Israele. Il
Dispensazionalismo politico può essere distinto per la sua rinuncia
all'evangelizzazione, la sua escatologia ottimista e la sua
reinterpretazione dell'Evangelo cristiano. Per il Dispensazionalismo
politico, scopo della Chiesa ü quello di sostenere e benedire
Israele, dato che gli Ebrei sono accolti da Dio sulla base del loro
proprio Patto, e che riconosceranno il Messia, quando ritornerà. Se
il Premillenarismo dell'Alleanza può essere considerato come la
forma di Sionismo cristiano più ortodossa e benigna, il
Dispensazionalismo politico appare il più problematico.
Lo schema seguente riassume i caratteri distintivi di ciascuna
variante:
Tipo di Sionismo cristiano Elementi distintivi
1. Premillenialismo dell'Alleanza Evangelizzazione e restaurazionismo
2. Dispensazionalismo messianico Evangelizzazione e Tempio giudaico
3. Dispensazionalismo apocalittico Profezia ed Armageddon
4. Dispensazionalismo politico Difendere e benedire Israele
Valutazione critica del Sionismo cristiano
La questione fondamentale a cui devono rispondere i Sionisti, è
questa: qual è stato il cambiamento che ha prodotto la venuta del
Regno di Dio nella Persona di Gesù Cristo per quanto riguarda le
speranze tradizionali ebraiche e le aspettative al riguardo della
terra e del popolo?
Più speficatamente: è legittimo chiedersi se il Dispensazionalismo
sia determinato non tanto dalla Croce di Cristo, ma dal Patto
abramitico. Non s'incentra forse più sul regno giudaico che sul
Corpo di Cristo? Non interpreta forse il Nuovo Testamento alla luce
delle profezie dell'Antico Testamento, invece di interpretare quelle
profezie alla luce della rivelazione più completa del Nuovo
Testamento?
I Sionisti cristiani credono che la venuta di Gesù Cristo non abbia
sostanzialmente cambiato le aspirazioni nazionalistiche e
territoriali del Giudaismo del primo secolo. Sembrano leggere
l'Antico Testamento allo stesso modo che facevano i primi discepoli
di Gesù prima della Pentecoste, credendo che la venuta del Regno di
Gesù significasse una posticipazione delle speranze giudaiche di
restaurazione, piuttosto che l'adempimento di queste speranze nel
Messia e nella Sua nuova ed inclusiva comunità messianica.
Soprattutto nelle sue forme apocalittiche e politiche, il Sionismo
cristiano distorce la Bibbia e marginalizza l'imperativo universale
del messaggio cristiano di uguale grazia e comune giustizia.
Le implicazioni del suo esclusivismo etnico intrinseco, possono
riassumersi in questo modo: Dio ha scelto i Giudei: la terra
appartiene loro per diritto divino. Questo decreto non può essere
messo in questione o avversato. Questi verdetti, però, provengono
infallibilmente da biblicisti cristiani per i quali Israele non può
mai errare. Però, potrebbe mai un tale positivismo, questa finalità
indiscutibile, essere compatibile con l'integrità dei profeti
stessi? Certamente esso non quadra con il concetto integrativo di un
solo popolo di Dio che è così cruciale per la fede del Nuovo
Testamento. Esso non si riconcilia neanche bene con le esigenze
etiche centrali sia della Legge che dell'elezione.
Tali presupposti letteralisti precludono una qualsiasi possibilità
d'una lettura alternativa del Nuovo Testamento, della storia o
semplicemente di un esito durevole e giusto dei negoziati di pace
del Medio Oriente. Al contrario, il Sionismo cristiano manifesta
una tolleranza acritica del Giudaismo rabbinico e sostiene la destra
politica israeliana. Al tempo stesso, manifesta un'inescusabile
mancanza di compassione per la tragedia dei Palestinesi e per la
sorte deila comunità cristiana indigena. Così facendo, sia
intenzionalmente che meno, legittima la loro oppressione nel nome
dell'Evangelo e destina lo stesso popolo ebreo ad un futuro
apocalittico ben più orrendo della Shoah.
Il Sionismo si appoggia su un'ermeneutica letterale e futuristica
nella quale antiche promesse veterotestmentarie di benedizione sul
popolo ebraico, vengono applicate al contemporaneo stato di Israele.
Per fare questo è necessario ignorare o marginalizzare il Nuovo
Testamento, il quale reinterpreta, annulla, adempie ed espande
queste promesse in ed attraverso Gesù Cristo.
Nel processo della storia della redenzione, si è operato, infatti,
un grande movimento dal tipo alla realtà, dall'ombra alla sostanza.
La terra che un temo era il luogo dell'opera redentrice di Dio, bene
serviva nell'ambito dell'antico patto, come figura di un Paradiso
perduto e promesso. Ora, però, nell'era dell'adempimento
neotestamentario, quella terra è stata, per così dire, espansa tanto
da abbracciare l'intero cosmo. In quest'era di adempimento, quindi,
retrocedere alle forme limitate dell'antico patto, non può essere né
auspicato né promosso. La realtà non deve cedere il passo all'ombra.
La scelta da farsi, quindi, è fondamentalmente quella fra due
teologie, una basata primariamente sulle ombre dell'antico patto,
l'altra sulla realtà del nuovo patto. Identificandosi con la prima,
il Sionismo cristiano diventa una teologia esclusivista che si
focalizza sugli Ebrei nella terra, piuttosto che in una teologia
inclusivista che s'incentra su Gesù Cristo, il Salvatore del mondo.
Esso fornisce, di conseguenza un sostanziale appoggio alla
segregazione razziale, all'apartheid ed alla guerra. E' così
diametralmente opposta alla teologia inclusivista della giustizia,
pace e riconciliazione, quella che si pone al cuore stesso del Nuovo
Patto.
Suggerire, quindi, che il popolo ebraico continui ad avere, in
quanto tale, un rapporto speciale con Dio, indipendentemente dalla
fede in Gesù Cristo, od abbia un diritto esclusivo alla terra, ad
una città e ad un tempio, si pone automaticamente sotto una sorta di
anatema biblico. L'ammonimento che Paolo fa alla chiesa nella
Galazia, al riguardo dei cristianib giudaizzanti, nazionalisti e
legalisti, che infestavano la chiesa del suo tempo, è forse una
descrizione appropriata della risposta da darsi al Sionismo
cristiano: "Caccia via la schiava e suo figlio!" (Galati 40).
Fondandoci sulla teologia cristiana federale, affermiamo che un
approccio biblico al conflitto arabo-israeliano deve essere oggetto
delle nostre preghiere e potrà funzionare. E' necessario pregare per
la pace e la sicurezza dei popoli palestinese ed israeliano, perché
entrambi sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio con un
intrinseco significati, valore e dignità. Esso riconoscerà che sia
Ebrei che Palestinesi, come ogni altro popolo, hanno diritto
all'autodeterminazione ed a vivere nell'ambito di confini sicuri ed
internazionalmente riconosciuti. Esso appoggerà la pace
internazionale, ogni sforzo basato sui principi biblici di giustizia
e di pace, con mutuo riconoscimento e riconciliazione. A differenza
del Sionismo cristiano, la teologia del Patto non ritiene necessario
giustificare e sacralizzare lo Stato di Israele attraverso
discutibili argomentazioni bibliche e religiose. Esso pure si
distanzierà da coloro che cercano di imporre un'agenda
predeterminata ed apocalittica sui popoli del Medio Oriente.
Con il ripudio degli elementi distruttivi del Sionismo cristiano,
gli Ebrei e gli Arabi, come i figli di Isacco, Giacobbe ed Esaù,
potranno essere aiutati dai cristiani a cessare di combattersi per
il proprio diritto di primogenitura e cominciare a condividere le
loro benedizioni.
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[1]Le forme varianti di Sionismo cristiano, in certi movimenti,
possono pure sovrapporsi, specialmente per quanto riguarda le loro
prospettive teologiche. Inoltre, alcune agenzie sioniste cristiane,
sono alquanto prudenti nel definirsi sulla base di argomenti
controversi come gli insediamenti ebraici oppure il Tempio.