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  1. #11
    El Criticon
    Ospite

    Predefinito OCCHIO, neh!

    Finalmente un barlume di luce all'orizzonte!
    Certamente data storica, questa.
    Potrebbe essere l'inizio di un nuovo percorso verso un futuro, per tutti i popoli europei degni di tal nome, se non proprio radioso per lo meno un pochetto meno oscuro di quanto delineatosi all'orizzonte sino all'altro ieri.
    Potrebbe persino segnare l'inizio di una nuova epoca.
    In ogni caso ¨¨ troppo presto per esultare e brindare.
    Le zecche global-affaristiche dei poteri forti e sporchi, del centro-destra-sinistra locale e mondiale, cercheranno altri modi e altre astuzie pur di soddisfare le proprie ambizioni, pur di raggiungere i propri inconfessati e inconfessabili obiettivi finanziari, mercantili e militari.
    Chiss¨¤, forse ricorreranno a qualche "aggiustaggio" legislativo ad hoc. Magari provocheranno qualche imprevista emergenza antiterroristica, cos¨¬, giusto per richiamare tutti in difesa dei loro vessilli. Quali autentici vassalli.
    Se l'odierna Europa ¨¨ cos¨¬ debole, cos¨¬ invasa, se essa si trova in totale balia di altre forze egemoniche straniere, lo si deve soprattutto all'insipienza delle genti europee (di centro-destra-sinistra) che si sono affidate a cosiddetti leader quali Doggy Blair, Jacques Napoleon Chirac, Gerard Spa¦Â Schroeder e Madame Zapatera. Per non parlare dei nostrani geni quali Prodi, d¡¯Alema, Fassino, Prodinotti & Co.
    Sinora non ¨¨ stato fatto nulla di sostanziale per creare le premesse politiche e socioeconomiche per una Unione Europea degna di tal nome.
    Gli attuali leader (?) europei non hanno fatto altro che emulare e ripetere i suicidi giochetti politici delle nazioni del diciannovesimo secolo.
    Ecco perch¨¦ ¨¨ ora necessario sostituirli tutti. Con la massima urgenza.
    Bisogna almeno mandarli in pensione, magari a calci in culo (con la dovuta pacatezza, sia chiaro!)
    Baster¨¤ che un altro 5% degli elettori si svegli senza ulteriori indugi, esitazioni e tremori vari ...

  2. #12
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    par na volta "vive la france"

  3. #13
    Totila
    Ospite

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    Il problema è che da noi non ci sarà referendum. La Carta (igenica) Europea è stata ratificata in Parlamento, con il 90% dei voti (contrari Lega e Rifognazione).

    E poi, il NO francese, sembra che conti quanto il due di picche a briscola. Tutti stanno dicendo che si va avanti.

  4. #14
    Totila
    Ospite

    Predefinito

    UN ''NO'' AL LIBERISMO GLOBALE
    Postato il Wednesday, 25 May @ 2100 CDT di davide

    Ue: le posizioni francesi
    DI ALAIN DE BENOIST

    È facile dire che il "no" al referendum organizzato in Francia sul progetto di Costituzione europea sbaglia obiettivo, e che i suoi sostenitori commettono un grave errore accingendosi a "punire l’Europa" nel momento in cui vogliono punire il governo. Il punto da tenere presente va ben al di là delle conseguenze della realizzazione su scala nazionale delle politiche economiche liberali: numerosi elettori hanno ben compreso che il progetto loro proposto consiste soltanto nell’applicare quegli stessi principi su scala più grande, cosa che non eviterà di produrre risultati ancora più disastrosi.
    In altri termini, l’adesione alle norme europee è avvertita soprattutto come una tappa della standardizzazione mondiale da parte del liberalismo trionfante.

    Una Costituzione è normalmente un testo breve. Questa conta centinaia di pagine praticamente illeggibili da parte dei non-specialisti. In passato, le Costituzioni hanno sempre avuto come oggetto la definizione di un quadro istituzionale durevole nel quale era chiamato a svolgersi il gioco politico. Esse non hanno mai avuto lo scopo (con l’unica eccezione, rivelatrice, della Costituzione sovietica) di determinare gli orientamenti e il contenuto delle politiche stesse, che sono esclusivamente inerenti alle scelte del popolo sovrano.

    Il progetto attuale incide al contrario nel marmo gli orientamenti soprattutto in materia di politica economica e commerciale e di politica estera e di difesa, a cui i popoli dovranno sottomettersi, a meno che non vogliano vedere definite anticostituzionali le loro scelte democratiche. Invece di creare cooperazioni e solidarietà rinforzate, capaci di fare dell’Europa una potenza protetta in un mondo oggi sempre più instabile, il progetto di Costituzione proclama in effetti il "principio di un’economia di mercato aperta in cui la concorrenza è libera", fa riferimento alla liberalizzazione totale dei servizi e alla libertà non meno totale di circolazione dei capitali nel mondo, consacra l’indipendenza (e allo stesso tempo l’irresponsabilità politica) della Banca Centrale, decreta la soppressione progressiva di ogni restrizione agli scambi internazionali e agli investimenti stranieri. La libertà non è più il fondamento della Costituzione, essa diventa una semplice appendice del mercato.

    Alienandola alle esigenze della NATO - che il testo del Trattato costituzionale consacra come la "base della difesa collettiva degli Statimembri e l’organismo atto a realizzarla"! - così come a quelle del mercato mondiale, la Costituzione disarma l’Europa invece di rinforzarla.
    È per questo che la metà dei francesi sono ancora oggi tentati di dire "no".

    Alain de Benoist
    Fonte:Linea
    22.04.05
    Segnalato da:"AAAriannaEditrice"

  5. #15
    Nebbia
    Ospite

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    Mi aggiungo alla festa della vittoria dei No, mi aggiungo in ritardo perchè ieri non ho potuto scrivere per forze di causa maggiore.
    Giudicando a bocce ferme possiamo serenamente dire che il popolo francese ha saggiamente detto di No all'Europa dei tecnocrati, ora si sforzeranno di voler far leggere il No come un attacco al governo Chirac, ma tuti sappiamo che non è così.
    Il No prossimo dell'Olanda sarà il valore aggiunto di un messaggio molto importante, ossia quello che dall'euro si può benissimo ritornare indietro, Prodi e i suoi amichetti possono dire quello che vogliono, così pure Barroso o Zapatero, loro diranno anzi stanno già dicendo che si va avanti, ma le regole sono quelle, senza la ratifica si torna a Nizza e l'UE ne esce a pezzi.
    Il punto fondamentale da osservare in questa vicenda è che la sinistra italiana, quella tedesca e quella spagnola sono contro la sinistra francese e quella olandese e questo la dice lunga sullo squilibrio politico che il popolo francese con le sue tradizioni di libertà è riuscito a gettare sul tavolo delle trattative.

  6. #16
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    Predefinito

    .Il significato del grido lanciato sotto la Tour Eiffel

    LETTERA FIRMATA
    --------------------------------------------------------------------------------
    C’è poco da commentare: in Francia i no hanno vinto. Nonostante una martellante propaganda per il si, finanziata con milioni di euro dai potentati e dai politici. Penose sono state le considerazioni ad urne chiuse. Quasi comico il gesto di solidarietà (per che cosa?) espresso da Zapatero e Schroeder a Chirac. Ora ci aspetta un egual esito in Olanda.
    E per una volta fermiamoci a riflettere seriamente. Sotto la Tuor Eiffel, il proletariato indigeno ha lanciato il suo grido di dolore. Mirando, in questo caso, verso la Unione Europea, che considera una piovra, la quale, dopo averlo afferrato, li rigetta.
    Quelli che han votato "no" appartengono alla vera classe povera. Costoro popolano le periferie delle metropoli transalpine, a stretto gomito con gli immigrati quasi tutti islamici. Si son visti scippare metà dei loro risparmi dall'euro. I servizi sociali li ignorano. I "mezzeta'" - come vengono definiti spregiativamente - prevedono, a loro riguardo, un futuro tremendo. Sanno che se nulla cambierà, gli importati li segregheranno in ghetti, annientandoli. Meditino bene gli italiani. Così europeisti da rasentare il masochismo. Li aspettano anni sconvolgenti. I poteri forti di Bruxelles mirano alla “coranizzazione” dell'Europa. Ispirati dai falliti della Storia che continuano a sventar la bandiera rossa (o arcobaleno: cambia poco). Altro che ricordare i gulag o i campi nazisti. Saranno peggio i reticolati sui quali domineranno i minareti. Invasi d'odio senza limite.

  7. #17
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    Predefinito

    La Francia ha punito l’Europa dei “maneggioni”

    PAOLO - Torino
    --------------------------------------------------------------------------------
    La Francia è stata l’"apri pista" di un risultato negativo sulla ratifica della Costituzione Europea che sicuramente provocherà risultati analoghi in altre Nazioni che potranno usufruire del beneficio di dire la loro su questa scassatissima Unione Europea molto prodiga in direttive puntuali e... utilissime (ad esempio la lunghezza dei... fagiolini), sulla presunta xenofobia, ma assente sul resto.
    Mi pare di ricordare che Bossi abbia etichettato quei burocrati che ci gestiscono (lautamente pagati con i nostri soldi!) da Bruxelles come Maneggioni. Termine pienamente condivisibile!
    Diranno principalmente "si" le Nazioni da sempre povere che non hanno niente da perdere, le altre, quelle cui è stato concesso il sacrosanto diritto di Votare, si esprimeranno. In Francia, tra le tante motivazioni che hanno portato al "no", pare ci siano anche quelle dell'orgoglio nazionale e della difesa dei valori francesi mentre in Italia questi sentimenti sembrano non importare più di tanto.
    Il clamoroso (ma nemmeno tanto) flop sarà anche "merito" della gestione Prodi che "bene" ha fatto anche in Europa?
    Il Presidente della Repubblica si dice dispiaciuto del risultato ma a lui chiedo come mai non si dispiaccia del fatto che in Italia non ci si possa esprimere, che gli italiani debbano accettare questa Europa come già dovettero fare quando quegli "illuminati" di Prodi e & ci portarono frettolosamente (anche tassandoci!) e coattivamente nell'euro di cui vediamo giornalmente i risultati nefasti. Se dobbiamo accontentarci diciamo che la Francia con questo voto ci ha vendicato, la sinistra certamente accuserà l'ennesimo contraccolpo ed è giusto sia così ma io mi chiedo (vi chiedo) se non sia possibile ancora fare qualcosa per andare al voto. Non si potrebbe sostituire quello stupido referendum del 12/6 con questo?

    Auspichiamo un effetto
    .

  8. #18
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    Post DEDICATO A PAGLIARINI


  9. #19
    El Criticon
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    Predefinito Che cavolo

    c'entra Pagliarini?

 

 
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