OCSE: LA COMPETITIVITA' DELL'ITALIA E' CROLLATA
24/05/2005 - 124


Roma, 24 mag. (Apcom) - Nel 2005 l'economia italiana piomberà in recessione, subendo una contrazione dello 0,6% sul Pil rispetto all'anno precedente, mentre il deficit di bilancio sfondera' ampiamente i limiti del patto di Stabilità, arrivando a toccare quota 4,4% rispetto al Pil. "In assenza di ulteriori misure nel 2006 il deficit dovrebbe ancora aumentare, tenuto conto del completo venir meno delle misure una tantum", toccando quota 5%. E' quanto prevede l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (Ocse), nel suo rapporto sulle prospettive economiche dei Paesi membri.

Sulla situazione italiana pesa "la debolezza dell'export", con il deficit delle partite correnti che nel 2005 quasi triplicherà, assieme al "calo conseguente degli investimenti delle imprese" per toccare quota 2,2% del Pil (0,8% nel 2004) e con una perdita di quote di mercato definita "inquietante" dal capo economista Ocse, Jean Philippe Cotis. Dopo anni di crescita incontrollata dei prezzi, afferma l'Organizzazione, l'Italia accusa un crollo del 25% sulla sua competitività, ben peggiore di quanto registrano le principali economie dell'Ue, ed è più vulnerabile degli altri alla crescente concorrenza internazionale. La produttività non cresce, ma per compensare l'inflazione le buste paga crescono, anche se in definitiva in termini reali i salari sono a malapena aumentati. L'inflazione rallenterà, attestandosi al 2% quest'anno e il prossimo, ma sarà sempre sopra la media dell'eurozona, come avviene dal 2002.

L'Italia, spiega l'Ocse, subisce "l'effetto combinato della forte crescita dei costi unitari della mano d'opera, dell'apprezzamento dell'euro e della forte crescita della concorrenza mondiale sui settori in cui è specializzata". Le quote di mercato del Paese si sono ridotte. La domanda interna, precedentemente sostenuta dalla forte crescita dell'occupazione e dal basso livello dei tassi reali, rallenta. Solo per fine 2005-inizio 2006 l'Organizzazione prevede un rafforzamento dell'attività economica, "grazie ad una nuova ripresa del commercio mondiale, un miglioramento della produttività del lavoro e un alleggerimento fiscale".

Tutte le cifre elencate nel rapporto "potrebbero peccare di ottimismo tenuto conto che la situazione di bilancio comporta rischi particolari e considerata una crescita più debole delle previsioni. Le famiglie potrebbero indirizzare al risparmio una maggiore quota di quanto ottenuto dall'alleggerimento fiscale". "Preoccupazioni che possono ugualmente pesare sulla fiducia delle imprese. Le elezioni politiche del 2006 potrebbero intralciare il necessario irrigidimento di politica di Bilancio. E i risultati del commercio estero potrebbero migliorare meno del previsto,

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