Da ieri 24 maggio a Treviso è iniziato uno sciopero della fame di 3 imprenditori della Life (Liberi Imprenditori Federalisti Europei), contro le discriminazioni ai danni delle imprese venete e contro il "diritto camerale" della Camera di Commercio.
Fino a venerdì sera la protesta si tiene in piazza Borsa (in centro città) per poi proseguire, se necessario, ad oltranza fuori dalle mura di Treviso.
Con questo gesto la Life intende denunciare l'illegittimità di un balzello fiscale inutile come quello del diritto camerale: «Dal 1997 ad oggi - spiega Daniele Quaglia, vicepresidente dell'associazione e artigiano nel settore delle ceramiche a Spresiano - abbiamo scalato tutti i gradi di giudizio per chiedere una pronuncia sull'illegittimità del diritto camerale. Ma nessun magistrato è mai entrato nel merito della questione. Invece il Tribunale di Caltanissetta e la Commissione Tributaria di Foggia hanno accolto le richieste delle ditte del sud: forse che noi valiamo meno? Ai politici trevigiani e veneti domandiamo di ripristinare la giustizia».
Oltre a non aver ricevuto alcuna risposta dai giudici, alla Life è stato notificato il pignoramento dei mobili della sede di Conegliano per pagare le spese legali.
Par tuti: xe inportante deso portare la nostra solidarietà a sti inprenditori in siòparo de la fame; se pol ndarli a catare tuti i jorni (anca de sera) pa farghe capire che i veneti (e no solo che i veneti) i xe con lori contro ogni forma de discriminasion e de rasixmo contro de nialtri.