ROMA
Una grande partecipazione popolare ha accompagnato la tradizionale liturgia nel cuore dell’Urbe. Ratzinger ha chiesto di aprire le proprie case al Signore perché ogni vita umana a tutte le latitudini possa davvero riempirsi della sua presenza

Il Papa: «Il Pane, luce per le nostre strade

Oltre 40mila fedeli alla celebrazione del Corpus Domini presieduta da Benedetto XVI Nell’omelia della Messa Ratzinger ha definito la processione un segno del compito affidato al popolo di Dio di portare il Vangelo ai confini del mondo Tantissima gente lungo il percorso che ha collegato il Laterano a Santa Maria Maggiore


Da Roma Salvatore Mazza

Il cammino del popolo di Dio. Per «portare il Vangelo nelle strade del mondo, ai confini del mondo, a tutte le nazioni». In cammino per testimoniare «la volontà di seguire Cristo», di seguire «colui che ci precede». Per dire pubblicamente l'unità degli intenti dei seguaci di Cristo. E, per questo, «la processione vuole essere una grande e pubblica benedizione per questa nostra città: Cristo è in persona la benedizione divina per il mondo, il raggio della sua benedizione si estenda a tutti noi». C'erano oltre quarantamila persone, ieri sera, sul sagrato di San Giovanni, cattedrale di Roma, per la messa del Corpus Domini celebrata da Benedetto XVI. E altre decine di migliaia lungo via Merulana, fasciata di bandiere bianche e gialle, che unisce la Basilica laterana a Santa Maria Maggiore, e percorsa dalla processione eucaristica che, terminata la celebrazione, lo stesso Papa Ratzinger ha guidato mentre a Roma iniziava a imbrunire. Una ricorrenza, questa del Corpus Domini, che con l'omaggio floreale dell'8 dicembre all'Immacolata in piazza di Spagna costituisce il più «romano» e popolare degli appuntamenti fissi del Pontefice, per la prima volta presieduto dal Benedetto XVI. Che nell'omelia della Messa ha sottolineato come nel sacramento dell'Eucaristia «il Signore è sempre in cammino verso il mondo», e chiede a tutti i credenti di «portare Cristo, presente nella figura del pane, sulle strade della nostra città», «affidando» così non solo le strade e le case di Roma, ma del mondo intero, «alla bontà del Signore». «Le nostre case - ha detto il Papa - siano case per lui e con lui! La nostra vita di ogni giorno sia penetrata dalla sua presenza. Con questo gesto - ha aggiunto - mettiamo sotto i suoi occhi le sofferenze degli ammalati, la solitudine di giovani e anziani, le tentazioni, le paure, tutta la nostra vita». Insistendo quindi «sull'aspetto universale della presenza eucaristica», Papa Ratzinger ha ancora posto l'accento sul fatto che «fare la comunione non è mangiare come un semplice pezzo di pane». Questo gesto infatti implica l'«entrare in comunione con la persona del Signore vivo»; e dunque «questa comunione, questo atto del "mangiare" - ha proseguito il Pontefice - è realmente un incontro tra due persone, è un lasciarci penetrare dalla vita di colui che è il mio Creatore e Redentore». Scopo di questa comunione, allora, «è l'assimilazione della mia vita alla sua, la mia trasformazione e conformazione a colui che è amore vivo. Perciò questa comunione implica l'adorazione, implica - ha insistito - la volontà di seguire Cristo, di seguire Colui che ci precede». E «adorazione e processione fanno perciò parte di un unico gesto di comunione: rispondono al suo mandato "Prendete e mangiate"». Significativo, a questo riguardo, che la tappa conclusiva della processione romana per antonomasia sia allora la basilica di Santa Maria Maggiore, «nell'incontro con la Madonna - ha spiegato - chiamata dal caro Papa Giovanni Paolo II "Donna eucaristica"». Infatti «davvero Maria - ha detto Benedetto XVI - ci insegna che cosa sia entrare in comunione con Cristo: Maria ha offerto la propria carne, il proprio sangue a Gesù ed è divenuta tenda viva del Verbo, lasciandosi penetrare nel corpo e nello spirito». All'inizio della messa, alla quale hanno partecipato tra gli altri i cardinali Julian Erranz, Sergio Sebastiani e Crescenzio Sepe, e monsignor Stanislao Dziwisz, segretario di Papa Wojtyla e prefetto aggiunto della Casa pontificia, Benedetto XVI ha invitato a chiedere «perdono per le mancanze che feriscono l'integrità del corpo ecclesiale». Alla preghiera dei fedeli, richiamando il Congresso eucaristico di Bari del quale, domenica prossima, Papa Ratzinger presiederà la Messa conclusiva, si è pregato «per la Chiesa italiana» e perché tra i suoi frutti l'appuntamento in corso nel capoluogo pugliese «rinnovi nelle comunità cristiane la consapevolezza che la domenica è la Pasqua della settimana, giorno del Signor e, giorno della Chiesa, giorno di festa che prefigura cieli nuovi e terra nuova». Terminata la celebrazione, come detto all'inizio, è stato lo stesso Pontefice a guidare il cammino processionale dei fedeli lungo la via Merulana. Inginocchiato davanti all'ostensorio, Papa Ratzinger ha atteso che partissero le Confraternite e i fedeli, quindi, quando anche cardinali e vescovi hanno lasciato il sagrato, portando l'ostensorio Benedetto XVI è salito col mantello bianco e a capo scoperto sull'autocarro aperto, coperto solo da un tendalino, già utilizzato in passato nelle stesse occasioni da Papa Wojtyla. Il Pontefice è rimasto inginocchiato per tutto il percorso della processione, accompagnata dalla lettura di brani delle Scritture e meditazioni rilanciate da un altoparlante. Benedetto XVI è giunto a Santa Maria Maggiore quando ormai era già buio, la piazza illuminata dalle fiaccole tenute in mano dai fedeli. Sceso dal veicolo, il Papa ha portato l'ostensorio fino all'altare allestito sul sagrato. Il rito si è concluso con il canto del Tantum ergo e la benedizione apostolica.


Avvenire - 27 maggio 2005