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    Exclamation Contro l´emigrazione, solo l´indipendenza

    Contro l´emigrazione, solo l´indipendenza

    ...
    Come ha chiarito una volta per tutte Paolo Cinanni, un esperto della questione silana e dei problemi dell´emigrazione - una persona che i vecchi sangiovannesi* credo ricordino con affetto - tutta la `questione meridionale´ si coagula in due concetti: la mancanza di lavoro e l´uso disinvolto, a prezzi stracciati - antinazionale e a pericolo di vita - dei disoccupati meridionali da parte del grande capitalismo americano ed europeo.

    Il Sud d´Italia alleva i suoi figli e li prepara a produrre, ma poi non
    ha la libertà `nazionale´ per godere dei risultati del loro lavoro.

    La perdita è doppia. In primo luogo i figli costano. In secondo luogo la ricchezza prodotta altrove dagli emigrati non torna nei luoghi d´appartenenza, o vi torna in misura irrisoria. Nessun borgo meridionale, che abbia dato al mondo del capitale una quota rilevante della sua popolazione, come San Giovanni in Fiore, è arricchito.

    Lo Stato italiano non ha mai inteso combattere il secolare problema dell´esodo migratorio. Anzi lo ha fomentato. Questo non solo al Sud, ma in tutte le regioni sottoposte alla sua sovranità. La prima grande fuga di popolazione italiana, quella verso le Americhe (1870 -1914), fu ben accolta in quanto portava valuta estera nelle casse delle banche nostrane. Unico dispiacere era la perdita di un fante per l´esercito in armi. L´incalcolabile ricchezza prodotta con le lacrime e il lavoro di chi era andato via, fu usata per creare le industrie di Genova, Milano e Torino, che altrimenti non ci sarebbero mai state.

    Anche il secondo esodo di massa - e San Giovanni piange ancora i suoi figli caduti - fu entusiasticamente voluto dal governo nazionale. Infatti portava braccia, che costavano poco, al padronato industriale. Inoltre arricchiva, senza che dovessero muovere un dito, i padroni di casa milanesi e torinesi.

    La terza emigrazione, quella odierna, si muove più lentamente. In genere sono i giovani laureati nelle università del centrosettentrione che non vogliono più tornare a casa. La nostalgia per il paese natale che c´è in "/Partono i bastimenti pè terre assai luntane/" o in "/Torna a Surriento/", ce la possiamo dimenticare. Non si parte più dalla nostra terra con rimpianto. Chi parte non sente nostalgia per il paese di origine. Una quota rilevante delle persone che vanno via, è fatta di fuggiaschi da una terra inospitale e a basso tenore di civismo, dove imperano la mafia e la corruzione politica.

    E non sarebbe possibile una situazione diversa. Il commercio della droga fa comodo alle banche, che incettano la liquidità dei mafiosi e la drenano su Milano, su Zurigo, su Barcellona. La corruzione politica è il sistema con cui il Nord domina e asservisce il Sud. E´ un ricatto del sistema padano e dello Stato verso i meridionali. "Se volete che vi sistemi il figlio, le persone che possono aiutarvi sono Tizio, Caio e Sempronio. Votate per loro, e io Stato avallerò il favoritismo".

    Il Sud è una nazione di 20 milioni di abitanti, un paese parecchie volte più grande del Belgio, dell´Olanda, della Svizzera e di molti altri Stati nazionali. Al momento dell´unità italiana era il più grande degli Stati italiani, il più ricco di moneta, il più avanti industrialmente (vendeva locomotive al Piemonte), il più istruito (aveva infatti i tre quinti di tutti gli studenti universitari italiani), possedeva una flotta militare e una flotta mercantile poderose. Certo aveva i suoi gravi e antichi problemi, ma come aveva risolto in meno di un secolo i problemi inerenti al commercio, così avrebbe sicuramente risolto il problema di far rendere di più la terra.

    La nostra proposta è di tornare all´indipendenza politica, allo Stato delle Due Sicilie, per difendere il quale sono caduti in combattimento e nei campi piemontesi di sterminio più di centomila contadini meridionali. Il capitalismo americano e quello europeo potrebbero persino essere sulla soglia di un totale fallimento. Oggi vi domina il capitale che non produce. I capitalisti si arricchiscono con gli appalti, le privatizzazioni, gli intrallazzi. In Italia, parecchi acquedotti sono stati privatizzati, con gran rovina delle popolazioni.
    Si privatizza tutto, dalla nettezza urbana all´elettricità, dal telefono ai certificati di nascita. Rendite, rendite, nient´altro che rendite. Un quintale di grano, sul mercato mondiale, costa 12 dollari (meno di 10 euro), ma un quintale di pane arriva ai consumatori per circa 120 euro, dodici volte il prezzo del grano. E fra non molto non sarà più il fornaio sotto casa a guadagnarsi la giornata, ma il Mulino Bianco a spedirvi da Parma un pane in confezione a vuoto d´aria.

    Il mondo potrà tornare nei limiti della esistenza umana se la gente riuscirà a porre fine al carnevale capitalistico, che sta distruggendo la Terra e gli uomini. Per noi il cammino è più facile che altrove, più breve. E si chiama indipendenza. Siamo un grande popolo con una grande storia, che lo Stato italiano ha umiliato e umilia. Possediamo tutte le risorse che occorrono alla rinascita. L´Italia si è impossessata di tutto, a cominciare dal nome Italia. Basta veramente poco per veder tornare a sorridere i nostri figli e nipoti.

    Nicola Zitara
    www.eleaml.org

    P.S.: questo articolo l'ho copiato dal mensile
    "Il nuovo corriere della Sila"
    AnnoXV (nuova serie) n°6 -5 Giugno dell'anno 2005

    *(Approfitto dell´ospitalità che mi offrono il /Corriere della Sila /e il collega Basile per mandare un saluto ai compagni e ai patrioti
    meridionali che mi hanno accolto con simpatia e ascoltato pazientemente in occasione** dell´incontro sul futuro delle nostre popolazioni e dei nostri lavoratori dopo 144 anni di olonizzazione toscopadana...)

    **-Dibattito sul separatismo tra Zitara, Brunetti e il rettore Latorre- Il risultato delle ultime elezioni regionali, perfettamente coerente con la volontà degli elettori, è ben lontano dal dare una risposta ai problemi del lavoro e dell’occupazione, che la gente avverte personalmente. L’associazione “Due Sicilie” di San Giovanni in Fiore ha voluto chiedere una risposta al pressante interrogativo. Non si è rivolta ai rappresentanti delle istituzioni politiche nazionali o locali, ma a tre studiosi della “questione meridionale”:
    Nicola Zitara, giornalista e autore di numerosi volumi, Mario Brunetti, ex parlamentare ed ex consigliere regionale della sinistra, attualmente Presidente del Centro Studi Mezzogiorno – Mediterraneo, Giovanni Latorre, Magnifico Rettore dell’università della Calabria.
    La domanda posta è: “Quale avvenire per la Calabria dopo 140 anni di emigrazione?”.
    Il dibattito è stato lungo, acceso, appassionato, sia fra i relatori sia dei relatori con il pubblico. Riassumiamo le posizioni dei tre oratori
    Giovanni Latorre ha sostenuto che la marginalità della Calabria e la situazione di sottosviluppo sono legati storicamente all’emarginazione geografica del Sud rispetto a “un continente dalla modernità” situato nell’Oceano Atlantico settentrionale, avente come confini le sponde occidentali dell’Europa e quelle orientali degli Stati Uniti.
    L’emarginazione geografica del Sud italiano ha portato con sé la permanenza fino ai tempi nostri di una condizione di basso tasso di civismo e il clientelismo, che sommandosi sviliscono la vita politica.
    La recente crescita dei paesi del Sud-est asiatico lascia immaginare dei forti scambi tra questa area del mondo e l’Europa. Le merci asiatiche in entrata e le merci europee in uscita, dovendo seguire la rotta: Oceano Indiano – Canale di Suez – Mediterraneo orientale, privilegerà i porti meridionali. Bisogna prepararsi all’evento riorganizzando i sevizi e normalizzando la vita politica.
    Mario Brunetti è partito dalla constatazione che la formulazione dello stato nazionale nel 1860/61 ha bloccato l’evoluzione sociale ed economica dell’area meridionale, innescando l’emigrazione transoceanica dei decenni precedenti alla Prima Guerra Mondiale.
    Caduto il fascismo e fondata la Repubblica, tranne i pochi anni della lotta per la terra, il sistema nazionale e la stessa sinistra non hanno saputo assumersi la rappresentazione degli interessi delle popolazioni meridionali né formulare un serio progetto per l’occupazione e lo sviluppo.
    Molte responsabilità in ordine alla caduta del welfare sono addebitabili ai governi di sinistra che hanno guidato l’ingresso dell’Italia nell’area dell’Euro.
    Per Brunetti, l’avvenire del Sud è collegato alle politiche mediterranee dell’ Unione europea, che dovrebbero superare con uno scatto di buona volontà l’attuale fase di stanca.
    Nicola Zitara ha stigmatizzato la secolare operazione di svalutazione e mortificazione dei meridionali. Ha ricordato a titolo d’esempio fatti e atti dei governi e dei poteri forti rivolti a sottrarre valore e identità al Sud. Non è una banalità, ha detto, che il Festival della canzone italiana si svolga a Sanremo, terra dei fiori ma non di musica, e non a Napoli, terra di musica a livello mondiale.
    Perché – ha proseguito- Firenze, Siena, Verona, Padova, Venezia, et cetera sono “città d’arte”, mentre non lo sono Napoli e specialmente Palermo? C’è - ed è evidente – un’esclusione capziosa che è frutto di ingordigia. Il Sud è stato ed è una grande nazione, più grande di molti stati europei per popolazione e per il livello dei suoi lavoratori e imprenditori; qualità riconosciute e apprezzate dovunque, fuorché l’Italia. La disoccupazione e il sottosviluppo non stanno nei precordi della società meridionale, nei cosiddetti “mani antichi”, ma nello stato cavourrista, che ha cambiato il pelo costituzionale e istituzionale, ma non il vizio toscopadano, rinascimentale e risorgimentale dell’usura e del saccheggio. Nelle società moderne ogni singolo Stato amministra spesa pubblica per una cifra intorno al 50 per cento del PIL.
    Perché il Sud dovrebbe continuare ad abdica a tale funzione? Per le piume dei bersaglieri? Per fare contenti gli inquilini dei palazzi romani? Quale titolo hanno i toscopadani per amministrare i nostri tributi?
    L’ingordigia toscopadana favorisce, o meglio aiuta e alimenta, l’espansione della mafia.
    La mafia è un tragico male per i meridionali e contemporaneamente una concreta entrata per la finanza toscopadana, la quale incassa dai traffici mafiosi non meno di 200 mila miliardi l’anno di vecchie lire. Una comodità per i poteri forti milanesi ed emiliani, che trovano al Sud un referente docile e partecipe. Il sistema toscopadano corrompe il Sud e mortifica i suoi gruppi politici dirigenti in una condizione di permanente degrado morale, favorendo lo spreco dei soldi pubblici e il clientelismo.
    Separarci dall’Italia è la strada lineare per uscire dalla situazione assurda e penosa in cui ci siamo intrappolati come nazione meridionale. L’uscita abbasserebbe incredibilmente il prezzo degli alimenti più importanti, come il grano, la carne, il latte, che l’Unione europea mantiene dieci volte più alti che sul libero mercato mondiale. Per un paese che progetta lo sviluppo indipendente, pagare meno il pane e la carne è decisivo. Come è decisivo fabbricarsi i beni di uso comune (per es. le sedie o i computer ) all’interno della nazione.
    Fatti del genere, se realizzati, portano alla piena occupazione, lo stesso che dire la fine dell’emigrazione.
    L’immoralità non è un fenomeno attinente alla filosofia, ma alla politica: è la forma che la politica nazionale assume per sgovernare il Sud. In pratica, è una simulazione della classe che governa l’Italia attraverso lo stato nazionale, la quale, ad uso e consumo della pubblica opinione, rovescia le proprie responsabilità, facendo, della vittima, il colpevole del malaffare.


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  2. #2
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    Non c’è economia moderna senza uno stato indipendente. Meglio degli altri lo sanno gli americani che dal momento in cui si sono liberati del Re d’Inghilterra hanno preso a bruciare le tappe per arrivare a essere la più prospera nazione del mondo.

    Non c’è economia nazionale se non presieduta e governata dall’ente stato. Lo sanno bene gli europei che, per non farsi sfruttare ulteriormente dall’incontrollata emissione di dollari inconvertibili, hanno fondato un loro stato, e per prima cosa nominato un governo della moneta del loro stato.
    Basta. Siamo un grande popolo. Siamo stati alle origini della civiltà occidentale in tutti i campi. L’umiliazione di essere cornuti e mazziati come Pulcinella deve finire.
    Per noi. Per i nostri figli e nipoti. Per i nostri padri e avi.
    Si fotta lo stato italiano, e con esso la classe degli ascari che il governo nordista foraggia per usarci come iloti della patria milanese.

  3. #3
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    In Origine Postato da =BLIX=
    Non c’è economia moderna senza uno stato indipendente. Meglio degli altri lo sanno gli americani che dal momento in cui si sono liberati del Re d’Inghilterra hanno preso a bruciare le tappe per arrivare a essere la più prospera nazione del mondo.

    Non c’è economia nazionale se non presieduta e governata dall’ente stato. Lo sanno bene gli europei che, per non farsi sfruttare ulteriormente dall’incontrollata emissione di dollari inconvertibili, hanno fondato un loro stato, e per prima cosa nominato un governo della moneta del loro stato.
    Basta. Siamo un grande popolo. Siamo stati alle origini della civiltà occidentale in tutti i campi. L’umiliazione di essere cornuti e mazziati come Pulcinella deve finire.
    Per noi. Per i nostri figli e nipoti. Per i nostri padri e avi.
    Si fotta lo stato italiano, e con esso la classe degli ascari che il governo nordista foraggia per usarci come iloti della patria milanese.
    Credo che anche in campo elettorale si stia muovendo qualcosa, come delle alleanze tra movimenti indipendentisti siciliani e movimenti per l'indipendenza del Sud. I movimenti in questione sono innumerevoli, e ciò vuol dire che non siamo in pochi a pensare che questa Italia deve politicamente cessare di esistere.

    Sono d'accordo, però, solo a metà su alleanze tra Sud e Sicilia: io rimango pur sempre un indipendentista SICILIANO, non MERIDIONALE. Per l'altra metà, sono convinto che l'unione fà la forza, e che potremo, per questo, ottenere entrambi buoni risultati.

    Speriamo.

  4. #4
    Free Tibet!
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    www.siciliaindipendente.org Agnes velhom age, bureita dadenami. Eka esti, metere Trinacie geped. Ais darna Trinacie uie, iti Talia tebei, ahita Talia praarei, viadis Talia aite esti. Zudai esti. Puri Trinacie ires.
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    In Origine Postato da Federico II
    Credo che anche in campo elettorale si stia muovendo qualcosa, come delle alleanze tra movimenti indipendentisti siciliani e movimenti per l'indipendenza del Sud. I movimenti in questione sono innumerevoli, e ciò vuol dire che non siamo in pochi a pensare che questa Italia deve politicamente cessare di esistere.

    Sono d'accordo, però, solo a metà su alleanze tra Sud e Sicilia: io rimango pur sempre un indipendentista SICILIANO, non MERIDIONALE. Per l'altra metà, sono convinto che l'unione fà la forza, e che potremo, per questo, ottenere entrambi buoni risultati.

    Speriamo.
    Io di movimento indipendentista ne conosco solo uno, il Fronte Nazionale Siciliano "Sicilia Indipendente" , che con i movementi sinceramente "meridionalisti" collabora pressocché da sempre, così come con gli indipendentisti catalani, sardi, corsi, irlandesi (Ulster)...

    Spero tu, da buon patriota siciliano per ciò che scrivi e provi, non ti riferisca ai cosiddetti "autonomisti" degli ultimi anni, mesi ed ore...sono solo partiti coloniali, la versione "siciliana" o "meridionale" dei partiti italiani, che usano le zone di provenienza e le speranze dei cittadini per venderseli come Giuda...

    Non possiamo più rimanere dipendenti. Presentiamo il conto all'Italia e liberiamoci! Noi non siamo il sud di nessuno!

    Sicilia Indipinnenti!

  5. #5
    W il Patriottismo Siciliano!
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    In Origine Postato da Nicheja
    Io di movimento indipendentista ne conosco solo uno, il Fronte Nazionale Siciliano "Sicilia Indipendente" , che con i movementi sinceramente "meridionalisti" collabora pressocché da sempre, così come con gli indipendentisti catalani, sardi, corsi, irlandesi (Ulster)...

    Spero tu, da buon patriota siciliano per ciò che scrivi e provi, non ti riferisca ai cosiddetti "autonomisti" degli ultimi anni, mesi ed ore...sono solo partiti coloniali, la versione "siciliana" o "meridionale" dei partiti italiani, che usano le zone di provenienza e le speranze dei cittadini per venderseli come Giuda...

    Non possiamo più rimanere dipendenti. Presentiamo il conto all'Italia e liberiamoci! Noi non siamo il sud di nessuno!

    Sicilia Indipinnenti!
    Vedi, ho scritto una e-mail un anno e mezzo fà al FNS. Avevo scritto che se il Fronte avesse avuto delle iniziative serie, avrei collaborato per quanto mi fosse stato possibile. Per risposta mi sono arrivati degli articoli che comparivano già sul sito corrispettivo, ma nessuna risposta concreta. Prima di installare internet, non avevo mai sentito parlare di un movimento come il vostro, e ciò mi dispiace, perché, in fondo, si sente parlare dalla mattina alla sera di Padanisti o separatisti sardi... di voi, invece, mai. Allora, dico io, perché non muoversi di più? Perchè non fare in modo di propagandare le idee sicilianiste in maniera un po' più vivida, rispetto al solo sito internet o alle sporadiche comparse (per quanto ne so io, ma è possibile che sia male informato) in un canale regionale (che nessuno vede, e che la mia TV prende pure male...) di Scianò?

    Non faccio parte di movimenti 'autonomisti': mi sono informato sugli ideali di Lombardo e compagnia bella da chi vi è stato a contatto, e mi spiace che vi siano persone che lo votano, magari sperando in qualcosa che non avranno mai. Ma se tanta gente è abbindolata da un movimento che richiama all'Autonomia, vuol dire che ideali sicilianisti, in fondo, ci sono, esistono! E allora, perché non approfittarne e muoversi per avere consensi maggiori? Un movimento indipendentista come il vostro, perché non si porta alle elezioni, dopo una sana propaganda?

    L'Altra Sicilia si sta muovendo verso questa direzione, per quanto ne so, e conosco alcune persone che sono davvero innamorate di questa Sicilia, della sua lingua, della sua cultura, della sua storia, come lo sono io. Loro mi hanno dato delle ragioni per credere in un progetto come il loro. Voi no, tutto qui. Ma se l'ideale è lo stesso, perché non unirci e far sentire la nostra voce, PER DAVVERO?

    Non sto insinuando nulla, che sia chiaro. Sto solo ponendomi degli interrogativi, ai quali, spero, mi darai risposta, perché, come avrai capito, sono abbastanza confuso, sotto questo punto di vista.

    Grazie


  6. #6
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    Caro Federico II,
    io sono qui per chiarire tutti i tuoi dubbi ed incertezze, almeno per quanto riguarda l'FNS!
    Innanzitutto mi scuso a nome dellFNS se ti abbiamo trattato con troppo distacco, ma la responsabilità specifica è da additare a chi ha ricevuto il tuo messaggio, rispondendo in maniera un po' troppo apatica.
    Non mi interessa lamentarmi, non lo facciamo mai, ma sappi che le nostre iniziative esistono, e in tutto il territorio. Purtroppo, nella nostra ultraquarantennale esperienza (il nostro partito -non generico "movimento"- è stato fondato nel 1964 ed è ininterrottamente attivo da allora) sappiamo (e lo so io, da giornalista) che sulla stampa si deve parlare poco o nulla di noi, perché parlare di "Sicilia Indipendente" è pericoloso per il sistema coloniale. Se una nostra stessa iniziativa la fa una qualsiasi associazione, invece sui giornali passa. Credimi, lo abbiamo fatto questo esperimento. Gli spazi in tv...costano, prendiamo ciò che possiamo, e sul web, oltre ad un nuovissimo sito molto aggiornato e dinamico che stiamo preparando per affiancare l'altro, abbiamo una maling list quotidiana alla quale puoi iscriverti mandando una mail a siciliaindipinnenti@gmail.com. (La mail fns@fns.it è del Segretario, che la consulta e risponde quando può, le altre sono gestite quotidianamente dall'Ufficio Stampa).
    Tornando a L'Altrasicilila, Francesco Paolo e Massimo erano da noi in sede (a Palermo...perché non ci fai visita? Se venivi ieri c'ero anche io, che vivo a Catania) per parlare di elezioni...vedi, associazioni come la loro (o anche l'Associazione Culturale Trinakria, a cui abbiamo dato pure ospitalità in sede) le abbiamo sempre aiutate perché determinanti a sviluppare una società civile siciliana. Nello specifico, un valido aiuto e collante per i Siciliani all'estero. Ci dispiace quindi che adesso voglia (come sembrerebbe) tentare una improvvisata sortita elettorale che si annnuncia per loro catastrofica vista la scarsa esperienza e la scarsa penetrazione nel territorio...per non parlare di non confermate alleanze che spero non porteranno in porto...non si può andare con i partiti italiani, centralisti, coloniali.
    Non sarebbe stato un problema di ospitalità, candidature e programmi (anche se ci vuole chiarezza di idee a termini...già alcune cose te le ho fatte notare, per non parlare della trinakria con le spighe...le spighe rappresentarono la nostra prima colonizzazione e sfruttamento, nel simbolo non ci stanno), anche perché l'FNS alle prossime elezioni (regionali, politiche) ci sarà. E tu sai bene che insieme (prima, durante, dopo) le elezioni ce ne sono manifestazioni ed attività da realizzare...senza dimenticare l'attività redazionale di "Nazione Siciliana". Stiamo anche per rendere pubblico il "restyling" definitivo del nostro simbolo, e desideriamo, come già sai, aprire un forum su politicaonline. Fammi sapere come si fa, tu che hai molta esperienza qui, il tuo aiuto è desiderato e gradito come quello di tutti i nostri giovani che ci appoggiano e sostengono, ciuscuno secondo le proprie possibilità. Se ti va di ricevere altro materiale, o meglio farti una chiacchierata, facci avere il tuo numero (sempre a siciliaindipinnenti@gmail.com). Qui da noi c'è gente che lotta instancabileda tutta una vita, e il momento è propizio per una svolta...ma ci voli a forza e 'u coraggiu 'i tutti!

    Indipinnenza? Ju ci kriu!

    A presto!

    Allego l'ultimo comunicato: un po' burocratico, ma è per farlo "passare" nelle redazioni...

    FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI
    FRONTE NAZIONALE SICILIANO - SICILIA INDIPENDENTE

    -Segreteria Nazionale-

    Comunicato Stampa

    DELIBERATA LA PARTECIPAZIONE ALLE PROSSIME ELEZIONI DELL'FNS, CHE CONVOCHERÀ IL CONGRESSO IN OTTOBRE

    Si è conclusa nella tarda sera di ieri la riunione del Comitato Centrale di lu Frunti Nazziunali Sicilianu "Sicilia Indipinnenti", tenutasi nei locali di via Brunetto Latini 26 a Palermo. Nel corso della riunione è stata deliberata la partecipazione del partito indipendentista alle prossime consultazioni elettorali con il proprio programma, il proprio simbolo, proprie liste ed un proprio candidato Presidente nella specifica fattispecie delle elezioni regionali. È stata altresì fissata in Palermo la sede di svolgimento del XII congresso dell'FNS che si terrà nel prossimo mese di ottobre.

    Palermu, 31 ahustu 2005

    a cura dell'Ufficio Stampa FNS


    FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU "Sicilia Indipinnenti"
    FRONTE NAZIONALE SICILIANO "Sicilia Indipendente"
    90141 Palermo - Via Brunetto Latini, 26
    tel/fax 091329456

    Internet: www.fns.it - E-mail: fns@fns.it
    uff.st.fns@gmail.com

    "CUMITATU CITATI 'I CATANIA"
    "Comitato Città di Catania"
    fnscatania@gmail.com - www.fnscatania.tk - www.nonfartifregare.tk
    tel 3496933580 fax 09569431141

    "CUMITATU MISSINISI"
    fnsmissinisi@gmail.com

    "CUMITATU NISSENU"
    fnsnissenu@gmail.com

    «Diamo, quindi, al Popolo Siciliano -in lotta per il suo ideale millenario- la bandiera di un indipendentismo esente da mafiosità e brigantaggio, auspicandone la vittoria nella libertà, nella democrazia, nella giustizia sociale, nella concordia, nella pace e nello spirito europeistico e mediterraneistico».

    Giuseppe Montalbano, 1976

  7. #7
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    Caro Federico II,
    io sono qui per chiarire tutti i tuoi dubbi ed incertezze, almeno per quanto riguarda l'FNS!
    Innanzitutto mi scuso a nome dellFNS se ti abbiamo trattato con troppo distacco, ma la responsabilità specifica è da additare a chi ha ricevuto il tuo messaggio, rispondendo in maniera un po' troppo apatica.
    Non mi interessa lamentarmi, non lo facciamo mai, ma sappi che le nostre iniziative esistono, e in tutto il territorio. Purtroppo, nella nostra ultraquarantennale esperienza (il nostro partito -non generico "movimento"- è stato fondato nel 1964 ed è ininterrottamente attivo da allora) sappiamo (e lo so io, da giornalista) che sulla stampa si deve parlare poco o nulla di noi, perché parlare di "Sicilia Indipendente" è pericoloso per il sistema coloniale. Se una nostra stessa iniziativa la fa una qualsiasi associazione, invece sui giornali passa. Credimi, lo abbiamo fatto questo esperimento. Gli spazi in tv...costano, prendiamo ciò che possiamo, e sul web, oltre ad un nuovissimo sito molto aggiornato e dinamico che stiamo preparando per affiancare l'altro, abbiamo una maling list quotidiana alla quale puoi iscriverti mandando una mail a siciliaindipinnenti@gmail.com. (La mail fns@fns.it è del Segretario, che la consulta e risponde quando può, le altre sono gestite quotidianamente dall'Ufficio Stampa).
    Tornando a L'Altrasicilila, Francesco Paolo e Massimo erano da noi in sede (a Palermo...perché non ci fai visita? Se venivi ieri c'ero anche io, che vivo a Catania) per parlare di elezioni...vedi, associazioni come la loro (o anche l'Associazione Culturale Trinakria, a cui abbiamo dato pure ospitalità in sede) le abbiamo sempre aiutate perché determinanti a sviluppare una società civile siciliana. Nello specifico, un valido aiuto e collante per i Siciliani all'estero. Ci dispiace quindi che adesso voglia (come sembrerebbe) tentare una improvvisata sortita elettorale che si annnuncia per loro catastrofica vista la scarsa esperienza e la scarsa penetrazione nel territorio...per non parlare di non confermate alleanze che spero non porteranno in porto...non si può andare con i partiti italiani, centralisti, coloniali.
    Non sarebbe stato un problema di ospitalità, candidature e programmi (anche se ci vuole chiarezza di idee a termini...già alcune cose te le ho fatte notare, per non parlare della trinakria con le spighe...le spighe rappresentarono la nostra prima colonizzazione e sfruttamento, nel simbolo non ci stanno), anche perché l'FNS alle prossime elezioni (regionali, politiche) ci sarà. E tu sai bene che insieme (prima, durante, dopo) le elezioni ce ne sono manifestazioni ed attività da realizzare...senza dimenticare l'attività redazionale di "Nazione Siciliana". Stiamo anche per rendere pubblico il "restyling" definitivo del nostro simbolo, e desideriamo, come già sai, aprire un forum su politicaonline. Fammi sapere come si fa, tu che hai molta esperienza qui, il tuo aiuto è desiderato e gradito come quello di tutti i nostri giovani che ci appoggiano e sostengono, ciuscuno secondo le proprie possibilità. Se ti va di ricevere altro materiale, o meglio farti una chiacchierata, facci avere il tuo numero (sempre a siciliaindipinnenti@gmail.com). Qui da noi c'è gente che lotta instancabileda tutta una vita, e il momento è propizio per una svolta...ma ci voli a forza e 'u coraggiu 'i tutti!

    Indipinnenza? Ju ci kriu!

    A presto!

    Allego l'ultimo comunicato: un po' burocratico, ma è per farlo "passare" nelle redazioni...

    FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI
    FRONTE NAZIONALE SICILIANO - SICILIA INDIPENDENTE

    -Segreteria Nazionale-

    Comunicato Stampa

    DELIBERATA LA PARTECIPAZIONE ALLE PROSSIME ELEZIONI DELL'FNS, CHE CONVOCHERÀ IL CONGRESSO IN OTTOBRE

    Si è conclusa nella tarda sera di ieri la riunione del Comitato Centrale di lu Frunti Nazziunali Sicilianu "Sicilia Indipinnenti", tenutasi nei locali di via Brunetto Latini 26 a Palermo. Nel corso della riunione è stata deliberata la partecipazione del partito indipendentista alle prossime consultazioni elettorali con il proprio programma, il proprio simbolo, proprie liste ed un proprio candidato Presidente nella specifica fattispecie delle elezioni regionali. È stata altresì fissata in Palermo la sede di svolgimento del XII congresso dell'FNS che si terrà nel prossimo mese di ottobre.

    Palermu, 31 ahustu 2005

    a cura dell'Ufficio Stampa FNS


    FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU "Sicilia Indipinnenti"
    FRONTE NAZIONALE SICILIANO "Sicilia Indipendente"
    90141 Palermo - Via Brunetto Latini, 26
    tel/fax 091329456

    Internet: www.fns.it - E-mail: fns@fns.it
    uff.st.fns@gmail.com

    "CUMITATU CITATI 'I CATANIA"
    "Comitato Città di Catania"
    fnscatania@gmail.com - www.fnscatania.tk - www.nonfartifregare.tk
    tel 3496933580 fax 09569431141

    "CUMITATU MISSINISI"
    fnsmissinisi@gmail.com

    "CUMITATU NISSENU"
    fnsnissenu@gmail.com

    «Diamo, quindi, al Popolo Siciliano -in lotta per il suo ideale millenario- la bandiera di un indipendentismo esente da mafiosità e brigantaggio, auspicandone la vittoria nella libertà, nella democrazia, nella giustizia sociale, nella concordia, nella pace e nello spirito europeistico e mediterraneistico».

    Giuseppe Montalbano, 1976
    Non so di alleanze con partiti italiani di L'Altra Sicilia, anzi, so proprio che si guardano bene da una tale prospettiva, per evitare di scendere allo stesso basso gradino del già citato Lombardo.
    Io sono alle prime armi (anche se scrivo qui, ormai, da 1 anno...), come avrai capito, per quanto riguarda la politica generale, ma (spero di aver capito bene) hai citato 'partiti centristi', giusto? Si parla, dunque, di partiti cristiano-democratici? Se fosse così, da cristiano cattolico quale sono, non avrei nulla in contrario, se solo il partito in questione fosse rigorosamente filo-siciliano: non ho nulla a che spartire con la D.C. mafiosa, corrotta e soprattutto filo-italiana! Se ti riferivi a partiti italiani del genere, allora mi trovi d'accordo ad esserne contro.
    Per quanto riguarda il forum su POL, ho già inviato una e-mail all'amministrazione... ma, ahimè, anche qui mi lassaru sbàttiri... Per dare forza a questa iniziativa, ho coinvolto direttamente tutti gli utenti di POL, inserendo un sondaggio sull'inserimento del forum indipendentista siciliano, contando di avere una maggioranza cospiqua in merito anche da chi, con la nostra Sicilia, c'entra poco o nulla, ma che comunque 'abita' questi fora come me e te. Ho visto che hai già postato qualcosa a questo mio thread, ma forse non hai ancora votato. Se vuoi puoi farlo anche subito.
    Vi porterete alle prossime elezioni regionali? Deo gratias! Era ora! Spero che L'Altra Sicilia e voi possiate trovare un accordo in merito, nell'immediato futuro. Trovo persone che la pensano come noi in ogni dove, sia su Internet, sia nella vita ordinaria: l'iniziativa potrebbe avere un discreto boom.

    Un piccolo corollario: anche se le spighe di grano sono simbolo coloniale romano, sono pur parte della nostra eterna storia. In fondo, sotto la Roma imperiale, la Sicilia non se la passava poi tanto male: era la riserva di grano dell'Impero, è vero, ma Roma ha anche impiantato strade, era meta dei più importanti personaggi, tra cui nobili, patrizi, consoli e imperatori. Se dovessimo ragionare così, si dovrebbe togliere anche lo stesso simbolo della Trinacria, testimonianza della colonizzazione greca. Vedi, penso che la bandiera siciliana abbia subito una risemantizzazione (dalla guerra del Vespro), tale da rendere tutto ciò che è presente al suo interno diverso dal messaggio che la singola Trinacria o la singola spiga di grano può veicolare, prima di essere stata inserita all'interno della stessa bandiera. Spero di spiegarmi. Tutto, però, stà a vedere se alla prima comparsa della Bandiera siciliana (durante la guerra del Vespro, appunto), le spighe fossero già presenti o meno. Se c'erano già allora, non c'è motivo di toglierle, semplivemente per i motivi appena descritti.
    Sto per laurearmi in Demoetnoantropologia triennale: questi ragionamenti (o seghe mentali, forse... chissà) mi sorgono sempre più spontanei... In fondo, ciò è solo il mio pensiero, basato su insegnamenti di Antonino Buttitta (figlio del grande poeta Ignazio) e del suo ampio staff.

    Salutamu

  8. #8
    Free Tibet!
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    È chiaro che gli accordi non siglati (e che non sigleranno mai, spero) L'Altrasicilia non va mica a sbandierarli...
    In ogni caso, la nostra macchina elettorale è pronta, se vogliono appoggiarci, la porta è aperta, e non mancheremo di aiutarli. Se vorranno andare da soli, dovranno motivare questa decisione, in maniera articolata.
    Noi con i partiti italiani (centristi o meno) non abbiamo nè vogliamo a che spartire. Ciò non toglie che il nostro partito, sicilianista ed indipendentista, è lontano da mafia corruzione terrorismo estremismo etc... Se questo significa essere "centristi" (parola che non amo, noi siamo l'inizio della nuova classe dirigente siciliana, che non può e non deve essere "ad immagine e somiglianza" di quella italiana), allora lo siamo, ma dovrebbero essere gli altri "centristi" (corrotti, collusi, centralisti, cencelliani) a non definirsi tali...
    Non siamo nè dori, nè ioni, ma siculi. Non l'ho detta io, ma sta a significare che quella greca fu una "colonizzazione" ben diversa da quella attuale. Comunque, sembra che la triscele abbia preceduto di un bel po' l'arrivo dei graci qui... In ogni caso, dobbiamo ricordarci chi siamo (se dimentichiamo il nostro passato, siamo costretti a ripeterlo, ribadisco) e la nostra storia, e ai romani riconosciamo molto (anche il solo e semplice fatto di aver dichiarato la Sicilia "colonia", e non territorio metropolitano come hanno fatto i Savoia), ma inserirsi in un simbolo indipendentista sarebbe come variare il nostro motto in "Sicilia quasi indipendente". La nostra vocazione, il nostro spirito, il nostro sogno (and in dreams begin responsibilities, Delmore Schwartz said...), la nostra Idea, la Sicilia matri nostra immurtali non meritano sconti e distinguo. Quelle spighe (e ricordiamoci...le colture si possono o valorizzare o convertire) da "granaio di Roma" (mentre in Sicilia a parte il mais può crescere DI TUTTO, non solo il frumento che ha condannato già allora molte nostre colture che ci davano l'autosufficienza) possono essere archiviate, e ricordiamo che il MIS per aiutare la SVP fra le gambe della trinakria ci infilò l'edelweiss!
    Infine un commosso ricordo a Gnaziu Buttitta (da me ricordato nello scorso numero di "Nazione Siciliana"), che non mancava di venirci a salutare...

    «Un populu/Diventa poviru e servu,/
    Quannu ci arrobbanu la lingua/Addutata di patri:/
    È persu di sempri»

    SICILIA INDIPINNENTI!

 

 

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