Il Sole
Siniscalco: rapporto deficit/pil al 3,75%
Il ministro in Parlamento: nessuna manovra aggiuntiva. Taglio Irap in 2-3 anni
Nell'audizione parlamentare sui conti pubblici, davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta, il Ministro dell'Economia ha precisato che rispetto alla trimestrale di cassa presentata il 29 aprile scorso, il quadro della finanza pubblica non presenta alcun deterioramento o scivolamento, se non per la minor crescita. A questo proposito Domenico Siniscalco ha annunciato che, alla luce dell'ultimo dato negativo sul Pil, il Governo dovrà rivedere al ribasso la stima di crescita del pil dell'1,2% nel 2005 fatta dalla stessa Trimestrale. La crescita lenta, a giudizio del Ministro, deriva da problemi strutturali di lungo periodo, «che non si possono risolvere con ricette di breve periodo, e si riflette sui conti pubblici: fabbisogno, deficit, debito». Gli andamenti di finanza pubblica sono dunque la conseguenza e non la causa del problema. Per questo, dice Siniscalco, «non bisogna cadere nella sindrome del breve termine, concentrando tutta l'attenzione sugli aspetti congiunturali del fenomeno». Ma se la crescita dovesse ridursi ulteriormente di 0,6 punti percentuali su base annua, questo implicherebbe «nel peggiore dei casi, nelle revisioni Eurostat, un deficit 2005 intorno al 3,75%, e comunque ben inferiore al 4%».
In questo quadro, è cruciale la qualità della Finanziaria 2006, sottolinea il Ministro, con «un obiettivo di medio termine condiviso» in coerenza con il nuovo Patto di stabilità, tenendo conto che nell'attuale situazione di difficoltà una manovra restrittiva «sarebbe addirittura controproducente», dato che , il saldo al netto delle una tantum risulterebbe in sostanziale miglioramento. Siniscalco ha anche sottolineato che le Agenzie di rating hanno confermato il giudizio sul nostro Paese in termini di rating e di outlook, e gli spread sui tassi di interesse non si sono mossi in maniera significativa. E sulla stagione contrattuale ha rilevato che chiudere i rinnovi «è di grande importanza per il reddito disponibile e la fiducia», ma va fatto «all'interno di compatibilità economiche più ancora che finanziarie, perchè è proprio la dinamica del costo del lavoro per unità di prodotto a essere fuori linea rispetto ai partner Ue». Per il taglio dell'Irap resta fondamentale la sostenibilità finanziaria, ma il grosso problema, ha sottolineato il Ministro é il tempo, cioé in quanti anni dovrà essere realizzata: «Non dipende da noi, ce lo dirà l'Europa. Ritengo però che la sostenibilità finanziaria dell'operazione sia fondamentale e quindi secondo me é ragionevole ragionare su un arco di 2-3 anni».
17 maggio 2005