unità della maggioranza dura poche ore. Appena il tempo di festeggiare la vittoria di Catania e già arriva una nuova sconfitta in Parlamento. Il governo è stato battuto alla Camera su un emendamento alla riforma dei codici militari, presentato dalla diessina Silvana Pisa e Elettra Deiana di Rifondazione. 225 i voti favorevoli, 200 i contrari e tre gli astenuti, in una votazione a scrutinio segreto. Secondo i calcoli i franchi tiratori nella maggioranza sarebbero stati 18. Pesanti assenze nei banchi del centrodestra: FI era presente al 75%, An al 57%, Lega al 46% e Udc al 41%.

È la seconda volta in poche settimane che il governo e la maggioranza vengono battuti sulla riforma dei codici militari, molto contestata dal centrosinistra. Per l’opposizione è una legge che riporta indietro di quarant’anni la legislazione militare introducendo una sorta di "stato di guerra permamente", esteso anche alle missioni militari. Un rischio cancellato dall’emendamento approvato: la modifica della legge stabilisce, infatti, che anche per le missioni all’estero si applichi il codice penale militare di pace e non il codice di guerra.

Per Franco Giordano di Rifondazione, «è stata cancellata una ignominia, è una vittoria pacifista e democratica che testimonia quanto la destra sia ancora in difficoltà». Renzo Lusetti della Margherita sottolinea le difficoltà della maggioranza: «È già vanificato l' effetto Catania per la Cdl. Al primo provvedimento discusso in Parlamento sulle leggi penali militari di pace il governo è andato sotto su una questione importantissima che riguarda i contingenti militari all'estero in situazione di conflitto armato».