Riporto provocatoriamente queste riflessioni tratte da "Saggio filosofico per l'emancipazione del sacro" di Roberto sabatini



Questo lavoro vuole mostrare che, invece, proprio la cultura del sacro e del divino costituisce la più formidabile barriera all’emergere e all’affermarsi di una spiritualità pienamente umana, libera, adulta.
L’opera conduce il lettore a fare i conti con le illusioni del credere e dello sperare, con i deliri di grandezza e immortalità, con i bisogni di senso e significato e lo mette di fronte alle sue paure, ai suoi vuoti, alle sue domande senza risposta. E’ proprio toccando questo fondo che si comprende l’urgenza di abbandonare le posizioni egocentriche, gli antropomorfismi e i provvidenzialismi divini, le protezioni magiche del sacro, di non temere la libertà ed assumersene la piena responsabilità, di smettere di negare la morte, di credere che l’Io sia veramente tutto per noi, di ritenersi al centro dell’universo e di avere per forza chissà quale superiore scopo…
Affermare che è l’umano la misura dell’infinito non costituisce infatti qui l’ennesima edizione del nostro irriducibile antropocentrismo, ma solo la constatazione che nell’infinità priva di senso che ci circonda e di cui facciamo intimamente parte, proprio noi troviamo una prodigiosa e infinita sequenza di significati.