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    Predefinito LULA: un Presidente di Sinistra!




    Intanto Lula cerca di sfondare sul fronte arabo

    A Brasilia il primo vertice fra l'America latina e i paesi arabi. Per «una nuova geografia internazionale»
    Il vertice di Brasilia non piace a Usa e Israele. Condanna del terrorismo ma riconoscimento del «diritto alla resistenza contro l'occupazione straniera»
    MAURIZIO MATTEUZZI
    Mentre George Bush da Riga, Mosca e Tbilisi lancia la sua nuova mappa del mondo, ieri a Brasilia si è aperto il primo vertice fra l'America latina e i paesi arabi. C'erano 10 dei 12 presidenti latino-americani invitati - Lula per il Brasile, Kirchner per l'Argentina, Chavez per il Venezuela, Vazquez per l'Uruguay, Lagos per il Cile, Toledo per il Perù... - con le eccezioni dell'Ecuador (ancora scombussolato dopo la cacciata di Gutierrez) e della Colombia del vassallo Uribe. Fra i 22 della Lega araba, qualche leader - l'algerino Bouteflka, l'emiro del Qatar Khalifa bin-Thani, il palestinese Abbas, l'iracheno Talabani -, molti premier - il siriano Otri, il libanese Miqati - e ministri degli esteri - il libico Shalgam.. «Una riunione audace per i suoi obiettivi e ambiziosa per le sue aspirazioni - ha detto nel suo discorso di apertura il presidente Lula -: la nostra grande sfida è disegnare una nuova geografia internazionale» sul piano politico, economico e commerciale. Lula ha voluto e organizzato questo vertice che s'incastra perfettamente nella sua aggressiva strategia di forgiare nuove alleanze e aprire nuovi mercati superando la classica dicotomia nord-sud.

    L'intercambio fra l'America latina e il mondo arabo è cresciuto con forza negli ultimi anni ma ha tutte le potenziolità per moltiplicarsi ancor più velocemente nel prossimo futuro in quanto in molti casi le economie delle due aree sono complementari. Un primo risultato è stata la firma a Brasilia di un accordo-quadro fra il Mercosud - Brasile, Argentina, Paraguaya e Uruguay - e il Consiglio di cooperazione del Golfo - Arabia saudita, Bahrein, Emirati arabi, Kuwait, Oman e Qatar.

    L'aspetto politico del vertice brasiliano ha una valenza meno immediata di quella economico-commerciale ma non trascurabile. Il documento finale in 13 punti, «la Dichiarazione di Brasilia», tocca anche temi politici di estrema attualità. La stampa brasiliana parla di dissensi su alcuni punti, che invece il ministro degli esteri Celso Amorim nega ricordando che il testo è già stato concordato nell'ultima riunione preparatoria in Marocco. La Dichiarazione parla dei «legittimi diritti nazionali del popolo palestinese» e chiede il ritiro di Israele nei confini del `67 in ottemperanza alle risoluzioni dell'Onu; cita gli Usa riferendosi alla «profonda preoccupazione» per le sanzioni contro la Siria; chiama in causa anche l'Inghilterra e indirettamente l'Unione europea (che di recente ha messo le Falkland-Malvine nella mappa dell'Europa) chiedendo che Londra e Buenos Aires riprendano i negoziati sulle isole australi.

    Ma i punti che faranno più discutere, e storcere il naso ad alcuni, sono i due paragrafi che si riferiscono al terrorismo e alla resistenza all'occupazione straniera. Il terrorismo «in tutte le sue forme» è condannato senza ambiguità. Però viene riconosciuto espressamente «il diritto alla resistenza contro l'occupazione straniera fondato sul diritto umanitario internazionale».

    Non sono parole da poco in un contesto in cui gli stati-vassalli degli Usa, specie fra gli arabi, sono la maggioranza.

    Tutti i partecipanti al vertice - al lato del quale se ne è svolto un altro con 1250 imprenditori d'entrambe le aree - hanno cercato di minimizzarne las portata politica. Anche l'esuberante Chavez, ha dichiarato che esso «non deve essere visto come un'aggressione contro nessuno». Però poi - se no non sarebbe Chavez - ha precisato che «sono finite le pretese egemoniche di una superpotenza che vuole essere padrona del mondo e dettare i modelli di condotta in politica ed economia». E commentando la richiesta Usa, respinta da Lula, di essere presente a Brasilia con «un osservatore», ha detto che Lula ha fatto bene perché «gli Stati uniti, qui, non hanno nulla a che vedere».

    In effetti il messaggio è arrivato: Usa e Israele hanno già manifestato preoccupazioni e timori per l'incontro fra latino-americani e arabi.

    Appuntamento nel 2008 in un paese arabo. Si vedrà se Brasilia è stata solo una photo-opportunity o l'inzio di una «nuova geografia».

  2. #2
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    Si è parlato di economia? Di scambi? Di scambi energetici? Speriamo! E dell'idea di Lula di diventare il principale produttore di carburanti vegetali come gli oli vegetali in diretta concorrenza con il Medio Oriente? Spero che penseranno a integrarsi, il Medio Oriente come importatore di beni capitali brasiliani a prezzo minore di cui hanno bisogno per sviluppare la propria industria, e produrre manufatti magari da esportare anche in Brasile, senza frasi concorrenza sugli stessi segmenti. Peccato che se si tratta del solito antiamericanismo astratto fatto da personaggi come Chavez e del solito predicozzo antimperialista e a favore della democrazia fatto in compagnia di "democrazie" come la Siria, siamo a posto, noncredo che lo sviluppo di brasiliani ed arabi possa trarne vantaggio, se non quello dello 0.5% di intellettuali e scrittori che così potranno scrivere fervidi articoli su Le Monde Diplomatique.
    Le rivendicazioni sulle Falklands poi, sono ridicole, soprattutto quando l'America Latina e i suoi abitanti ha bisogno di altro che non di essere distratta dai veri problemi dai suoi governanti con questioni nazionalistiche come sempre è stato fatto dalla sua indipendenza (abitudine sempre stigmatizzata dalla sinistra mi pare). Tra l'altro pochi sanno che le Falklands non sono mai stati abitati da argentini e i primi insediamenti stabili, dopo che era stata disabitata per millenni, sono stati di inglesi. Magari la gente pensa che gli inglesi hanno scacciato gli argentini per colonizzarla, o che sia come Gibilterra che è abitata da spagnoli, in realtà alle Falklands la maggioranza è ed è sempre stata inglese, e anche il clima fa un po' Scozia.

  3. #3
    Verrà un giorno...
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    Lula è odiatissimo dal suo popolo soprattutto da coloro che, nelle intenzioni, doveva difendere! "Sverno" a Florianopolis e conosco bene il disagio profondo delle popolazioni brasiliane più povere. La riforma agraria Lula ha deciso di metterla nel cassetto...perchè? Io lo so...

  4. #4
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    In Origine Postato da demos77
    Lula è odiatissimo dal suo popolo soprattutto da coloro che, nelle intenzioni, doveva difendere! "Sverno" a Florianopolis e conosco bene il disagio profondo delle popolazioni brasiliane più povere. La riforma agraria Lula ha deciso di metterla nel cassetto...perchè? Io lo so...
    La popolarità del presidente raggiunge comunque il 62%

    Durante l'ultimo fine settimana in Brasile sono avvenuti dei notevoli cambiamenti a livello governativo, infatti nel giro di due giorni il Pmdb (Partido do Movimento Democratico Brasileiro) e il Pps (Partido popular Socialista) hanno deciso di abbandonare l'esecutivo Lula, accusato di condurre una linea politica "troppo sottomessa alle riforme neoliberali" (dichiarazione dei rappresentanti del Pps) e di non aver mantenuto le promesse nel campo delle politiche sociali.
    Per il governo si è trattato di un duro colpo, soprattutto perché la defezione di questi due partiti ha comportato la perdita della maggioranza in Parlamento, ma, paradossalmente, gli ultimi sondaggi confermano Lula ancora saldamente in testa alle preferenze dei brasiliani. Se in Parlamento Lula è stato costretto a incassare la defezione di ben due partiti finora alleati, a livello popolare la fiducia espressa nel presidente petista ha raggiunto addirittura il 62% secondo l'Istituto Brasiliano di Inchiesta, che ha addirittura rilevato un aumento percentuale di sette punti rispetto al mese di settembre. La crescita economica del gigante sudamericano negli ultimi mesi e il ruolo da protagonista svolto da Lula in occasione del Vertice di Cuzco di pochi giorni fa in occasione della nascita della Comunidad Sudamericana de Naciones allo scopo di adottare una moneta e un passaporto comuni hanno sicuramente contribuito ad aumentare la sua popolarità.
    Dietro alle ricorrenti accuse al Pt, tra cui quella del presidente del Pps Freire, secondo il quale "l'esecutivo Lula non è di sinistra", si cela in realtà la corsa alle presidenziali del 2006 ed un tentativo di recuperare il terreno perduto alle ultime amministrative agli occhi dei brasiliani.
    Il Pmdb (guidato dall'ex presidente della repubblica Sarney) cerca di rilegittimarsi di fronte ai propri elettori dopo che nell'ultima tornata elettorale non ha conquistato alcuna capitale degli stati che compongono la federazione brasiliana, e in questo senso può essere letta anche la decisone dei suoi dirigenti di presentare una propria candidatura alle presidenziali del 2006, così come del resto sembra intenzionato a fare il Pps.
    Se da un lato queste defezioni costringeranno il governo Lula a continue negoziazioni a livello parlamentare, nella sostanza non ci saranno grandi cambiamenti. Il Pmdb, che conta ben 22 senatori e rappresenta la seconda forza alla Camera dei Deputati, ha già fatto sapere che non è comunque intenzionato a far cadere il governo, mentre l'abbandono del Pps, che conta due soli senatori e venti deputati, non può impensierire più di tanto l'esecutivo, e inoltre sembra che i ministri di questi due schieramenti non vogliano seguire le direttive di partito nonostante vadano incontro ad una probabile espulsione. Sia Oliveira che Lando, rispettivamente ministri del Pmdb alle comunicazioni e alla previdenza, sembrano intenzionati a cercarsi un altro partito e lo stesso ha dichiarato il ministro del Pps Gomes.
    Delle difficoltà di Lula ha approfittato l'ex presidente Cardoso, che non ha esitato a definirlo un incompetente, ma in base agli ultimi sondaggi nemmeno il neoletto sindaco di San Paolo Serra (appartenente al Psdb-Partido da Social Democrazia Brasileira e delfino dello stesso Cardoso) sarebbe in grado di insidiare la sua vittoria se si andasse al voto oggi.
    Certamente Lula sta incontrando delle difficoltà, sia nell'attuazione di quelle riforme tanto desiderate dai brasiliani (ad esempio la riforma agraria chiesta a più riprese dalla Commissione Pastorale della Terra e dai Sem Terra e l'attuazione del programma Fame Zero), sia a livello più propriamente politico, ma non bisogna dimenticare che si trova in una situazione molto delicata, stretto tra le imposizioni del Fondo Monetario e della Banca Mondiale (con cui Cardoso aveva firmato appositamente degli accordi improrogabili proprio pochi giorni prima di lasciare Planalto al suo rivale) e le grandi attese dei movimenti sociali brasiliani (Sem Terra e Via Campesina): la nascita della Comunidad Sudamericana a Cuzco, che si propone di opporsi all'Alca e di creare una politica latinoamericana indipendente dalla finanza internazionale, potrebbero aiutarlo a raccogliere maggior consenso anche tra i partiti e partitini che si sono formati a sinistra del Pt.

  5. #5
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    Che stiano zitti i governanti sudamericani, che se stanno ancora lì lo devono all'aiuto degli Stati Uniti d'America.

  6. #6
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    In Origine Postato da IlikeUSA
    Che stiano zitti i governanti sudamericani, che se stanno ancora lì lo devono all'aiuto degli Stati Uniti d'America.
    Guarda che i dittatori appoggiati dagli usa e getta li hanno fatti fuori quasi tutti......pero' purtroppo prima sono morte milioni di persone per ordini degli usa e getta...

    Siete senza vergogna!

  7. #7
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    In Origine Postato da asti_sinistra
    Guarda che i dittatori appoggiati dagli usa e getta li hanno fatti fuori quasi tutti......pero' purtroppo prima sono morte milioni di persone per ordini degli usa e getta...

    Siete senza vergogna!
    ________________________________________________

    No, sono fascisti, fascisti, fascisti!

    P.S. Sono stato a marzo in Brasile e mi sono divertito a proporre a molti uno scambio: Silvio Bagonghi a fronte di Lula: non ha accettato nessuno.

    Saluti, Arta

  8. #8
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    Umbria. Dove regna "Il Capitale" oggi più spietatamente. Votano la guerra, parlano di pace... sinistra "radikale", sei peggio dell'antrace ! Breaking news: (ri)nasce il partito dell'insurrezione !
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    lula, un presidente OGM !

  9. #9
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    Umbria. Dove regna "Il Capitale" oggi più spietatamente. Votano la guerra, parlano di pace... sinistra "radikale", sei peggio dell'antrace ! Breaking news: (ri)nasce il partito dell'insurrezione !
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    In Origine Postato da IlikeUSA
    Che stiano zitti i governanti sudamericani, che se stanno ancora lì lo devono all'aiuto degli Stati Uniti d'America.
    Forse per la prima volta, sono d'accordo con te.

  10. #10
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    Ancora più preoccupante: questa è una dimostrazione di come la sinistra sia sempre più unita con l'Islam. Questo potrebbe pure passare ma quello da non tollerare e il legame del terrorismo rosso con quello islamico.

 

 
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