La Spagna di Zapatero apre all’Eta
Il Parlamento approva la mozione dei socialisti sugli indipendentisti baschi. La protesta dei popolari: «È una resa»
La Spagna di Zapatero apre all’Eta
Svolta a Madrid: sì a un dialogo condizionato. «Ma devono abbandonare la lotta armata»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MADRID - Il governo Zapatero ha ottenuto il via libera del Parlamento per l'apertura di un negoziato con l'Eta. Il dialogo è condizionato all'abbandono della lotta armata da parte degli indipendentisti baschi. Il premier crede che esistano buone possibilità di intraprendere il cammino della pace in una regione, il Paese basco, che dal 1968 conosce la violenza del terrorismo separatista. Il partito popolare (Pp), la principale forza dell'opposizione, non è d'accordo con questa analisi ottimista della situazione e ha votato contro la mozione presentata dal partito socialista. Si è trovato isolato al Congresso dei deputati perché tutte le altre forze politiche, nazionalisti, regionalisti ed eco-comunisti di Sinistra Unita, hanno votato a favore della iniziativa.
Il risultato è stato un trionfo per l'ottimismo di Zapatero: 192 voti favorevoli e 147 contrari Questi ultimi sono tutti i deputati del partito di Aznar e Rajoy. Le mozioni presentate dai popolari sono state respinte. Una di esse chiedeva la messa fuorilegge del partito comunista delle terre basche, che è entrato nel parlamento basco alle ultime elezioni e che viene considerato dal Pp una maschera dell'Eta e del suo braccio politico Batasuna, attualmente illegale. Ed è finita male anche un'altra mozione del Pp che riaffermava la validità del «Patto per le libertà e contro il terrorismo» firmato nel 2000 da Partito socialista e Partito popolare, nel quale i due principali partiti spagnoli si impegnavano a combattere la violenza senza concessioni. In pratica è stato firmato l'atto di decesso del patto antiterrorismo che buoni risultati aveva ottenuto. Mai l'Eta è stata così debole, grazie alle centinaia di arresti, in Spagna e in Francia, e grazie alla illegalizzazione di Batasuna.
Durante il suo intervento in difesa delle mozioni presentate dal suo partito, il popolare Eduardo Zaplana ha spiegato che il Pp «intende rimanere fedele al patto antiterrorismo». E ha negato che fosse sincera l'offerta di Zapatero per trovare una politica antiterrorismo di consenso. «Zapatero ha parlato di mano tesa - ha detto - ma questa mano tesa non è mai esistita. Non può tendere la mano chi ha le mani legate». Per l'opposizione popolare il governo segue un copione imposto dagli indipendentisti baschi con l'appoggio degli indipendentisti catalani di Sinistra Repubblicana, il partito che permette ai socialisti, che non dispongono di maggioranza assoluta, di governare a Madrid e a Barcellona.
Il leader del Pp Mariano Rajoy ha dichiarato che la proposta socialista è «la resa del parlamento all'Eta, una grande marcia indietro dopo tutto quello che è stato fatto negli ultimi anni». La proposta dimostrerebbe, nella sua opinione, «che il governo ha teso la mano all'Eta e non al Pp. E questo è gravissimo». «È un errore - ha aggiunto - fare della banda terroristica un interlocutore politico». Il partito popolare ritiene che Zapatero stia seguendo una «road map» voluta dall’Eta. Ora, dopo il voto di ieri sera, l'organizzazione separatista, secondo il Pp, potrebbe dichiarare una tregua unilaterale per favorire un negoziato che la favorirà. Rajoy è convinto che la rottura di fatto del patto antiterrorismo con i socialisti, avvenuta già durante il dibattito sullo stato della nazione, sia stato un atto premeditato per eliminare un vincolo che non avrebbe permesso di avanzare la proposta di dialogo con l'Eta. Va detto però che Zapatero non è il primo capo del governo che tenta il dialogo con i terroristi baschi. Tutti i primi ministri della Spagna democratica ci hanno provato, Aznar incluso.